Esami virologici: il sistema-Robbio Lomellina domani sera a “Quarto Grado”

Il conduttore di Quarto Grado Gianluigi Nuzzi

 

Il test virologico che ormai tutti definiscono di Robbio Lomellina, dal primo Comune che l’ha sperimentato su un sesto della popolazione (mille abitanti su seimila), ma che è stato successivamente adottato in altro centri della Lombardia (attualmente è in corso a Cisliano, nei pressi di Magenta, e a Cilavegna, vicino a Vigevano) sarà al centro della trasmissione “Quarto grado”, condotta dal giornalista Gianlugi Nuzzi, domani sera su Retequattro.

La troupe dell’emittente televisiva di Mediaset si è recata appunto a Robbio, per filmare una parte dei test condotti sui mille volontari del paese, e una stessa inviata di “Quarto Grado” si è sottoposta all’esame del sangue in grado di individuare se le malattia è in corso oppure no, e qualora lo fosse, di accertare, attraverso la presenza delle immunoglobine Igm, anche il grado di contagio; il test sierologico è pure in grado di scoprire , attraverso le immunoglobine Igg, se tu hai già fatto, anche asintomaticamente la malattia, e se ne sei uscito, assegnandoti una sorta di patente di immunità, da confermare, per esserne certi al cento per cento, tramite un successivo tampone.

Questa procedura è stata messa a punto da due laboratori privati specializzati nella diagnostica: il “Varelli” di Napoli e l’Onilab” di Milano: quest’ultimo ha come amministratore un vercellese, Andrea Adessi, marito della primaria di Ostetricia e Ginecologia dell’ospedale “Sant’Andrea” Nicoletta Vendola, che, fuori dal suo impegno di lavoro, sta aiutando le équipe medico-infermieristiche che fanno gli esami dei sangue ai volontari.

Ormai di questi esami parla (bene, ma anche male) gran parte d’Italia perché gli esami sierologici sono ormai diffusi in tutto il Veneto, a Firenze e a Genova – per citare regioni e città importanti: a perorarli a Zaia è nientemeno che il professor Andrea Crisanti, virologo ed epidemiologo di fama internazionale che anche questa mattina nella trasmissione “L’aria che tira” su La7 ha detto chiaro e tondo che la strada aperta da Robbio è quella giusta, confermando che, dopo il riscontro delle Igg, occorrerebbe aggiungere la prova del tampone.

Ma il test di Robbio non è ancora accettato da tutti, anche a causa dei costi elevati: 45 euro. Adessi ha spiegato che i costi sono legati ai reagenti e che sia la sua Onilab sia la Varelli di Napoli non puntano certo ad un mero business in grande stile visto che sono laboratori piccoli, non certo in grado di soddisfare le esigenze di città con migliaia di abitanti. “Il mio suggerimento – ha sempre sostenuto l’amministratore di Onilab – è quello di utilizzare tutti i laboratori disponibili, e la Lombardia ne ha davvero parecchi, e di avviare subito questi esami, abbinandoli ad un uso massiccio dei tamponi. A mio avviso è l’unica strada per far sì che si possa arrivare ad una prima, pur cauta e ragionata,  ma indispensabile ripartenza del Paese”.

Altra questione controversa l’assenza, sinora, di una validazione ufficiale da parte delle autorità sanitarie (come l’Iss) di questi esami sierologici. L’ha affermato, senza fraintendimenti, il commissario ad acta per il Covid 19 dell’Asl di Vercelli Piero Presti, che ha inviato una lettera a tutti i sindaci invitandoli “a non promuovere campagne di test sierologici non validate dalle autorità sanitarie al fine di non creare false aspettative  nella popolazione”.

E all’osservazione che quesi test sarebbero gli unici a conferire una sorta di “patente immunitaria” per far uscire la gente per riaprire le attività ferme ormai da cinqaue settimane (“prima la Sardegna, ultima la Lombardia”, ha detto di recente Crisanti), Presti replica che il verdetto ottenuto da questo esame del sangue “non sempre rappresenta un’avvenuta immunizzazione verso la malattia. Il Sars-CoV-2, in particolare, è un virus nuovo, e per questo la risposta immunitaria dell’organismo è ancora poco conosciuta”. Questa lettera del manager posto al comando del progetto Covid dell’Asl ha fatto sì che il Comune di Desana annullasse la giornata di prelievi del sangue che era già stata programmata, con 241 persone che avevano accettato di sottoporvisi.

Ma dalla sua il sistema-Robbio ha la benedizione autorevolissima nientemeno che del professor Matteo Bassetti, direttore della Clinica Malattie infettive dell’ospedale San Martino di Genova che interverrà domani sera durante la puntata di “Quarto Grado”. Non è escluso che il luminare della lotta al Covid esponga  almeno in parte i risultati della ponderosa ricerca avviata sul virus, forte appunto degli esami virologici: indagine che ha attirato anche l’attenzione del New York Times.

Dunque costi elevati e assenza di una validazione sanitaria ufficiale contro la necessità di poter acquisire in tempi rapidi una patente di immunità, garantita da fior di esperti del Coronavirus. Il dibattito è aperto e la puntata di domani sera di “Quarto Grado” sarà un’occasione in più per approfondire seriamente il problema.

Love
Haha
Wow
Sad
Angry

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here