L’assessore Gabusi risponde al Presidente Botta sulla Novara-Varallo: “La ciclabile si farà solo se tutti comuni della tratta saranno d’accordo”

L'assessore Marco Gabusi

Riceviamo e pubblichiamo la lettere che l’assessore regionale, Marco Gabusi, ha inviato al Presidente della Provincia di Vercelli, Eraldo Botta, in risposta alle preoccupazioni di quest’ultimo sul fatto che la tratta ferroviaria in disuso Novara-Varallo possa venire trasformata in una pista ciclabile (leggi qui).

 

 

 

Gentile Presidente,

a pochi giorni dalla precedente riceviamo una seconda lettera sul tema della linea ferroviaria Novara-Varallo in merito alla quale le abbiamo già ampiamente esposto le difficoltà che impediscono, nel contesto attuale, la riapertura della linea al servizio passeggeri.

 

Lasciando da parte le considerazioni sul treno ad idrogeno, per il quale la Regione Piemonte ha certamente interesse a giocare il proprio ruolo, è importante in questo frangente comprendere l’effettiva natura del bando regionale avviato per studiare la possibilità di recupero delle linee ferroviarie in disuso attraverso la realizzazione di piste ciclabili.

 

In Piemonte esistono diverse linee sospese su cui i Comuni, legittimamente, hanno manifestato l’interesse a realizzare una pista ciclabile. Lo scopo del bando è quello di approfondire questi interessi: serve infatti ad aiutare le amministrazioni locali a comprendere la reale fattibilità della realizzazione di una pista ciclabile.

 

C’è poi un passaggio importante su cui è bene richiamare l’attenzione. Il bando prevede infatti che il finanziamento venga erogato solo se tutti i Comuni della tratta sono d’accordo. La voce del territorio sarà dunque fondamentale per individuare gli scenari di sviluppo futuro.

 

Cordialmente,

Marco Gabusi

Assessore ai Trasporti della Regione Piemonte

 

 

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4 Commenti

  1. Le posizioni della Provincia e della Regione paiono inconciliabili ed entrambe (lo dico sommessamente) erronee. Premetto che lo spazio disponibile non consente più di una possibilità, il limite, allo stato della scienza e della tecnica, è tecnico. Permani inoltre un enorme punto interrogativo sul futuro dei trasporti in Italia e nel Mondo. L’approssimarsi di una crisi planetaria e din un NWO che farà tabula rasa delle classi medie fa supporre la permanenza del trasporto aereo, limitata allo 0,percento della popolazione mondiale che peraltro dovrebbe diminuire drasticamente, il trasporto su rotaia dovrà permanere per condurre i sopravvissuti alle camere di lavoro .. ma per ciò sussistono, bastano e avanzano, le linee principali, da rimodernare per consentire a tutti (sia pur in piedi) di stare nelle vetture. I pattini elettrici sembrano un fenomeno destinato e vedere il termine e le bici presto nessuno saprà più condurle, disamorati come si è verso la vita sociale. Questi rami secchi, dei quali si tratta potrebbero essere rivalutati e completamente modificati nell’assetto definitivo, grazie anche all’enorme numero di disoccupati e di maestranze provenienti dall’estero si potrebbe riprendere un vecchio progetto in stile naviglio con la creazione di mezzi sicuri e compatibili con in green, il futuro per l’Uomo, essendo anche perorati da Biden, Greta e Francesco che sta pensando seriamente a implementarlo come 11° Comandamento. Ecco allora che sul naviglio transiteranno mezzi collaudati da secoli, sicuri e a costo zero/inquinamento 0: https://lh3.googleusercontent.com/-NCYXYKG8P4o/YA1qrHMDClI/AAAAAAAC_JM/-W74nk8j27wwtWSyuMekJtB7b2CCQADCACLcBGAsYHQ/image.png

  2. Pensare di trasformare un sedime ferroviario in pista ciclabile significa voler mantenere l’attuale andazzo ovvero elevato traffico automobilistico (è velleitario puntare sui bus visto che arrancano nel medesimo traffico creato dalle auto), alto tasso di inquinamento (la val padana ha il record di valle più inquinata d’Europa), alti costi economico-sociali (il tempo trascorso alla guida (pericolosa) di un’auto è perso, mentre quello a bordo di un treno (sicuro e comodo) può esser investito in lettura, salotto, …).
    Inoltre significa anche voler esser poi tagliati fuori dal turismo eco-sostenibile, turismo che si imporrà necessariamente stante il surriscaldamento globale in atto.
    Allora saranno le città servite dai treni e con stazioni ferroviarie dotate di bike sharing ad avvantaggiarsi.

  3. Pensare di trasformare un sedime ferroviario in pista ciclabile significa voler mantenere l’attuale andazzo ovvero elevato traffico automobilistico (è velleitario puntare sui bus visto che arrancano nel medesimo traffico co creato dalle auto), alto tasso di inquinamento (la val padana ha il record di valle più inquinata d’Europa), alti costi economico-sociali (il tempo trascorso alla guida (pericolosa) di un’auto è perso, mentre quello a bordo di un treno (sicuro e comodo) può esser investito in lettura, salotto, …).
    Inoltre significa anche voler esser poi tagliati fuori dal turismo eco-sostenibile, turismo che si imporrà necessariamente stante il surriscaldamento globale in atto.
    Allora saranno le città servite dai treni e con stazioni ferroviarie dotate di bike sharing ad avvantaggiarsi.

  4. La proposta di Guido è ragionevole e propositiva, ma è utile SOLO per il caso di ritorno alla normalità, quindi mi permetto di tornare sullo scherzo (ma non c’è da ridere sul NWO, la fine del mondo che conosciamo, purtroppo esiste davvero nei progetti millenari continuamente attualizzati dalle cupole, dagli illuminati che da sempre generosamente si occupano di noi per non lasciarci al buio) .. ecco l’interessante link da cui ho tratto la nave a remi .. https://www.romanoimpero.com/2009/10/navi-romane.html

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