Coldiretti annuncia che gli agricoltori sono pronti “A coltivare da quest’anno 75 milioni di quintali in più di mais per gli allevamenti, di grano duro per la pasta e tenero per la panificazione, per rispondere alle difficoltà di approvvigionamento dall’estero determinate dalla guerra in Ucraina”. L’impegnò di Coldiretti è stato reso pubblico in occasione del tavolo sull’emergenza grano convocato al Ministero delle Politiche Agricole rispetto alla carenza di materie prime che ha costretto ai primi razionamenti negli allevamenti ma anche nei supermercati.
“Proponiamo all’industria alimentare e mangimistica – spiegano il Presidente di Coldiretti Vercelli-Biella, Paolo Dellarole, e il Direttore Francesca Toscani – di lavorare da subito a contratti di filiera con impegni pluriennali per la coltivazione di grano e mais e il riconoscimento di un prezzo di acquisto “equo”, basato sugli effettivi costi sostenuti nel rispetto della nuova normativa sulle pratiche sleali, per consentire di recuperare livelli produttivi già raggiunti nel passato. Abbiamo proposto operazioni di ristrutturazione e rinegoziazione del debito bancario delle imprese agricole, l’adozione di misure per sostenere la domanda interna, finanziare specifiche misure a favore delle filiere più esposte e, appunto, sostenere il potenziamento delle produzioni nazionali”.
Dal Ministero è stato anche annunciato un regime di aiuto straordinario sul modello dell’emergenza Covid e sostenuta l’esigenza, per quanto riguarda la Politica Agricola Comune (Pac), di rimuovere il vincolo al non incremento della superficie irrigabile, per aumentare la produttività del settore agroalimentare.
“Un impegno che ridurrebbe sensibilmente la dipendenza dall’estero da dove arriva circa la metà del mais necessario all’alimentazione del nostro bestiame, il 64% del grano tenero per la panificazione, che rende l’intero sistema e gli stessi consumatori in balia degli eventi internazionali – proseguono Dellarole e Toscani – L’Italia oggi è costretta ad importare materie prime agricole a causa dei bassi compensi riconosciuti per anni agli agricoltori che sono stati costretti a ridurre di quasi 1/3 la produzione nazionale di mais negli ultimi 10 anni durante i quali è scomparso anche un campo di grano su cinque perché secondo la Coldiretti la politica ha lasciato campo libero a quelle industrie che per miopia hanno preferito continuare ad acquistare per anni in modo speculativo sul mercato mondiale. Per far fronte a questa situazione, in Piemonte serve poter utilizzare i circa 20 mila ettari di terreni a riposo per le prossime semine primaverili”.






C’è la guerra? .. manca il mais … snap! .. Coldiretti fa il miracolo e trova/erà .. in 4e4otto 75milioni di quintali! peccato non aversi pensato prima, a quest’ora vivremmo nell’abbondanza e godremmo di un meritato periodo di tranquillità economica, nell’ozio.
In sostanza Coldiretti chiede un “prezzo di intervento” (ricorda qualcosa??) .. in pieno liberismo globale .. metteremo il filo-spinato sulle Alpi?) .. e assicura la fornitura di mais, grano duro e ogni altra derrata resasi indisponibile.. finché se ne vuole! .. e (pensando a Vercelli) ci sarà ancora almeno il riso rosso e quello nero? … e le altre colture? .. dalla Cina! India Pakistan! .. popoli amici??!
… quelli attraverso i quali autarchicamente provvedersi di mais e grano sono tutti terreni da recuperare alle paludi pontine !!?
Cosa dicono gli espertoni del Governo?
Fortunatamente abbiamo, un Giorgetti stratega furbo almeno quanto il miglior Salvini-Politiko
https://far-falla.com/questo-e-la-mente-della-lega-direi-il-buco-del-culo/