Il Covid si è portato via Padre Minghetti, l’angelo dei piccoli ruandesi: aveva 87 anni

Questa notte, verso l’1,30, all’ospedale di Vercelli, si è spento padre Giuseppe Minghetti che, negli anni ‘90, era diventato il sacerdote simbolo (alla Bertagnetta) dell’accoglienza che la città aveva riservato ai piccoli ospiti ruandesi in fuga da una guerra etnica spietata: aveva 87 anni.

Era stato ordinato sacerdote nel 1957 da monsignor Imberti e ultimamente era canonico in Duomo, dopo aver svolto, per decenni, un’intensa, encomiabile attività missionaria e umanitaria nei Paesi più complicati del mondo, prima in Africa (nel Burundi e appunto in Ruanda) e poi in Bolivia. Adesso viveva alla Casa del clero ed era spesso in Duomo, con il parroco, monsignor Pino Cavallone, a confessare.

La salma sarà esposta (ma il feretro ovviamente sarà chiuso) in Duomo dalle 11,30 alle 18 di lunedì, mentre i funerali, solo per 30 persone, secondo le nuove disposizioni anti contagio dell’arcivescovo, saranno celebrati martedì alle 9,30, sempre in cattedrale.

Pochi giorni dopo don Osvaldo Carlino, la Chiesa vercellese perde un altro sacerdote amatissimo e soprattutto coraggioso: un simbolo per la nostra città.

Nessuno a Vercelli potrà mai dimenticare quando, nel 1994, dopo essere stato per vent’anni a fianco degli “ultimi” in Ruanda, decise di portare in Italia – collaborando con Mariapia Fanfani della Croce Rossa -, salvandoli da sicura morte, ben 157 bambini sia Hutu che Tutsi: 57 di loro vennero ospitati a Vercelli. Al suo fianco un’intera città ed in paerticolare, oltre al sindaco Gabriele Bagnasco, il magistrato Domenico Attimonelli e il compianto avvocato Donatella Pallavicini.

Padre Minghetti davanti al suo albero nel Giardino dei Giusti

Due anni fa, su proposta di un gruppo di studenti del Liceo Scientifico (Andrea Corsico, Andrea Maggi, Alessandro Baltaro, Gabriele Concina e Matteo Rampazzo, che gli dedicarono una ricerca ad hoc), padre Minghetti, proprio per la sua straordinaria, decennale opera umanitaria a favore degli “ultimi”, padre Minghetti fu inserito dal Comune (amministrazione Forte)  nel Giardino dei Giusti – inaugurato da Piero Angela nel 2016 – del Parco Iqbal Masih, accanto ad altri personaggi, vercellesi e nazionali, come don Luigi Longhi e Gino Bartali e Carlo Angela, il padre di Piero. Nel 1983, quando era ancora missionario, padre Minghetti aveva ricevuto il riconoscimento di “Vercellese dell’anno” propri per la sua “opera a favore dei diseredati”. E, nel ‘96, con i suo ragazzi che stavano lasciando Vercelli per tornare in Africa, la “cittadinanza onoraria”.

Padre Minghetti s’era ammalato – non di Covid – all’inizio di settembre, accusando gravi problemi respiratori e, dopo un primo ricovero al “Sant’Andrea”, che sembrava aver dato buoni frutti, era tornato alla Casa del Clero e poi era andato a riabilitarsi al Trompone. Negli ultimi giorni le sue condizioni sono peggiorate, il tampone è purtroppo risultato positivo, ed ed è stato necessario il ricovero negli Infettivi, dove è stato amorevolmente assistito da tutto il personale sino alla fine, stanotte.

 

Ecco sotto il video realizzato nel mese di giugno dal Cons  (il centro vercellese di formazione salesiano) gentilmente concesso da Flavio Ardissone, in cui si parla di Padre Minghetti

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