L’addio del Questore: “Vado a Parma, lasciando una bella e molto civile realtà qual è la vostra”

Il questore Di Domenico con il capo di Gabinetto Ricciardi foto Greppi)

Il questore Maurizio Di Domenico che lunedì lascerà la Questura di via San Cristoforo per andare a dirigere quella di Parma, ha incontrato questa mattina i giornalisti per salutare, attraverso di loro, la città in cui era arrivato il 1° febbraio 202, proveniente dall’Ufficio Centrale Ispettivo di Roma della Polizia dove, tra l’altro, aveva incrociato il suo successore, Giuseppe Mariani, che prenderà servizio da Vercelli – proveniente dalla guida del Compartimento della Polizia Ferroviaria di Genova – appunto, lunedì.

“E’ sempre difficile parlare di sé stessi – ha detto questa mattina il dottor Di Domenico, affiancato dal capo di Gabinetto Fabio Ricciardi -, ma giudico l’esperienza vercellese molto positiva: ho trovato una realtà molto civile, istituzioni serie e attente ai problemi della collettività e anche a quelli dell’istituzione che rappresento. Ritengo di aver raggiunto, grazie all’impegno di tutte le donne e tutti gli uomini della polizia, risultati lusinghieri, assicurando alla cittadinanza quell’indispensabile livello di percezione della sicurezza che deve essere un obiettivo irrinunciabile per le forze dell’ordine”.

“Siamo arrivati a questo risultato – ha aggiunto il questore – svolgendo soprattutto un’efficace opera di prevenzione, ma anche intervenendo con provvedimenti ad hoc, come i Daspo urbani, quando si è trattato di reprimere situazioni legate a problemi causati da giovani e giovanissimi nei ritrovi pubblici, soprattutto del centro storico: tutto ciò ha impedito che situazioni specifiche e ben individuate potessero degenerare. Per quanto riguarda le operazioni di polizia giudiziaria, esse hanno riguardato soprattutto la lotta al traffico degli stupefacenti, che è stata a sua volta condotta con efficacia e ottimi risultati”.

Il questore Di Domenico ha ricordato di essersi insediato a Vercelli proprio in piena pandemia, quando la città era ancora in zona gialla e di aver dovuto subito organizzare il lavoro dei suoi uomini tenendo anche conto delle esigenze e dei limiti imposti dal Virus. Ha osservato: “Riguardo alle violazioni dei famosi Dpcm, abbiamo sempre cercato di applicare la legge usando però il buonsenso, caso per caso, ma siamo stati inflessibili contro coloro sorpresi a violare  sistematicamente le norme”.

Un fatto che il questore ha rilevato nella nostra città è stato l’aumento considerevole delle violenze di genere. E lì, l’elogio ai suoi uomini, è stato sottolineato in modo particolare. “Di fronte ad una a lite in famiglia – ha detto – le forze dell’ordine non possono limitarsi ad intervenire, solo per riportare temporaneamente tutti alla ragionevolezza, perché gli agenti poi se ne vanno, ma quella famiglia, quei coniugi rimangono, con tutti i loro problemi ed i pericoli per i soggetti più deboli, che di solito sono le donne. Le forze dell’ordine devono capire che cosa è successo, suggerire alla vittima di trasferirsi in un’altra abitazione, dai genitori, da parenti, da amici. E poi indirizzarla verso specifici Centri di ascolto, e continuare a monitorare, anche con discrezione, la situazione nei giorni, salvo interventi più radicali in caso di disposizioni dell’autorità giudiziaria. Abbiamo cercato di affrontare nel miglior modo possibile anche queste situazioni, e la polizia continuerà a farlo anche quando io me ne sarò andato”. Tra i servizi elogiati dal questore, anche l’Ufficio passaporti e l’Ufficio stranieri “che ha spesso cercato di andare oltre il proprio ruolo per aiutare le persone in difficoltà”.

Ha concluso: “Vado in una bella e importante provincia, ma lascio la vostra terra con la tristezza e il dispiacere che si prova quando qualcuno abbandona una realtà in cui si era sentito accolto nel migliore dei modi”.

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1 commento

  1. Nel bello ed equilibrato discorso di saluto che ripercorre il periodo di permanenza a Vercelli, più che rassicurante, ho particolarmente apprezzato l’inciso, intriso di buon senso:
    “Riguardo alle violazioni dei famosi Dpcm, abbiamo sempre cercato di applicare la legge usando però il buonsenso, caso per caso, ma siamo stati inflessibili contro coloro sorpresi a violare sistematicamente le norme”.

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