“Il legno che canta”: da sabato in Santa Chiara (e in dieci negozi) la mostra di Cecconello

Dopo la splendida mostra di capolavori dell’arte dell’Ottocento e di chitarre preziose italiane realizzate tra Settecento e Ottocento  in Arca, il “Legno che canta”, la rassegna organizzata dall’Associazione “Angelo Gilardino” con il Comune, mette in scena un’altra mostra, stavolta in Santa Chiara, celebrando l’amicizia ultrasessantennale tra Gilardino e il pittore Gastone Cecconello. La mostra con le opere (quadri e sculture) del famoso e acclamato artista vercellese, che adesso vive a Salussola, si intitola appunto “L’amicizia di una vita”: sarà inaugurata sabato 17 febbraio, alle 17, nell’auditorium comunale di corso Libertà e resterà aperta fino al 31 marzo. Si potrà visitare (l’ingresso è libero) ogni settimana, dal venerdì alla domenica, dalle 16 alle 19.

Oltre alla mostra all’interno di Santa Chiara, l’Associazione presieduta dal chitarrista Marco de Santi ne allestisce, contestualmente, d’intesa con l’Ascom, una “diffusa” nelle vetrine di dieci negozi cittadini che esporranno, a loro volta, quadri e sculture di Cecconello, con un allestimento particolare che rimanderà all’evento in Santa Chiara. Questi dieci negozi sono: la boutique “Andreana” di viale Garibaldi; il negozio di moda uomo “Shop” di via Fratelli Ponti; l’orologeria  “Era ora” di via Laviny; la gioielleria “Poma” di via Nigra; il negozio di abbigliamento “Donis Donna” di via Nigra; la pasticceria “Taverna e Tarnuzzer” di piazza Cavour; il negozio di confezioni e tendaggi “Finotello Patrizia” di piazza Cavour; la cioccolateria e confetteria “Il Girasole” di piazza Cavour; la libreria “Mondadori” di via Cavour e la galleria antiquaria “Bellaguardia Claudia” di corso Libertà.

Nella mostra di Santa Chiara sarà pure disponibile un catalogo dell’evento, realizzato dall’Associazione “Angelo Gilardino”.

È bello il fatto che la mostra di Cecconello in Santa Chiara subentri di fatto a quella, appena conclusa, di un altro grande artista vercellese, Francesco Leale, sempre organizzata dal Comune, ma con l’Associazione “Amici del Cecco”. Quest’ultima mostra in ventun giorni ha fatto registrare un notevole numero di visitatori: 450.

Leale, scomparso nel settembre del 1998, e Cecconello, si stimavano tantissimo, ed erano amici: tra l’altro il video della mostra sul venticinquennale di Leale, che i visitatori hanno ammirato vedendolo scorrere in loop, era proprio del figlio di Cecconello, Manuele, regista molto apprezzato.

Tornando al tema di base della mostra  che sarà inaugurata sabato, e cioè l’amicizia tra Gilardino e Cecconello, essa è stata mirabilmente raccontata dal compositore vercellese in un capitolo dell’autobiografia “Io, la chitarra e altri incontri”. Angelo Gilardino la fa risalire al 1957: il futuro concertista aveva sedici anni, il futuro artista uno in meno. Si vedevano praticamente ogni sera nel locale di casa Cecconello, in via Gallardi, che il giovanissimo pittore (già notato da un artista del valore di Enzo Gazzone, allora direttore del Belle Arti) aveva trasformato in un vero atelier. Cecconello dipingeva e Gilardino studiava chitarra. Da allora, tutte le mostre di Cecconello sono sempre state commentate da Gilardino, che era anche un finissimo critico d’arte e in casa del musicista c’era sempre qualche opera di Cecconello. Un’amicizia solida e fantastica che si è interrotta il 14 gennaio 2022, quando Gilardino è morto. Ora rivive in una bella mostra che l’Associazione presieduta da de Santi e il sindaco Corsaro hanno fortemente voluto: la rassegna in Santa Chiara sarà seguita, con la solerzia e la cura riservata a quella in Arca, dalla dirigente dell’Ufficio Cultura Margherita Crosio con il suo staff.

Dopo la mostra in Arca, “Il legno che canta” ne ha in programma altre tre: due pressoché contemporanee. La prima al Museo Leone, dal 12 aprile al 31 maggio, di liuteria ed editoria, con le chitarre appartenute a Gilardino, della collezione di Lorenzo Frignani, e con le opere editoriali del compositore vercellese; l’altra, negli stessi giorni (le date saranno fissate a breve), al Museo del Tesoro del Duomo: saranno esposte opere di artisti che vercellesi che Gilardino amava in modo particolare: Enzo Gazzone, Umberto Ravello e la famiglia Rossaro.

Infine, e questo in autunno, la chiesa di Santa Marta di Asigliano ospiterà – e qui l’organizzazione è con il Comune di Asigliano – una personale di pittura del figlio adottivo del chitarrista e compositore, Alessandro Gilardino Nicodemi.

 

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1 commento

  1. Gazzone, Rossaro,
    Ravello & Cecconello
    .. (indirettamente) anche Leale!
    Si può dire che Gilardino
    amasse (oltre, che, ovviamente
    -soprattutto- praticasse
    mirabilmente!)
    tutta l’Arte,
    sempre & comunque.
    Tocca ora, con questa già
    fortunata ed estesa mostra
    di Gastone Cecconello,
    impressionare il visitatore
    nell’ambito del “legno che canta”
    farne godere le opere,
    come quella in foto,
    e di unirsene in coro!

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