Don Bedello: “Caro Renato, nelle tue foto tu hai immortalato anche l’amore del vostro Gian Luca”

L’abbraccio tra don Stefano e Renato Greppi prima delle esequie di Gian Luca

C’erano i “suoi” carabinieri in congedo delle sezioni di Vercelli e di Trino con il labaro listato a lutto; e gli amici poliziotti della Scientifica; c’erano tanti ex compagni di squadra ed ex allenatori delle sue formazioni di pallacanestro; il suo Toro Club (e sulla bara di legno bianco una maglia granata con il 10 e il suo nome, poi quella numero 7 del basket); gli ex colleghi di banca; il cardinale Giuseppe Versaldi, che al termine della funzione funebre ha benedetto il feretro; il sindaco Andrea Corsaro e l’ex sindaca Maura Forte; il vice sindaco Massimo Simion, con consiglieri comunali e segretari di partito; giornalisti di tutte le redazioni vercellesi; un grande violinista come Guido Rimonda (che alla Comunione ha suonato “Thais” di Messenet) e il bravissimo organista del Duomo, il maestro Manuele Barale. I due campioni più famosi campioni olimpici vercellesi viventi, Maurizio Randazzo e Johnny Pellielo. E poi il dottor Fossale, per molti anni il suo medico curante, ma soprattutto un fantastico amico, così come amico era stato il compianto pranologo Giovanni Giacalone. E ieri, al Rosario, c’era anche il prefetto Lucio Parente. E poi tanti, tantissimi amici. Tutti per lui, per Gian Luca Greppi.

Il Duomo era dunque gremito di persone per l’addio ad una persona amatissima, che aveva seminato solo bene e solidarietà. Il parroco, monsignor Stefano Bedello, ha accolto fraternamente i genitori di Gian Luca, Rosalma e Renato dicendo loro: “Quanto abbiamo dato nella vita ci accompagna. E tu Renato che, come fotografo, hai immortalato visi, situazioni, fatti di cronaca bianca o nera, momenti di felicità e di tristezza, sappi che hai anche immortalato l’amore del vostro caro Gian Luca”.

La benedizione della salma da parte del cardinale Versaldi

E’ toccato poi al giornalista Enrico De Maria, da sempre legato alla famiglia Greppi, dare il saluto finale a Gian Luca, anche a nome dei genitori, che, non riuscendoci di persona, si sono rivolti a lui. De Maria ha detto grazie ai medici, agli infermieri, ai fisioterapisti ed in modo particolare al dottor Fossale. Ma anche agli amati parenti e ai tantissimi amici che nei vent’anni della sua seconda, difficile vita, sono stati vicini a Gian Luca.

Ha concluso De Maria: “In un bellissimo libro che si intitola ‘Il maestro e Margherita’ i due protagonisti, appunto il maestro e la sua compagna di vita, chiedono di sapere, una volta morti, quale sarà la loro destinazione: la Pace o la Luce? E per loro la risposta è: ‘la Pace, perché non avete meritato la Luce’. Ma tu Gian Luca stanne certo, l’hai ampiamente meritata: per te la destinazione non può che essere verso la Luce, quella Luce di cui parlava don Stefano nell’omelia. E dunque, riposa in pace, amico mio. In Pace e nella Luce”.

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