Riceviamo e pubblichiamo
Dalla conferenza stampa tenutasi in Procura a Vercelli sulle violenze all’interno della struttura Casa Famiglia di Caresana sono emersi particolari di violenza subita da una giovane di sedici anni.
Oggi il tema è purtroppo quanto mai attuale: cambiare la cultura che si pone alla base della violenza di genere tramite un percorso di conoscenza e consapevolezza, sensibilizzando e rendendo consapevoli le giovani donne a non accettare la violenza, soprusi , ricatto e ai giovani uomini che chi alza le mani su una donna è solo un “vigliacco.”
In Italia ogni 15 minuti una donna è vittima di violenza, i dati sono allarmanti testimoniati anche dal report dell’Istat sui ruoli di genere, diffuso nella giornata contro la violenza sulle donne: quasi un cittadino su quattro (uomini ma anche donne) pensa ancora che la causa della violenza sessuale sulle donne sia addebitabile al loro modo di vestire e questo è uno dei motivi addotti dai ragazzi per giustificare il loro comportamento. Questi risultati rispecchiano i dati ottenuti dai questionari a cui hanno risposto i ragazzi delle scuole superiori di Vercelli che hanno partecipa al progetto “What Women Want .RESPECT.US”.
L’episodio che si è verificato nella casa famiglia di Caresana è gravissimo ma non è certo l’unico caso a livello nazionale. E’ grave per il fatto che chi doveva controllare non l’abbia fatto e che se sapeva non abbia fatto i passi necessari.
Appena venuta a conoscenza dell’episodio mi sono subito attivata, sia come Consigliera di parità che come referente del Nodo Provinciale della Rete Regionale contro le discriminazioni, con gli organi competenti per offrire l’informazione circa l’utilizzo del fondo di solidarietà rivolto alle donne vittime di violenza utilizzato per coprire le spese di assistenza legale sia in ambito penale che in ambito civile, nell’ipotesi in cui il patrocinio legale sia svolto da avvocati o avvocate, regolarmente iscritti/e in appositi elenchi e che abbiano competenza e formazione specifica e continua nell’ambito del patrocinio legale alle donne vittime di violenza e maltrattamenti.
Ho anche subito riferito all’Assessore regionale Politiche della Famiglia, dei Bambini e della Casa, Sociale, Pari Opportunità Chiara Caucino.
In questa situazione è emersa anche la necessità dell’istituzione di un Garante provinciale per l’infanzia e l’adolescenza.
Attualmente il garante per l’infanzia è regionale o comunale quindi con competenze territorialmente limitate: la regione non può essere presente tempestivamente sul territorio e il comune anche se capoluogo non ha competenze provinciali
Lo specifico ruolo e funzione della Consigliera di parità è quello nell’ambito del contrasto alle discriminazioni di genere nel mondo del lavoro, dalla disparità salariale, alla forte presenza di stereotipi culturali che continuano a determinare disparità di genere nella ripartizione delle responsabilità professionali e familiari, nelle molestie sessuali sui luoghi di lavoro. Per questo motivo, proprio perché soggetto istituzionale, pur ribadendo il valore della differenza, do valore alla categoria dell’uguaglianza a garanzia di una pratica tra soggetti differenti, e nella consapevolezza che l’empowerment delle donne è fattore di sviluppo per la società e per l’economia diffondendo la cultura delle pari opportunità per meglio contrastare gli stereotipi di comportamento.
Lella Bassignana





