Giulia Bodo: “Assolta dalla diffamazione nella querelle con Tiramani”

Riceviamo e pubblichiamo

 

Era giugno del 2019, qualche giorno prima delle elezioni cittadine scrivevo un commento sui social in risposta a quello del Deputato Paolo Tiramani, il quale aveva realizzato precedentemente un fotomontaggio sessista con protagonista l’allora Sindaco Maura Forte.
Le mie parole sono state: “Poi però c’è anche il karma. Chissà che a forza di fare politica sulla pelle della povera gente uno un giorno si pieghi a raccogliere il telefono mentre guida”.
Ecco che il Deputato ha scatenato una kermesse ridicola, contattando partiti, giornali ed istituzioni, pretendendo prese di distanza e scuse, attirando su di me una vergognosa gogna mediatica.
Io non ho ritenuto di scusarmi, perché credo fortemente nella libertà di espressione ma soprattutto credo di avere il sacrosanto diritto di fare una battuta, ironica e provocatoria (gradita o meno) relativamente al fatto che ogni tanto capita che qualcuno raccolga proprio ciò che semina.
Siamo tutti Charlie, quando si tratta di argomenti che non ci riguardano direttamente, mentre io mi sono ritrovata davanti ad un plotone di esecuzione con la sentenza già impacchettata: il Segretario di Più Europa, partito nel quale non ricoprivo alcuna carica ma con cui mio fratello Federico era candidato a Sindaco, Benedetto Della Vedova, ha deciso di porgere le sue scuse a Tiramani e di deferire la mia espulsione al Collegio dei Garanti, per poi ritirare la richiesta successivamente alla presa di posizione di molti membri del partito in mio favore, tramite una lettera aperta a lui indirizzata.
Il Collegio dei Garanti, infatti, in data 24 ottobre 2019 si è poi espresso in questi termini: “Il Collegio prende atto della lettera del Segretario Benedetto Della Vedova che comunica di aver avuto un chiarimento con l’iscritta (non mi aveva mai contattata prima di chiedere la mia espulsione, almeno l’ha fatto successivamente, ndr) circa i motivi per cui il Segretario aveva chiesto l’intervento del Collegio di Garanzia, e di ritirare di conseguenza la propria segnalazione nei suoi confronti”.
All’interno del Comitato di Arcigay Vercelli, del quale sono Presidentessa, non c’è mai stata la volontà di limitare la mia libertà di espressione, nessun socio o socia ha presentato rimostranze né preteso delle scuse pubbliche da parte mia.
E mentre il teatrino politico dei “dissociati” proseguiva indisturbato, come se fosse normale dissociarsi da un’affermazione di una comune cittadina che non ha la pretesa di rappresentare nessuno se non i membri dell’associazione che l’ha eletta, il Tiramani non era ancora soddisfatto.
A Novembre dello stesso anno, mentre mio papà stava morendo di cancro all’Hospice di Gattinara, ho ricevuto una querela: il suddetto Onorevole aveva ritenuto di sporgerla per il reato di diffamazione (con l’aggravante del “mezzo stampa”), difeso dall’Avvocato Alberto Villarboito.
Il PM, con provvedimento del 25.05.2020 ha chiesto l’archiviazione del procedimento…ma Tiramani ed il suo fido Avvocato hanno scelto di insistere impugnando il provvedimento con richiesta del 03.06.2020.
Ne risulta che in data 17.05.2021 il Giudice abbia disposto un’ordinanza di archiviazione dell’intero procedimento identificando puntualmente le mie espressioni come “diritto di critica politica”.

Al termine di questa telenovela, perché non saprei definirla altrimenti, ringrazio il mio Avvocato, Marco Faccioli: per la professionalità, per aver messo le proprie competenze a mia disposizione, per essermi stato accanto in questa assurda vicenda e soprattutto per essersi offerto di difendermi pro bono proprio in nome della libertà di espressione e di critica.
Ringrazio il comitato Arcigay Rainbow Vercelli Valsesia per avermi sostenuto incondizionatamente, perché mi conoscevano prima di eleggermi Presidentessa, sanno che questa sono io, e sono a tutti gli effetti la mia famiglia adottiva.
Ringrazio i compagni di Più Europa che si sono opposti alla decisione del Segretario Della Vedova, minacciando di stracciare la propria tessera se fossi stata espulsa dal partito, in particolare Giulia Crivellini, Alexandre Rossi e Michele Usuelli.
A tutti coloro che mi hanno criticato, insultato, che si sono permessi di suggerirmi come comportarmi tramite i social quando avrebbero potuto alzare il telefono e semplicemente chiedere il mio punto di vista, auguro di tacere più spesso e di battersi per la libertà di tutti, non solo quella di chi concorda con loro.
All’Onorevole Tiramani invece vorrei chiedere se è soddisfatto di aver mobilitato mezzo mondo per essersi ritrovato con un pugno di mosche, sprecando tempo e denaro per ottenere la condanna dell’opinione altrui, fallendo miseramente.
Infine, dedico questa vittoria a papà Fulvio che è mancato a gennaio del 2020, e che nel giorno in cui ho ricevuto la querela, pur stando malissimo, era molto arrabbiato e ci teneva a che andassi fino in fondo a questa vicenda per ottenere giustizia, “perché chi offende mia figlia offende anche me”.
Ecco, papà, puoi essere orgoglioso della tua bambina.
Non mi farò mettere i piedi in testa, intimidire, zittire da nessuno: né dai miei detrattori, e men che meno da parte del fuoco amico di chi avrebbe dovuto sostenermi ed invece ha pensato bene di unirsi alla lapidazione pubblica.

firmato

Giulia Bodo

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