L’arcivescovo: “Come Eusebio diventiamo tutti paladini dei diritti dei poveri”

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Vercelli – “Sant’Eusebio, che celebriamo oggi, era un difensore dei diritti umani e diceva che ogni volta che uno calpesta un proprio fratello la nostra comunità viene degradata. Quando venne mandato in esilio a Scitopoli, in Palestina (oggi la città è israeliana e si chiama Beit She’an, ndr), gli fu persino proibita la carità verso i più poveri, proibizione che egli rifiutò in modo categorico. Per questo noi oggi, nel suo esempio, dobbiamo diventare paladini dei diritti dei più poveri: la fratellanza deve opporsi al nazionalismo esasperato”.

Lo ha detto l’arcivescovo Marco Arnolfo questa mattina in un Duomo stra affollato di fedeli durante la messa celebrata per celebrare il patrono della città e dell’intero Piemonte, Sant’Eusebio, a 1648 anni dalla morte. Alla messa hanno assistito i sacerdoti, i seminaristi e i diaconi della Diocesi, nonché cinque vescovi: Roberto Farinella di Biella e l’emerito biellese Gabriele Mana, il vescovo di Casale Gianni Sacchi con l’emerito Alceste Catella e il vescovo emerito di Mondovì Luciano Pacomio. Hanno mandato messaggi i cardinali Tarcisio Bertone e Giuseppe Versaldi e i vescovi già parroci a Vercelli Gianni Ambrosio e Cristiano Bodo.

Il quintetto di ottoni che ha accompagnato la cerimonia

Mancava, dopo tanti anni, l’emerito di Vercelli padre Enrico Masseroni, in precarie condizioni di salute. Ma Marco Arnolfo ha rassicurato i presenti (tra i quali, sindaco Corsaro in testa, figuravano le maggiori autorità civili e militari): “Padre Enrico è stato dimesso dall’ospedale ed ora si trova al Centro di recupero funzionale del Trompone: gli mandiamo da qui un enorme messaggio di affetto”.

Il Coro della Cappella Musicale del Duomo diretto da don Silano

Rimarcando che l’uomo d’oggi tende purtroppo ad un individualismo esasperato, l’arcivescovo di Vercelli ha annunciato che, proprio per seguire anche praticamente le orme del proto vescovo di Vercelli e del Piemonte – che rifuggiva dall’individualismo come dalla lebbra – dal 10 al 15 ottobre, una delegazione di religiosi di Vercelli e di Biella andrà appunto in pellegrinaggio a Scitopoli.

 

edm

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1 commento

  1. Chissa’ se il nostro Arcivescovo e’ davvero arciconvinto che Eusebio pensasse giorno e notte ad aiutare poveri e migranti o, con quelle parole, non abbia voluto solamente evitare a se’ stesso l’esilio a Scitopoli, preferendo rimanere e tranquillo a Topolinia.

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