Deposito nazionale scorie a Trino: “Siamo certi che per soldi ci si debba giocare il futuro?” – lettera

Riceviamo e pubblichiamo

Buongiorno Direttore,
quando, ad ottobre del 2019, l’ex assessore regionale Rosso accompagnò in senato il proprio pupillo, il sindaco Pane, al convegno di Fare Futuro, fondazione vicina a Fratelli d’Italia, e questi disse, in merito all’individuazione del sito nazionale per le scorie radioattive, “Dove c’è il problema, c’è la soluzione”, affermazione poi confermata, sempre da Pane, il 23 settembre 2020, “Se entro dicembre verrà pubblicata la mappa dei siti idonei ad ospitare il sito nazionale dei rifiuti radioattivi, e se i territori potranno dichiararsi disponibili, noi non diremo di no.”, mi venne più che un sospetto che dietro questa presa di posizione ci fosse l’incoraggiamento di qualcuno, esterno a Trino, affinché il primo cittadino si facesse avanti, e proponesse il nostro territorio come luogo idoneo. Questo sospetto era poco più che una suggestione e lì tutto è finito. L’affermazione del 23 settembre, però, ha offerto lo spunto a Legambiente, Pro Natura ed al Comitato di Vigilanza sul Nucleare per tenere un incontro on-line, che è andato in onda venerdì 6 novembre u.s. su Facebook, YouTube e Streamyard, per cercare di riportare il tutto in un alveo di correttezza istituzionale e legalità: prima la pubblicazione della C.N.A.P.I. (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee), poi eventuali manifestazioni d’interesse dei territori potenzialmente idonei, la trasformazione in C.N.A.I. (Carta delle Aree Idonee) e, infine, l’individuazione del Sito Idoneo; il tutto attraverso percorsi di legge basati su seri presupposti tecnico-scientifici.
Al convegno, tra gli altri, è intervenuto il Sen. Gianni Girotto, del Movimento 5 Stelle, presidente della Commissione Industria del Senato che, tra le altre cose, ha detto: “[…] stiamo pensando ad una norma che dà la facoltà […], quindi facoltà non vuole certo dire obbligo, vuol dire la possibilità per determinati enti territoriali, per chi volesse, […] di anticipare l’autocandidatura a prescindere dalla pubblicazione della CNAPI. Ovviamente, ripeto e ribadisco, per l’ennesima volta, fatti assolutamente salvi tutti i diritti e le facoltà, le garanzie, a tutela dei cittadini, della popolazione nell’eventuale decisione poi di proseguire questo approfondimento di autocandidatura. Adesso […] l’autocandidatura si può fare solo dopo la pubblicazione della CNAPI; […] Tra l’altro aggiungendo anche che la misura compensativa dovrà essere comunque scelta dall’eventuale territorio ospitante, non dovrà più essere vincolata alla realizzazione di un parco tecnologico […]”. Dopo questa testimonianza il sospetto mi è tornato, il dubbio che, probabilmente, in sede di commissione, tra deputati, quest’ipotesi sia uscita e, attraverso qualcuno, sia arrivata al nostro primo cittadino, al quale non è parso vero di reiterare l’autocandidatura, si è fatto nuovamente vivo. Naturalmente rimango nell’ambito di una suggestione, ma, anche in questo ambito, sorgono spontanee alcune riflessioni:
la prima – che siano dei cittadini, segnatamente gli ambientalisti, a chiedere allo Stato di ottemperare alle leggi ed alle regole che lui stesso si è dato per gestire il percorso di individuazione del Sito è davvero paradossale;
la seconda – che sia un esponente del Movimento 5 Stelle, il gruppo che voleva riformare la politica e le brutte liturgie della stessa, ad esporre un’ipotesi di ragionamento, tipicamente da prima repubblica, in cui, mi si permetta, la “trattativa commerciale” sembrerebbe avere prevalenza sulle regole già scritte, suona francamente stonato;
la terza – la spregiudicatezza politico-amministrativa, non saprei definirla diversamente, con la quale, il sindaco di Trino, che dovrebbe conoscere a menadito i dettami della Guida Tecnica n. 29 e, quindi, i criteri di esclusione delle aree inidonee, soprattutto quelle per l’esclusione di Trino, senza neanche aspettare che il ragionamento diventi norma, designa Trino come Deposito Nazionale delle scorie; ottenendo contemporaneamente due cose:
1. di togliere le castagne dal fuoco a chi, in tutti questi anni, non ha fatto nulla per risolvere il problema;
2. la possibile condanna di questo territorio ad una servitù pesantissima per alcune centinaia di anni! Un’ipotesi, tra l’altro, che non era presente, né nel programma elettorale, né in quello di mandato di Pane.
E tutto questo perché o per che cosa? Per dei soldi! Ma per farci cosa? Quale sia il progetto strategico per la nuova Trino dell’amministrazione Pane, aldilà degli interventi propagandistici e di facciata che tutti possono “ammirare”, nessuno lo sa. E per finanziare questo pneumatico nulla amministrativo dobbiamo accendere un’ipoteca così pesante per le future generazioni trinesi?
Infine, la quarta – per i consiglieri comunali di minoranza e per i miei concittadini: ma davvero potete credere, dopo l’esperienza negativa di oltre sessant’anni di esperimento nucleare trinese (un disastro industriale, sociale, ambientale, sanitario ed economico, e, su questo, sono disposto a sostenere pubblico dibattito, di fronte e con chiunque) alla favola che un Deposito Nazionale per le scorie radioattive, che durerà centinaia di anni, e marchierà negativamente questo territorio, possa rappresentarne l’occasione di rilancio? E di questo futuro lasciate che sia unicamente il sindaco, concentratissimo sulla cura e l’affermazione della propria immagine e del proprio futuro politico, a metà mandato, a decidere una cosa così importante? Senza interpellarvi e senza alcun dibattito, né in Consiglio Comunale, né in pubblico? Se tutto ciò succederà senza alcuna reazione da parte vostra, non potremo fare altro che intonare la canzone del grande maestro Franco Battiato: “Povera Patria!”

Grazie per la pubblicazione,
Fausto Cognasso
cittadino trinese

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