Vercelli – No, signori. E’ assodato: Carlo Olmo non riesce proprio a staccare la sua presenza dall’ospedale di Vercelli. Perché proprio domani, a ventiquattro ore dal “commiato” memorabile di stamane, la Cardiologia vercellese riceverà un’altra sua donazione generosa: un ergometro a lettino.
Era il “vecchio” progetto di potenziamento della struttura diretta dal dottor Francesco Rametta che, a dicembre, Olmo aveva concordato con il primario e con il dottor Sergio Macciò.
Nella sua già debordante generosità, Olmo si era offerto di acquistare (e aveva proceduto) un nuovo cardiografo, un altro cardiografo portatile e, appunto, un letto ergometro.
Poi era arrivato Covid e l’arrivo della prima apparecchiatura, il cardiografo, proprio in emergenza pandemica, era stato accolto come manna dal cielo perché aveva consentito di spostare in area Covid l’apparecchiatura già in possesso del reparto, senza più riportarla in Cardiologia, con tutti i rischi di infettarla. Cosicché da quel giorno si possono fare esami sia sui degenti con problemi cardiaci che avevano contratto il Cornavirus, sia su quelli ricoverati nell’area non Covid della Cardiologia.
Ora, in attesa dell’ecocardiografo portatile, ecco l’annuncio dell’arrivo del letto ergometro , che ha una funzione ben precisa: misurare la prova da sforzo su soggetti che hanno difficoltà a utilizzare l’apposita cyclette o il tapis roulant, senza utilizzare farmaci per “stressare” il muscolo cardiaco.
Si tratta di un lettino speciale, orientabile, con un’apposita pedaliera che consente questo tipo di esame anche su soggetti che non riescono appunto a sottoporsi alla prova da sforzo tradizionale e che non saranno quindi più costretti a ricorrere al trattamento farmacologico.
Dunque, Olmo continua a legare indissolubilmente il suo nome a quella struttura ospedaliera che oggi gli ha regalato un Inno di Mameli da pelle d’oca.
