La manifestazione di Ascom ed esercenti: “Il lavoro è vita, dopo un anno di chiusure vogliamo certezze e futuro. Basta vivere nel limbo”

Una grande voglia di futuro e di lavoro, l’amore e la dignità per la propria attività e la rabbia per questo anno di chiusure, la paura di non farcela e la consapevolezza di quanto sta accadendo (perché nessuno nega la brutale realtà del virus) che però non può essere l’unica bussola su cui orientare decisioni che stanno diventando insopportabili a tantissime categorie di esercenti, tra i più colpiti dalle serrande abbassate imposte dalla pandemia.

È un misto di sensazioni forti quello che è andato in scena in tarda mattinata, a Vercelli, all’inizio di viale Garibaldi, nella manifestazione composta e coraggiosa di Ascom, in coordinamento con molte altre città in tutta Italia e con Roma dove la FIPE -Federazione Italiana Pubblici Esercizi – è scesa in piazza davanti a Montecitorio.
Comune denominatore della protesta, che è stata realizzata a Vercelli con grande rispetto delle norme di distanziamento e sempre con compostezza, è la consapevolezza che tutti i settori del commercio e delle attività esercenti, stremati e stanchi da mesi e mesi di chiusure, sono sull’orlo della crisi totale. Il loro non è solo un grido d’aiuto, ma un moto d’orgoglio, la richiesta unita e forte di avere non solo il sostegno economico necessario a ripartire, ma anche date certe che vengano rispettate e regole chiare e giuste per le riaperture.

Il Presidente Ascom Tony Bisceglia

Sul palco, davanti ad almeno un centinaio di persone di Vercelli e di tutta la provincia, accorate nella protesta e ordinate nel rispetto delle protezioni, che simbolicamente hanno rappresentato tutte le categorie delle attività esercenti e del commercio, ma anche sport, spettacoli, benessere e turismo, oltre ai giovani, ha aperto gli interventi il Presidente di Ascom Vercelli Tony Bisceglia, introdotto da Alvise Racioppi che ha condotto i tanti interventi che si sono susseguiti. Tra i presenti anche il Lupo Bianco, Cavalier Carlo Olmo, assieme alla compagna Angela Oliviero, che con le sue opere filantropiche è diventato un vero simbolo di Vercelli, che ha portao la sua bellissima bandiera italiana con il Lupo e si è schierato ancora una volta al fianco di tante persone in difficoltà con le loro attività, come ha dimostrato con i fatti e le donazioni in questi mesi difficili.

Ad accompagnare la protesta prima e durante le parole dei commerciati c’è stata anche la musica, le note che all’aperto da tanto tempo non risuonavano, con la voce e la chitarra di Giuseppe Garavana e dei suoi amici, Samuele Costanzo alla batteria e Manuel Boschetti al basso.

“La nostra – ha ricordato Bisceglia dal palco – sarà una protesta ordinata, rispettosa delle norme, ma decisa e rabbiosa. Siamo stanchi di una situazione che nel limbo dell’incertezza sta soffocando un enorme settore. Faccio un appello diretto al Premier Mario Draghi: si scrolli di dosso i rimasugli del Governo precedente che ci hanno costretto, con scelte politiche sciagurate, in questa allucinante situazione. Si riparta dalla certezza, delle date, e dal futuro che deve essere fatto di lavoro. Nessuno abdica alle norme di sicurezza, necessarie, nessuno nega l’emergenza sanitaria, ma ora è necessario anche farci lavorare”.

La linea degli interventi è stata in sostanza sempre la stessa: negozi, attività, palestre, centri estetici, teatri, avvenimenti, ristoranti e Bar, non sono solo partite iva e strutture che si possono chiudere e basta. Sono famiglie, persone, sono la vita di province e regioni intere che sono state cancellate per decreto. Ora è venuta l’ora di un impegno preciso da parte del governo: una data per la ripartenza, un piano per farlo in sicurezza e i necessari sostegni in termini di contributi, sgravi sulle imposte, finanziamenti e rapporti con le banche per rilanciare una fetta enorme della nostra economia, perché la gente ha bisogno di lavorare. Oltre non si può andare, oltre c’è il baratro della chiusura definitiva e del fallimento di centinaia e centinaia di attività.

Come detto, sono stati molti gli interventi che si sono susseguiti sul palco, che hanno toccato tutti i settori non solo del commercio, di quello fisso e di quello ambulante, ma anche l’intrattenimento, la musica, i giovani e il benessere, l’attività fisica, la ristorazione e i bar.
E proprio per la ristorazione, Alfonso Bonocore, della Fipe ristorazione (il Presidente Fipe Ristoranti della provincia di Vercelli, Jose Saggia, è oggi ancora a Roma alla manifestazione nazionale), ha ricordato che nella sola Vercelli ci sono circa 350 realtà tra ristoranti e bar, il che significa che circa 2500 persone, ossia che più del 5% di tutta la popolazione cittadina, lavora in questo settore: “famiglie che sono in estrema sofferenza, una condizione che non è meritata. Abbiamo bisogno subito di sostegni reali per ripartire. A Roma siamo stati trattati come lavoratori di serie B, i nostri dipendenti sono stati trattai come lavoratori di serie B. Ora è necessario agire e abbiamo bisogno di certezze e supporto, se ciò non ci sarà alla ripartenza sarà durissima e vi saranno di certo gravi problemi sociali”.
Dopo di lui sono intervenuti alternandosi su palco ognuno per la sua categoria, e con gli slogan #vogliamounfuturo e #vogliamounadata a sottolineare come sia ormai non più sopportabile il limbo in cui si trovano tutti i settori, Simone Musazzo (ristorazione), Valeria Facelli (eventi), Lucia Crosa, da Gattinara, (turismo), Michela D’Aniello (benessere), Erika Barbonaglia, poi affiancata dallo stesso Tony Bisceglia (abbigliamento), Simona Rosso (cerimonie), Marzio Dan (sport), Alberto Cosso (palestre e attività fisica), lo stesso Giuseppe Garavana (per la musica e i giovani), che ha anche ricordato come il service dell’evento sia stato realizzato da Maurizio Dosio, Paolino (ristorazione), oltre ad Alvise Racioppi che ha condotto il susseguirsi degli interventi.
Tutti hanno rappresentato lo stremo in cui le varie categorie si trovano, alcune ferme in toto da un anno. Di come con le misure e le regole per le restrizioni le carte in tavole siano cambiate diverse volte e ci siano state tante realtà che prima si sono adeguate alle disposizioni imposte per la sicurezza (distanze, plexiglass, igienizzanti etc…) per poi esser chiuse lo stesso da un giorno all’altro, con enormi danni economici. Di come i magazzini, nel caso dell’abbigliamento, siano già colmi della merce invenduta di tre stagioni. Di come lo sport, l’attività fisica, al chiuso e all’aperto, siano anche e soprattutto salute e di come la cultura, il teatro e la musica siano lavoro e vita, non attività marginali o superflue come troppo spesso pare vengano considerate.
Un quadro molto rappresentativo di come molti commercianti ed esercenti siano ormai oltre la soglia dell’esasperazione.

Il sindaco Andrea Corsaro

A chiusura della manifestazione è intervenuto anche il sindaco di Vercelli, Andrea Corsaro, che ha ricordato come la città “in una situazione difficilissima e dolorosa, abbia dato risposta di grande responsabilità. È quindi comprensibile l’esasperazione odierna, dopo 34 dpcm e 24 decreti legge. Ma se da un lato è necessario mantenere ancora alta l’attenzione, sottolineando ancora l’importanza dell’uso delle mascherine e delle precauzioni, è anche ora che tutti si impegnino uniti per avere certezze. Perché il lavoro è vita, e se l’emergenza comporta norme eccezionali, tali norme devono anche essere chiare, giuste e percepite come tali”.

l.a.

 

Ecco alcune immagini della manifestaizone di oggi

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

1 commento

  1. Se il governo deciderà di allentare “la presa” nei prossimi mesi sara per ragioni proprie e misteriose.. non certo per la pur significativa manifestazione di Roma o… Vercelli. Nessun partito vi ha aderito formalmente e tanto meno con convinzione. Il movimento è… “impacciato”.. anche per via delle mascherine e del “distanziamento”….

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here