DIVERGENZE 102 – Caro Ultimo, ispirati a Dalla: “Bisogna saper perdere”

Caro Ultimo,

al secolo Niccolò Moriconi, augurando tutto il bene possibile alla sua canzone presentata a Sanremo 2019, “I tuoi particolari” e soprattutto alla sua carriera di cantante e di compositore, mi preme ricordarle alcune cose, proprio perché – per quel poco che so di lei – mi sembra un giovane di talento, che tuttavia, in questi giorni, si sta facendo detestare da buona parte di un’Italia sempre più rissaiola, soprattutto sui social, per l’isterica reazione all’annuncio del risultato del Festival.

In parecchi le hanno già rammentato che il regolamento da lei tanto contestato in questa edizione le ha fatto vincere, lo scorso anno, “Sanremo Giovani” e che, nel 2017, arrivò seconda, reagendo ben più compostamente, una cantante per ora assai più conosciuta di lei, Fiorella Mannoia.

Io però, la vorrei far salire sulla macchina del tempo e riportarla al Sanremo 1968, quello purtroppo della tragedia mai chiarita di Tenco: io non credo ancora adesso alla storia suicidio del grande autore di “Lontano lontano” e di “Mi sono innamorato di te” per l’esclusione dalla finale.

In quella edizione, che rimane nella memoria collettiva per la morte del cantautore di Cassine, vinse una canzone non indimenticabile “Non pensare a me”, ben interpretata da Claudio Villa e da Iva Zanicchi (allora si gareggiava in coppia, ed erano numerosi i grandi interpreti stranieri, anche di grandissimo nome, che ripetevano il motivo appena eseguito dal cantante italiano), davanti a “Quando dico che ti amo” (Annarita Spinaci e Le Surfs) e alla pacifista “Proposta” (ricordate l’incipit? “Mettete dei fiori nei nostri cannoni”?). Arrivarono più indietro le assai più belle “La Musica è finita” (Ornella Vanoni e Mario Guarnera), quarta; e “L’Immensità” (Johnny Dorelli e Don Backy), addirittura nona. E “Cuore Matto” di Little Tony, il disco poi più acclamato, si classificò addirittura undicesima. Sono tutti brani che ancora oggi vengono cantanti o almeno fischiettati, a distanza di cinquantun anni (cosa che auguro anche alla sua “I tuoi particolari”, nel 2070): e non si qualificò per la serata finale una canzone che a me piaceva (e piace tuttora) moltissimo “Il cammino di ogni speranza”, interpretata dalla Caselli e addirittura da un duo del livello di Sonny Bono e Cher.

Ma al di là di quei risultati, che furono davvero eclatanti, in quel Sanremo, Lucio Dalla, con i Rokes, arrivò sesto con “Bisogna saper perdere”.
La ascolti, caro Ultimo, e di tanto in tanto la canticchi, magari anche sotto la doccia. Le servirà.

Enrico De Maria

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