Il Museo Archeologico della Città di Vercelli si arricchisce di una nuova sala, la numero sette che è stata inaugurata ufficialmente venerdì scorso e che chiude un percorso iniziato quattro anni fa, quando cioè il Museo fu inaugurato.
Al taglio del nastro erano presenti il sindaco Maura Forte, l’assessore Daniela Mortara, la soprintendente Archeologia e Belle Arti Manuela Salvitti, la funzionaria Francesca Garanzini, il conservatore Fabio Pistan e il presidente del Museo Leone, che ha in gestione il MAC, Gianni Mentigazzi.
La settima sala, in fondo al corridoio, è incentrata sulla rappresentazione della quotidianità economica e commerciale. Vercelli in epoca romana era a tutti gli effetti un’importante città di mercato, come dimostrano i manufatti esposti. Evocativo l’allestimento con la ricostruzione della prua di un’imbarcazione ritrovata a Comacchio e adibita al trasporto di derrate alimentari.
Durante la presentazione il sindaco ha comunicato che il Comune è in procinto di acquisire l’area del Brüt Fond che, come è noto, pullula di preziosi edifici archeologici. Attraverso un intervento mirato potranno tornare visibili ulteriori testimonianze della Vercelli che fu. Inoltre al MAC sono in fase di preparazione i depositi che potranno accogliere i reperti ora custoditi a Torino.
Il MAC, aperto nel 2014, si trova nel complesso di Santa Chiara in corso Libertà, 300. È intitolato al padre barnabita Luigi Bruzza il quale contribuì in maniera determinante al progresso degli studi sull’archeologia del territorio. La parte scientifica e didattica è gestita dal Museo Leone. La visita segue un ordine cronologico.
Al principio racconta di come vivevano i Libui, la popolazione celtica insediatasi nel vercellese prima delle conquiste romane. Proprio la Vercellae romana è protagonista della sezione successiva. Un viaggio alla scoperta delle terme, del suo anfiteatro e delle sue necropoli, fino al IV secolo dopo Cristo. Ora il cerchio si chiude con la sala 7.