La Croce Rossa di Vercelli festeggia l’8 maggio dicendo ai cittadini: “Non vi lasceremo mai soli”

 

Li conoscevamo da tempo, li abbiano sempre ammirati. Ma in questi giorni, l’ammirazione si è trasformata in qualcosa di ancora più intimo, più profondo: affetto, fratellanza.

Sono i duecento volontari effettivi del Comitato della Croce Rossa di Vercelli, a cui dobbiamo aggiungere gli 80 volontari temporanei, che si sono aggregati in queste settimane per aiutare la popolazione vercellese nel periodo di Coronavirus. Ci aveva confidato qualche settimana fa il presidente Mauro Olivero (uno che non ama mai apparire e che invece dovrebbe sempre essere elogiato per le sue grandi doti umane e di organizzatore): “Quando è esplosa la pandemia, mi sono domandato se qualcuno dei volontari, dei tanti volontari con famiglia, si sarebbe tirato indietro, e l’avrei compreso totalmente, sul piano umano. Qualcuno ci ha confessato di avere avuto paura, come non capirlo? Però si sono aggiunti ben ottanta volontari temporanei in più, che spero, un giorno, di poter annoverare tra i definitivi”. Queste parole del presidente attestano l’attaccamento di Vercelli alla sua Cri (e viceversa).

Oggi, 8 maggio, 14 milioni di volontari nel mondo della Croce  Rossa e della Mezzaluna Rossa celebrano la loro Giornata Mondiale perché l’8 maggio del 1828 è la data di nascita del loro ispiratore e cofondatore, il Premio Nobel per la Pace 1901 Jean Henry Dunant.

 

Ricordando di essere presente nella nostra città dal 1890, il Comitato di Vercelli della Cri ha scelto di celebrare l’8 maggio, non potendo essere presente in piazza a causa dell’emergenza Covid, con questo messaggio, che ben volentieri pubblichiamo, aggiungendo il “grazie” di TgVercelli a quello di migliaia di vercellesi.

Ecco il messaggio del Comitato cittadino della Croce Rossa:

In questa ricorrenza siamo fieri di poter urlare ‘grazie di cuore’:

ai Volontari Temporanei che, con grande spirito umanitario, si sono avvicinati alla nostra Associazione e, pur consapevoli dei rischi, hanno regalato alla comunità il loro tempo, le loro competenze i loro sorrisi; ci auguriamo di poterli annoverare presto fra i nostri Associati Permanenti;

ai Dipendenti che hanno dimostrato un grande senso di responsabilità ben oltre al semplice rapporto di lavoro;

ai Volontari del Servizio Civile Nazionale che hanno vinto la paura e si sono spesi generosamente;

a tutti i Soci del Comitato che, anteponendo gli interessi collettivi a loro stessi, instancabili, hanno garantito un volume di servizi a favore della popolazione mai registrato prima d’ora nella storia recente del nostro Comitato;

ai nostri associati che, senza timore di essere fraintesi e per giustificate ragioni ci hanno comunicato con rammarico di “avere paura”; a costoro, che ci hanno sostenuto dietro le quinte, siamo grati per la sincerità;

ai nostri meravigliosi Concittadini, alle Istituzioni ed alle Forze Armate, sostenitori morali e materiali che con le donazioni ed il loro sostegno hanno consentito le attività di contrasto alla pandemia in atto e di aiuto alla popolazione;

ai Concittadini oggetto dei nostri servizi, il loro “infinito” dispensarci di sorrisi e di ringraziamenti è stato il “carburante” che ha alimentato “i nostri motori”.

 

Anche quest’anno, in onore dell’8 maggio, la bandiera della Croce Rossa verrà esposta sul pennone dei Palazzi Comunali e di alcune sedi delle Istituzioni di tutta Italia, un grande onore essere l’oggetto di questo omaggio.

 

Il nostro lavoro non si ferma qui, “la pressione” si sta timidamente allentando ma la situazione di crisi, purtroppo, resta in atto; continueremo ad essere al fianco della collettività come abbiamo fatto sino a qui; i bisogni si stanno evolvendo diminuiscono lievemente i servizi di carattere sanitario ma aumentano vertiginosamente quelli di carattere sociale e psicologico; non li lasceremo soli, potranno continuare a contare sulla C.R.I.

 

“Poiché tutti possono, in un modo o nell’altro, ciascuno nella sua sfera e secondo le sue forze, contribuire, in qualche misura, a questa buona opera” (cit. J.H. Dunant).

 

 

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