Ghostbuster legacy: arriva il nuovo capitolo di un “cult”, attesa ben ripagata?

Non si può fare a meno di sorridere ripensando ai Ghostbusters, quartetto protagonista dell’omonimo film che nell’84 è entrato nei cuori di tutti, così come il suo seguito ufficiale dell’89. Oltre a questi due prodotti, i fan hanno potuto godere delle avventure di Venkman, Stanz, Spengler e Zeddemore anche grazie ad altri media quali ben tre serie animate! Più sfortunato è stato il reboot del franchise tutto femminile nel 2016, talmente poco apprezzato che in questa nuova pellicola collocata decenni dopo gli avvenimenti dei primi due capitoli, “Ghosbusters: Legacy”, viene completamente ignorato, come se mai fosse esistito. Ma questo terzo capitolo, che mixa personaggi nuovi con gli storici interpretati dagli stessi attori, è veramente degno di portare avanti il suo sottotitolo “Eredità”?

Il peso dell’eredità di questo film arriva direttamente dal suo regista: Ivan Reitman, figlio di Jason Reitman, colui che negli anni ’80 diresse i primi due film. Una cosa “tutta in famiglia”, si potrebbe dire, riuscendo nell’impresa di muoversi nel futuro ma tenendo un occhio sul passato. A portarci per mano in questa nuova avventura è Phoebe Spengler (Mckenna Grace) che non ha mai conosciuto il ben più famoso nonno Egon e si trasferisce nella nuova dimora in Oklahoma ereditata insieme alla madre e al fratello maggiore Trevor (Finn Wolfhard, il Mike simbolo della fortunata serie Stranger Things). Studiosa e appassionata di scienze, la protagonista vorrà scoprire il perché delle numerose scosse sismiche che si verificano continuamente nella città.

La pellicola darà sicuramente una ventata di nostalgia agli amanti della saga tra citazioni, omaggi, copie carbone e una comicità ben equilibrata e mai scadente, esattamente come i due canonici film. La regia moderna ha comunque dei riflessi spielberghiani, che ha quei tratti nella direzione tipici degli anni ’80 che sono poi andati a definire anche il cinema e la serialità dei film di oggi ma ambientati in quegli anni (vedasi Super 8 di Abrams o il sopracitato Stranger Things dei fratelli Duffer). Ma attenzione: non è solo un sentito omaggio fine a sé stesso ma anche un tentativo assolutamente valido di ritagliarsi uno spazio vitale in un mercato attanagliato dal mostro colossale che è Lucas/Disney/Marvel, ormai avanzante solo di vecchie glorie riprese dal cilindro, lucidate e date in pasto al pubblico.

Certo, per quanto divertente, il film non è esente da difetti come una sceneggiatura forse fin troppo esile dal finale un po’ troppo chiamato e qualche snodo narrativo un po’ zoppicante ma stiamo parlando di cose assolutamente trascurabili di fronte all’ottimo lavoro da parte di tutti. Tanto che Kevin Smith (Clerks, Dogma, Jay & Silent Bob… Fermate Hollywood!), forse il regista più “nerd” di sempre, nel suo podcast ha dichiarato, in merito al film: “Sapete, per anni chiunque ha cercato di rifare I Goonies, almeno nel mondo in cui vivo quando vado a proporre progetti tutti cercano di capire come realizzare una versione moderna dei Goonies che alcuni percepiscono come quello che ai nostri giorni ha fatto Stranger Things. Per me non è così, Stranger Things per me è qualcosa di molto diverso dai Goonies. Jason Reitman lo ha fatto con Ghostbusters: Legacy. Non solo è un film di Ghostbusters, e anche uno molto bello tra parentesi, ma è anche un maledetto film dei Goonies. È un film che parla di ragazzini che partono per un’avventura.”

Emanuele Olmo

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