Domani in Billiemme l’addio ad Alberto Ricardi. Comune sotto choc

La prima cosa che possiamo dire è che era un vero signore. Come ci ha detto poco fa il sindaco Corsaro, un grande lavoratore, serio, scrupoloso, sensibile e attento. Il Comune è sotto choc per la scomparsa di Alberto Ricardi, da tredici anni usciere del municipio. Avrebbe compiuto 60 anni il prossimo 8 ottobre. Lascia la compagna Rita con la figlia Chiara, e Giorgio, e la nipotina Matilde, cui Alberto era legatissimo.

I funerali saranno celebrati domattina, mercoledì, alle 11,30 in Billiemme, dove oggi, alle 17, sarà recitato il Rosario.

Ieri, alle 13,30, Alberto era uscito dal lavoro come al solito, sereno, allegro. Ancora in serata, aveva spedito un WhatsApp scherzoso all’amico e collega Paolo Bosso. E questa mattina, come sempre, alle 7,30, Paolo lo aspettava per aprire la porta del municipio. Invece, è arrivata la terribile telefonata della signora Rita.

Ieri sera, dopo cena, Alberto Ricardi non si è sentito bene, ma pensava di non aver semplicemente digerito. In pochi minuti la situazione è precipitata; la signora Paola ha chiamato il 118, ma non c’è stato nulla da fare: Alberto Ricardi era nel frattempo spirato, ucciso probabilmente da un infarto.

Alberto Ricardi amava le cose semplici e la sua terra. Parlava sempre con gioia di Vercelli, che davvero amava, e in tanti anni di frequentazione io non l’ho mai sentito sparlare di una sola persona. Amava la sua Rita, la sua famiglia e quella della sua compagna, e amava, oltre alla Pro, soprattutto la Juventus.

Tutti, in questo momento, dalla segretaria del sindaco Paola Spola alll’assessore Gian Carlo Locarni (i primi che abbiamo contattato) sono sconvolti. Per non parlare di Paolo Bosso, che tutti i giorni lavorava con lui, a partire dal 2009.

Alberto Ricardi era entrato in Comune nel 1997, come operaio, poi, appiunto da tredici anni aveva cambiato mansioni. Ma non aveva cambiato il suo carattere di persona buona, gentile, altruista, che non dimenticheremo mai, io per primo.

EDM

 

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1 commento

  1. Ma cosa mi hai combinato mio caro grande amico Alberto. Alla lettura della tua dipartita, non ci credevo. Sono rimasto senza parole. Che gran brutta notizia. Proprio non ci voleva perché tu eri una persona gioiosa, piena di vita e con tanta voglia di parlare, come il sottoscritto, per regalare agli altri proprio la tua gioia di vivere, di farla conoscere, di fare capire che il dialogo e la parola sono frutto di vita.
    Purtroppo la vita ti ha lasciato. Sei partito per la Città del Paradiso, dove meriti il tuo giusto posto. Cosa dirti ancora. Sono tanto ma tanto dispiaciuto. Ti auguro solo una cosa che meriti, quella di avere un dolce riposo, una vita lassù serena e ricca di gioia, proprio come quella che tu possedevi. Ciao mia caro amico.

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