Il direttore sanitario dell’Asl, Zulian: “L’ospedale di Borgosesia garantirà ogni servizio attuale anche divenendo centro covid”

Gianfranco Zulian

Dopo l’annuncio del Presidente della Regione Alberto Cirio sul fatto che l’ospedale di Borgosesia diventerà il punto di riferimento di quadrante per il Covid, più di una voce si è sollevata ponendo dubbi sul regolare prosieguo delle latre attività nel nosocomio valsesiano se esso dovesse venire sovraffollato di pazienti coronavirus.

Oggi, durante la conferenza stampa all’Ospedale di Borgosesia per la presentazione della strumentazione per la rapida diagnosi del Covid, donata da Fondazione Valsesia con il prezioso contributo della famiglia Loro Piana, è il direttore sanitario dell’Asl Vc, dott. Gianfranco Zulian, ha voluto chiarire quale sarà futuro del Santi Pietro e Paolo, spiegando procedure e prestazioni che continueranno a essere erogate.

“L’Ospedale di Borgosesia continuerà a garantire i ricoveri ordinari per la popolazione della Valsesia con i gli attuali reparti, l’altra parte dell’ospedale verrà invece adibita ad area critica da utilizzare per il Covid e per qualsiasi altra situazione infettivologica successiva di rilievo – ha spiegato Zulian – nel dettaglio, la prospettiva è che presso il Santi Pietro e Paolo aumentino i posti letto, dagli attuali 90 a 135, di cui 85 per la normale attività e 50 per trattare i casi Covid. Ovviamente saranno attivati percorsi rigidamente separati e la Regione non avrà difficoltà a fornirci personale, perché già riconosce la possibilità di assumere finalizzata al Covid”.

 

Si tratta di una risposta diretta alle polemiche, sollevate anche dal PD della Valsesia, che aveva parlato di “pesante sacrificio richiesto ai Valsesiani che saranno dirottati per tutte le altre patologie sugli altri centri ospedalieri”.

“Niente di più inveritiero – ha aggiunto il Sindaco di Borgosesia, Paolo Tiramani – il nostro ospedale, con questa prospettiva di diventare centro Covid, viene in realtà potenziato, con prospettive di crescita per il futuro. Tutto questo è frutto anche della generosità e lungimiranza del dott. Loro Piana e della sua famiglia, nonché del lavoro immenso svolto da Fondazione Valsesia: le donazioni sono il simbolo dell’attaccamento del territorio all’Ospedale ed un ospedale così amato e difeso non può che avere un futuro garantito”.

 

 

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