Cinquant’anni fa, oggi, quella monetina che ci fece decollare nel cielo della felicità

L’allenatote Cuscela portato in trionfo dai suoi ragazzi

Il 6 giugno1971, esattamente cinquant’anni fa, era una domenica, come oggi. L’insegnante di educazione fisica di Viterbo Franco Lanzetti, 29 anni, stava incrociando indissolubilmente il suo destino con quello della Pro Vercelli.

Era infatti stato designato ad arbitrare il secondo spareggio tra la Pro Vercelli e la Biellese, per la promozione in serie C, sette giorni dopo quello, semplicemente leggendario, di Novara che si era chiuso sul 4 a 4, dopo i tempi supplementari: probabilmente, con la mitica Italia-Germania Ovest di un anno prima, all’Azteca di Città del Messico, la partita più emozionante dell’intera storia del calcio.

Il signor Lanzetti di Viterbo, che negli anni seguenti sarebbe poi diventato un esperto di impianti sportivi e collaboratore della Regione Lazio (lo sappiamo grazie al bellissimo libro di Bruno Casalino “Magia Bianca”, edito dalla “Mercurio”, oggi “Effedì”, nel 2011) si stava dirigendo, in queste ore al vecchio stadio Comunale di Torino. Tra le ipotesi prospettate per la gara che avrebbe diretto da lì a poco c’era anche quella del sorteggio. Sì, proprio così. A quei tempi, dopo un pari rimasto tale anche dopo i supplementari, non erano contemplati i calci di rigore: sarebbe stata la sorte, nelle vesti di una semplice monetina, a scegliere la via del paradiso o dell’inferno per le due contendenti che non erano riuscite a prevalere l’una sull’altra.

La monetina non era una novità per i tifosi. Due anni prima, al San Paolo di Napoli, era stata proprio una monetina a mandare in finale l’Italia agli Europei giocati in casa (e gli unici vinti sinora dagli Azzurri) dopo il pareggio (0 a 0) con l’Urss, e l’Italia costretta a disputare gran parte della sfida con un uomo in meno per un colpo rimediato da Gianni Rivera nei primi minuti. E allora, portiere a parte, non erano contemplate sostituzioni. Quella volta era stato Facchetti, negli spogliatoi, a scegliere la parte giusta, spedendo gli Azzurri a vedersela con la fortissima Jugoslavia nella finale dell’Olimpico, anche lì giocata due volte.

Sapendo che la monetina poteva risultare decisiva, Franco Lanzetti controllò, scrupolosamente, di averne almeno una in tasca. Pratica tra l’altro routinaria – spareggi a parte – perché da sempre, e ancora oggi, la monetina serve per la scelta iniziale del campo. E Lanzetti in tasca, quel giorno, aveva una vecchia moneta francese da 50 franchi coniata nel 1952. Come ricorda Casalino nel libro, era parte del resto di un conto pagato in una gita a Parigi con Francesco Oddo, padre del futuro giocatore della Lazio e del Milan.

Con quella moneta i tasca, Franco Lanzetti raggiunse il Comunale e sgranò gli occhi: gli avevano detto che avrebbe dovuto arbitrare una partita, pur importante, ma di serie D. Mai si sarebbe aspettato di vedere uno stadio quasi colmo, con almeno 25/30 mila persone.

Questo, domenica 6 giugno 1971. Ma qualche giorno prima, sempre in tema di monetina, all’oratorio del piccolo Comune di Collobiano, una manciata di chilometri da Vercelli, il parroco, nonché capellano della Pro e soprattutto fan sfegatato delle bianche casacche (un ultrà ante litteram) ha chiesto ai suoi ragazzi dell’oratoio di cimentarsi nel lancio di monete da cento lire.  Non per scaramanzia, ma per scrupolo “scientifico”. Il sacerdote, don Giuseppe Maffè, s’è infatti annotato scrupolosamente l’esito statistico delle centinaia di lanci: due volte su tre è uscito “testa”.

Ne parla con il capitano della squadra, Rossi I “Bruno, se doveste arrivare a giocarvi tutto con la monetina, scegli testa”. Alle 19,27 di domenica 6 giugno, Bruno Rossi si trova di fronte al suo omologo laniero, il capitano della Bielelse, Milanesi e a Lanzetti. Con loro solo gli osservatori (e testimoni della Lega Calcio). Sugli spalti, vercellesi e biellesi sono quasi tutti girati (me compreso) perché l’emozione è troppo forte. Lanzetti ha lanciato e uno dei delegati della Lega raccoglie la moneta: è proprio “testa”. Capitan Rossi si è fidato di don Maffè e la scelta trasporta tutta città, Vercelli, nella dimensione della felicità assoluta.

Al lancio, a rispettosa distanza, ci sono tanti fotografi, anche Luciano Baita e quello che sarà il suo successore, Renato Greppi, due istituzioni, ma lo scatto che si tramanderà per sempre, con il salto e l’urlo di gioia di Bruno Rossi, è del fotografo de “La Sesia”, il romano Capretti.

Alle 19,27 di oggi, la Fondazione Cassa di Risparmio pubblicherà sulla sua pagina Facebook il meraviglioso documentario di Matteo Belizzi “Magia Bianca” che racconta in modo esemplare e commovente quell’evento e quello precedente, la partita di Novara, con il commento originale di Valeriano Agnesina e le immagini registrate dai fratelli Bellomo. Poi, a pandemia totalmente cessata, un altr’anno ci saranno le celebrazioni ufficiali, organizzate con i Veterani della Pro. Un po’ come accade quest’anno per le Olimpiadi che il Covid ha spostato di 365 giorni.

ENRICO DE MARIA

Di seguito i link dove poter assistere a Magia Bianca, così da rivivere una vicenda davvero irripetibile, piena di dramma e pathos, fino all’happy end finale: Facebook Fondazione CRV e YouTube Fondazione CRV.

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6 Commenti

  1. Io mi son convinto che nello sport del calcio i giocatori in fondo sono sportivi, anche l’allenatore (compreso Mourinho) .. persino i soldi dei presidenti a volte sono sportivissimi e buoni .. purtroppo il calcio non lo è. Le interessantissime note che leggiamo qui fa temere che la monetina, dopo la gioia incontenibile del primo istante e dei minuti successivi, non può che lasciarci in un’indefinita apatia, stupore. Dopo il mitico 4-4 .. fu vera gloria?
    Forse l’apporto del Cielo e gli infiniti lanci di Don Maffè hanno fatto giustizia? .. e chi ci dice che Don Navone non avesse fatto altrettanto, o qualche cosa di simile? .. sicuri che la “pratica” sia arrivata in ritardo al Creatore “grazie” alle Poste .. partiva dal Santuario di Oropa !!?
    Scherzi a parte, io ricordo ancora il giorno della doppia beffa: quando la Roma perse per via della monetina .. per i tifosi italiani fu doppia perché il cronista (mi pare Martellini .. poi lo cerco ..) vide esultare un romanista ed esultò pure lui per noi .. ma s’era sbagliato e la monetina spietatamente non ci diede mai la metà della vittoria:
    https://www.youtube.com/watch?v=UDRLtWbcL5U

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