Grazie a Carlo Olmo la Cina invierà a Vercelli 6 medici e 28 infermieri specializzati nella lotta al Covid

Il Lupo Bianco, Cavaliere al Merito della Repubblica, Carlo Olmo

La notizia ha dell’incredibile ma, si sa ormai, quando di mezzo c’è il Cavalier Carlo Olmo, per tutti il Lupo Bianco di Vercelli, l’incredibile tende a diventare realtà. Grazie alla sua rete di contatti e amicizie, creata in anni di rispetto reciproco, Olmo è riuscito a creare un saldo canale di comunicazione tra il Piemonte e la provincia cinese del Sichuan, dove è anche la zona di Wuhan (che tutti abbiamo tristemente imparato a conscere per il Coronavirus). Questo rapporto oggi ha permesso di realizzare uno straodinario progetto: dalla Cina verranno messi a disposizione, tramite la Regione Piemonte che con il Presidente Cirio ha abbracciato il progetto, e all’Asl di Vercelli, ben 34 operatori sanitari specializzati nella cura del Coronavirus da destinare a Vercelli, all’Asl 11 della nostra Provincia. Una vera task force sanitaria composta da 6 medici anestesisti rianimatori e 28 infermieri che avrebbe preumibilmente fatto comodo a chiunque e che sarà destinata alla nostra provincia.

Il Presidente della Regione Alberto Cirio, con cui Olmo si è più volte confrontato in queste settimane e con il quale ha stretto una proficua collaborazione su questo progetto assieme e grazie anche al preziosissimo lavoro del consigliere regionale Carlo Riva Vercellotti, ha inviato stamani una lettera all’Ambasciatore d’Italia a Pechino, Luca Ferrari, per ufficializzare la richiesta del personale medico cinese, in relazione all’emergenza e da destinare all’Asl 11, cioè a Vercelli.

Ovviamente la lettera, ultimo atto formale, era stata preceduta da un minuzioso lavoro di tessitura di contatti messi in atto dal Cavalier Carlo Olmo, che ha permesso che tutto si concretizzasse. Rimane solo la necessità di svolgere alcune pratiche burocratiche e poi i sanitari potranno partire alla volta dell’Italia. E così i 34 operatori specializzati arriveranno nel nostro Paese, a Vercelli, probabilmente già entro la fine di novembre, con un contratto dell’Asl di tre mesi, e metteranno a disposizione dell’ospedale bicciolano, per affrontare le necessità di cura derivate dalla grave emergenza Covid che stiamo vivendo, la loro grande esperienza sulla malattia maturata nei territori da dove provengono.

“Si concretizza così un progetto a cui stavamo lavorando da tempo – spiega Olmo -, che permetterà alla nostra Asl di poter contare su di un aiuto che spero possa essere determinante e utile a salvare vite e curare molte persone in più, fornendo nel contempo agli straordinari sanitari che già abbiamo un supporto su cui poter fare affidamento. Sono molto grato per la collaborazione al caro amico Paolo Hu della Comunità cinese in Italia. Ma anche al sempre disponibilissimo e attento Carlo Riva Vercellotti, con il quale siamo riusciti a realizzare il progetto in Regione, ovviamente non dimenticando il Presidente Alberto Cirio. Dobbiamo rimanere uniti e combattere questo virus per tornare tutti alla nostra normalità. Io per Vercelli e il nostro territorio continuerò a esserci”.

L’Asl di Vercelli, nel commentare l’arrivo dei sanitari cinesi, ha spiegato: “Si tratta di un’opportunità portata avanti dall’Asl di Vercelli grazie alla proposta giunta dal Cavaliere della Repubblica Carlo Olmo, benefattore locale che ha prospettato questa possibilità alla luce di contatti con il paese da cui provengono gli specialisti. L’Asl di Vercelli dopo un confronto con l’Assessorato alla Sanità ha ricevuto il pieno appoggio della Regione Piemonte, del Presidente Alberto Cirio e dell’Assessore Luigi Icardi che hanno sostenuto questa iniziativa. Il Presidente ha scritto direttamente all’Ambasciatore Italiano a Pechino, nell’ambito del patto di gemellaggio fra la Regione Piemonte e il Governo della provincia del Sichuan”.

Conclude l’Asl:”Un aiuto preventivo per sostenere il personale in servizio e al tempo stesso favorire una integrazione alla dotazione organica, anche alla luce di casi di positività registrati ultimamente tra gli operatori sanitari”.

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