Vercelli – Un ingegnere di 70 anni, molto conosciuto in città, Giorgio Viazzo, sta realizzando con un pantografo davvero speciale, computerizzato, originali bassorilievi su legno di faggio di personaggi popolari del suo paese d’origine, Caresana (il sindaco Claudio Tambornino, il vice sindaco Elio Binelli, la giornalista Maria Carla Grazioli, e tanti altri), ma anche della città di Vercelli, come i compianti Gianni Dosio e Gigi Serra, il critico cinematografico Giorgio Simonelli, etc. Ma realizza anche riproduzioni artistiche assai celebrate: dal Rosone alla lunetta centrale di Sant’Andrea attribuita all’Antelami, alla Pentecoste della Chiesa dello Spirito Santo di via Somalia. Nella vasta produzione di Viazzo – che si è impennata durante il lockdown – figurano anche i ritratti della compianta mamma Olga, delle figlie Chiara e Sara, nonché lavori con la creta, coi biscotti di ceramica, e piccole, incantevoli icone, dipinte con i colori acrilici. Insomma, l’ingegner Giorgio Viazzo potrebbe già impiantare un museo con le sue originalissime opere, ma preferisce farle vedere agli amici e regalarle ai destinatari degli omaggi.
L’ARCHITRAVE DEL DUOMO DI SIENA
Questa passione di Giorgio Viazzo, ingegnere civile laureato al Poli di Torino (in Idraulica per l’esattezza, anche se poi si è specializzato nella topografia) con studio in via Chivasso, risale a circa trent’anni fa. Ricorda: “Con un gruppo di colleghi del Politecnico di Milano fummo incaricati di fare dei rilievi dell’architrave del Duomo di Siena che, essendo stata realizzata in pietra arenaria si stava letteralmente sfaldando. Si trattava di copiarla e di riprodurla per, eventualmente, sostituirla, qualora fosse stato necessario. Eravamo agli inizi degli Anni Novanta, e quel progetto di salvataggio dell’architrave venne finanziato da Raul Gardini. Per copiare esattamente i personaggi dell’architrave, non su pietra arenaria, ma su marmo bianco di Carrara, decidemmo di ricorrere ad una tecnica assolutamente innovativa, per quegli anni, anzi del tutto sperimentale che era la 3D, ricorrendo ad un pantografo speciale che costava qualcosa come un miliardo e mezzo, allora, di lire”.
LA MORTE DI RAUL GARDINI
Continua l’ingegner Viazzo: “Pochissimi allora possedevano tecniche del genere, oggi invece assai utilizzate con macchine dai costi assai più abbordabili: andammo ad approdare ad una azienda di Latina che realizzava i lavelli, e ci mettemmo al lavoro. Le difficoltà di programmare al computer quel lavoro sembravano a dir poco insormontabili, Pensate che per realizzare i lavelli, il computer del macchinario di quella ditta veniva rifornito di 40 righe di ‘informazioni’. Noi, per riprodurre anche nei dettagli più minuti la nostra architrave, gliene inserimmo ben 40 mila. Riuscimmo a realizzare un primo abbozzo di quell’architrave, ma poi la tragica morte di Gardini pose fine a tutto. Quell’esperimento mi è però sempre rimasto nel cuore, ed ora che sono in pensione, ho deciso, con le tecnologie attuali, di proseguirlo, creando sculture in legno di faggio, che mi stanno a cuore”.
MACCHINE FANTASCIENTIFICHE
Viazzo ha acquistato, sei anni fa, il sospirato pantografo e ha incominciato ad impratichirsi sfruttando il suo lavoro di topografo. “In fondo – osserva – copiare un volto col pantografo e crearne un’immagine tridimensionale è come copiare, ovviamente in scala, il gruppo del Monte Bianco. Io faccio appunto così, scelgo, ad esempio su Facebook, il volto che voglio realizzare e do informazioni opportune al mio pantografo, che ho sistemato nel garage di casa: poi la macchina procede alla realizzazione, che può durare anche due ore, due ore e mezza; dal canto mio, io provvedo a cambiare l’utensile che viene usato per incidere il disegno sul legno di faggio, passando dalla punta più diciamo così’ grossolana iniziale a quella via via più raffinata.
MEGLIO I SOGGETTI CON QUALCHE RUGA
Quello che fa questa macchina, che regolo con un semplice controller di gioco, come quello della playstation è semplicemente incredibile. Di solito incomincio con una prova sul polistirolo, poi passo al legno di faggio, che non ha venature, ma anche alla ceramica. La mia è una macchina con cui mi trovo benissimo. Ma pensate che esistono modelli a dir poco fantascientifici, che si cambiano da soli gli attrezzi che vengono via via usati per affinare sempre più la realizzazione: una nota impresa vercellese di marmi, ad esempio ne ha uno che lavora in questo modo”.
Si possono usare tutte le foto per ottenere gli strabilianti lavori di Viazzo? “Sì – è la risposta del geniale professionista – purché i soggetti abbiano qualche ruga, perché lavorando come se si trattasse di un rilievo topografico, questi pantografi computerizzati operano al meglio su visi non imberbi”.
Una vera passione che per il notissimo ingegnere vercellese si sta trasformando quasi in una missione: sta dunque rinascendo una Caresana – ma anche tante altre cose – in legno di faggio, e la soddisfazione di Giorgio Viazzo è quella di donare ai suoi soggetti prescelti il risultato della sua opera, di cui va giustamente fiero”. Noi saremmo fieri di una sua bella mostra.
Edm