Cari parlamentari eletti il 4 marzo,
visto il preoccupante ripetersi delle aggressioni da parte di genitori-criminali agli insegnanti, vi suggerirei di mettervi all’opera per una leggina che introduca una pena accessoria, da aggiungersi a quelle già previste dagli articoli del codice penale sulle aggressioni personali.
Peroro l’introduzione di una norma che costringa il genitore scriteriato a tornare, per un intero anno scolastico, nella stessa classe del pargolo vendicato in modo becero, con obbligo di frequenza, quale che sia il corso di studi (dalle elementari alle superiori) e l’anno. E se il papà o la mamma-bulli lavorano, sia concessa loro un’aspettativa, non retribuita, per costringerli a sedere da settembre a giugno tra i banchi con il figlio. Dopodiché la pena accessoria si estingua solo con la promozione: in caso di bocciatura, si ripete l’anno.
E non importa se, ad esempio, le lezioni sono al Classico e non si conosce un vocabolo di latino o di greco: il condannato va a ripetizione, si ingegna su Wikipedia, frequenta i compagni di scuola-violini del figlio, insomma: si arrangia.
Senza contare che, per molti genitori facinorosi e, vista la indole, sicuramente “webeti”, un ripasso siffatto sarebbe produttivo: su Facebook calerebbero vistosamente i somari che scrivono: “ai ragione c’è né propio bisogno”.
Che ne pensate?
ENRICO DE MARIA






Caro Enrico, non vorrei disturbare lo studio dei figli con la presenza dei genitori. La mia proposta è CORSI SERALI DI EDUCAZIONE CIVICA CON PRESENZA OBBLIGATORIA X I MESI CHE DECIDE IL GIUDICE, con esami finali che potrebbero anche prevedere corsi ed esami di riparazione o ripetizione del corso. Costo
50 x cento a carico del condannato