Legambiente Trino: “Ancora troppo amianto nei tetti delle case, sarebbe utile una mappatutra fatta dal Comune con i droni”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Buonasera Direttore,

ovviamente ci sarà sempre chi dirà che il cambiamento climatico è una bufala spacciata dagli ecologisti, che la storia del pianeta ha sempre visto ere calde alternarsi a periodi freddi, ma i più sanno che, dalla rivoluzione industriale ad oggi, circa 260 anni, l’intervento dell’uomo ha contribuito a mutare l’equilibrio naturale della Terra. Gli eventi come quello che ha colpito la nostra cittadina il 23 giugno, 15 minuti di tempesta tropicale, saranno sempre più la consuetudine. È dal 1972, anno in cui il Club di Roma pubblicò il rapporto Meadows meglio noto come Rapporto sui limiti dello sviluppo, che gli ambientalisti sostengono, totalmente inascoltati, la tesi secondo la quale l’intervento antropico, se non controllato, in tutti i settori, avrebbe portato a conseguenze pesantissime per il globo e per tutte le specie viventi, uomo incluso.

Da qualche anno a questa parte, anche su spinta delle azioni di Greta Thunberg e del movimento Fridays for future, più per captatio benevolentiae verso le nuove generazioni che per reale convinzione, quasi tutti, dai politici ai maggiori tycoons mondiali, sostengono una visione green dello sviluppo, ahinoi più di facciata che di sostanza. Intanto siccità e celle temporalesche si alternano provocando i disastri che stiamo vedendo, il 23 giugno, una vera e propria bomba d’acqua, accompagnata da raffiche fortissime, ha messo a nudo le fragilità, soprattutto edilizie, di Trino, evidenziando una tragedia nel disastro: le coperture in Eternit che ancora incombono sul paese. Purtroppo la politica di incentivi pubblici per la rimozione dell’amianto nel comprensorio casalese non ha prodotto gli effetti sperati: ci sono ancora molti immobili, capannoni industriali, condomini e residenze private, perfino edifici religiosi, coperti da migliaia di metri quadri delle pericolosissime lastre, alcune delle quali datano più di 60’anni. Lastre che sono “libere” di disperdere nell’ambiente le proprie pericolosissime fibrille. Non potendo esercitare un obbligo alla rimozione, ma tutt’al più un invito, come ha spiegato bene il sindaco Pane, tutto si basa sulla volontà del proprietario dell’immobile e, quindi, quei tetti sono rimasti così com’erano, anzi si stanno sbriciolando sempre più.

Legambiente Piemonte in passato lanciò una campagna per la sostituzione di parte dell’Eternit con pannelli solari: in regione si stimavano, probabilmente per difetto, circa 25 milioni di metri quadrati di tetti in amianto, si ipotizzò di poterne smaltire una quota parte attraverso il finanziamento agevolato di una ESCo (Energy Service Company). Qualche imprenditore aderì e diverse migliaia di metri quadri di amianto furono rimossi. Anche a Trino furono fatti dei sopralluoghi che, però, non diedero esito positivo. Ora, per il nostro comune, la proposta potrebbe essere ripresa e, al posto della società finanziaria, si potrebbe prefigurare l’intervento del comune che, forte dei cosiddetti Fondi Scanzano, potrebbe immaginare un meccanismo virtuoso finalizzato alla rimozione delle pericolose lastre ed alla loro sostituzione con pannelli fotovoltaici la cui produzione dovrebbe essere temporaneamente pubblica. Certo, si tratterebbe di congegnare un dispositivo amministrativo di una certa complessità, ma, d’altronde, quei fondi, avendo una finalità di carattere ambientale, bene si presterebbero a tale scopo. Legambiente Vercellese-Valsesia gruppo di Trino sta preparando un dossier, laddove possibile fotografico, sulle principali concentrazioni di Eternit in città, dossier che, dopo l’estate, invieremo al comune per cercare di dare un piccolo contributo di informazione, nel frattempo ci permettiamo di suggerire all’amministrazione comunale, e non può altro che essere un consiglio, la predisposizione di uno o più voli dedicati di droni dotati di telecamera, al fine di avere la situazione la più aggiornata possibile. Il volo di un drone non è cosa banale, necessita di permessi autorizzativi e di incarichi ad aziende specializzate, è un progetto che, per complessità burocratica e per costi, solo il comune, in questo momento, potrebbe richiedere e sostenere. Sarebbe un’operazione, a nostro avviso, più che utile, sia da un punto di vista conoscitivo e, in prospettiva, sanitario; insomma soldi spesi bene per una finalità positiva. Si attendono riscontri.

 

Legambiente Vercellese-Valsesia Gruppo di Trino

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

3 Commenti

  1. Nella modernità, le nuove apocalissi non avrebbero potuto prescindere dall’USO DEI DRONI. Il suggerimento è indirizzato a tanti fra gli amministratori locali ma vale a anche, immagino, per i (pochi) tycoons di tutto il mondo, spesso, su tali problemi, più distratti degli ambientalisti e della dolce Greta.
    Il problema ormai assilla più generazioni ed con rischi, crescenti, di tumori (sembra accertato),
    Pensate a cosa si sarebbe potuto fare coni droni quando esisteva solo l’elicottero ,, per esempio, guardando queste immagine (v. sotto) .. si, era già stato varato il primo sottomarino nucleare, il Nautilus, ma non si pensò a quanto sarebbe potuto esser utile ! (??)
    ..
    1966 Alluvione Firenze filmato originale Ministero Interno
    https://www.youtube.com/watch?v=i9Ck4is_RMA

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here