Di nuovo imbrattato con scritte imbecilli il monumento a Korczak

Il monumento sul Lungosesia a Janusz Korczak, il grande educatore e medico polacco morto nel campo di concentramento di Treblinka, che aveva dedicato tutta la sua vita all’educazione e alla protezione dei bambini, nel ghetto di Varsavia, ma anche durante la prigionia nazista, è stato di nuovo deturpato, a distanza di un anno dal primo blitz dei vandali.

Adesso su quello che è diventato il simbolo di Vercelli “città delle bambine e dei bambini” compaiono scritte blasfeme (che non pubblichiamo) e anche altre meno intellegibili, ma sicuramente deliranti, in cui viene anche citata l’Anffas (tra l’altro con la grafia sbagliata Anfass). Insomma un vero delirio: l’augurio di tutti è che questi poveri esaltati vengano rintracciati e e puniti.

La notizia è stata data poco fa dall’Associazione Jauns Korczak stessa con questo comunicato:

L’Associazione Janusz Korczak comunica, con grande tristezza ed indignazione, che il bel Monumento dedicato a Janusz Korczak, gioia e felicità dei bambini, meta dei loro incontri, giochi e Feste, ha subito una nuova e più grave deturpazione rispetto a quella dello scorso anno.

Purtroppo, lintelligenza, nonché la cura del proprio territorio come bene comune, non riescono a penetrare la spessa coltre fatta di inciviltà, ignoranza e stupidità che permea individui meschini che sidivertono a sfregiare unopera darte incuranti dellalto valore che essa rappresenta.

Un valore non solo affettivo ma anche altamente significativo dei più alti ideali che lumani ha saputo esprimere in un Uomo: Janusz Korczak, educatore e martire.

Janusz Korczak, dottore pediatra, concepì e diresse un orfanotrofio all’avanguardia a Varsavia, un luogo in cui bambine e bambini, ragazzi e ragazze conducevano un’esistenza familiare improntata al rispetto e allamore.

Korczak dedicò loro tutta la sua vita, non li volle abbandonare neppure nel momento tragico della deportazione nazista e, benché gli fosse stata offerta la salvezza, non laccettò perché disse che, come una madre non abbandona il suo bambino, io non posso abbandonare i miei 220 bambini e fu così che con loro Egli morì nel campo di sterminio di Treblinka.

ONORE AL GRANDE EDUCATORE

ORGOGLIO E VANTO DELLA CULTURA E DELLA PEDAGOGIA MONDIALE!

Saputo della citazione dell’Anffas nelle scritte farneticanti sul monumento, anche il presidente dell’Associazione che tutela i disabili, Giorgio Guala, ha espresso tutto il suo “disgusto” per questa indegna bravata.

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1 commento

  1. Ho cercato di approfondire l’accaduto. Non potendo recarmi sul posto mi son limitato al web e, dopo una ricerca minima, ho trovato alcune e solo alcune delle poche parole mancanti. Se l’altra volta l’accenno al NWO poteva presupporre un riferimento se non certo alle vittime del Shoah, almeno, forse, ad alcuni fra i nipoti dei promotori e fautori dello sterminio degli ebrei, le imprecazioni di oggi mi paiono poco più che la manifestazione di un certo disagio personale dell’autore. Parolacce di uso comune. La presenza (certo, più che legittima) di un monumento in luogo isolato e’ un invito a nozze per certuni. L’avrebbero fatto anche sulla base di monumenti a ricordo delle vittime delle foibe, o ai caduti di qualsiasi guerra!!!? Se Korczak fosse qui fra noi suggerirebbe certmente il miglior rimedio (pedagogico) al problema: disseminare parchi e strade di lavagnette con gesso per i tazebao di ognuno di noi. In tal caso forse scriverei anch’io qualcosa.

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