DIVERGENZE 95 – Se il capo sbaglia, diteglielo

 

Da tempo immemorabile, tutti i leader politici che sono riusciti a creare intorno a sé consensi sempre più plebiscitari avrebbero bisogno di una cosa fondamentale che non hanno mai: amici veri e leali che dicessero loro, quando è il caso: “Guarda che stai sbagliando”.

Invece questo principio elementare di onestà nei confronti del capo, del capitano, del comandante (chiamatelo come volete) non viene mai applicato, spesso anzi è rimosso, per l’errata consapevolezza che il leader non può mai sbagliare e che sia giusto fidarsi di lui, anche quando dice o fa cose sbagliate, assurde, pericolose.

Si attua insomma questo meccanismo. Il leader dice: “Mangiare le mele fa male, le toglieremo dalla dieta degli italiani”.
Una parte considerevole dei sudditi letteralmente non banfa: “Se l’ha detto lui, sarà proprio così’”.
Un’altra parte si getta a capofitto sulla Rete per dimostrare la fondatezza dell’asserzione: passando dalla mela avvelenata portata dalla strega a Biancaneve alla mela maligna trafitta da Guglielmo Tell, etc.
Un’altra parte capisce che il leader ha detto una sciocchezza, ma la butta subito su qualcos’altro: “Lasciamo stare le mele, ha promesso che i treni arriveranno in orario, vuoi mettere?”.
Se uno, uno soltanto, da suddito passasse ad amico, dicendogli, con schiettezza: “Hai sbagliato”, tutti se ne gioverebbero, il leader e soprattutto la Nazione.

ENRICO DE MARIA

Ps.
Ogni riferimento ad esternazioni autorevoli e recenti NON è puramente casuale

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