Cgil Vercelli Valsesia: più concretezza e spirito di comunità per uscire dalle nebbie di questo periodo

In un periodo storico che definire difficile sarebbe un eufemismo la crisi attuale, pur non essendo un conflitto militare, riproduce alcune forme di belligeranza in scala ridotta, sia dal punto di vista istituzionale che economico o logistico. L’accelerazione dei tempi politici è stata notevole, come anche la nebbia che è calata a causa del gran numero di incognite di questa crisi. E anche sul nostro territorio non possiamo che registrare una nebbia al dir poco spessa e impenetrabile. Troppo spesso i buoni sentimenti e le belle intenzioni possono diventare incomprensibili o dai parziali risultati. “C’è un’Emergenza che ci chiama tutti al dovere di impegno e serietà. E noi ci siamo”. E’ il senso dell’appello lanciato dalle organizzazioni sindacali FP Cgil Vercelli Valsesia.

 

Ecco sotto l’appello dei sindacati:

“Che senso hanno i letti di terapia intensiva a Borgosesia se l’Ospedale non ha più un Pronto Soccorso che è stato trasformato in Punto di primo intervento ‘per liberare risorse per i reparti COVID’ e quindi non ha più la dotazione organica prevista per il Pronto Soccorso? Sono ormai settimane che, presso il nosocomio valsesiano, dopo le ore 17 rimane un solo medico (così come sabato e domenica). Gli infermieri sono in numero insufficiente e sono a scavalco tra l’attività di Triage (porta di accesso) e le sale di medicazione. Per non parlare poi della maggior parte dei medici presenti che non sono dipendenti ma personale esterno pagato a ‘gettone’ con un evidente problema di continuità assistenziale oltre che economico. Nello specifico poi dei famosi letti di terapia intensiva, non si può che registrare anche qui una nebbia impenetrabile, ovvero sistemare letti, ventilatori e monitor non ha alcun senso se poi mancano i medici rianimatori e gli infermieri che possano garantire l’assistenza.

Che senso ha parlare di ristrutturazione di solo una ventina circa di posti letto al nosocomio Sant’Andrea quando praticamente l’intero ospedale ha stanze senza bagno?  Che dire delle camere al sesto piano della struttura di Medicina, dove tra un letto e l’altro c’è una distanza inferiore a un metro, con tutte le ovvie conseguenze emerse per l’Emergenza COVID e le varie infezioni correlate all’assistenza (peraltro il reparto della Medicina era stato già attenzionato dallo Spresal nel 2016). Ci si augura che i neo posti letto saranno dedicati finalmente ad Area Medica, visto che ogni anno se ne registra la carenza per l’invecchiamento della popolazione e si possa così anche ridurre l’affollamento al Pronto Soccorso, dovuto non all’accesso dei codici bianchi ma alla riduzione di posti letto in ospedale. E poi  tra le ristrutturazioni si prosegua con l’intenzione di restaurare finalmente anche il vetusto reparto di Psichiatria.

Che senso ha aver dedicato posti letto per pazienti a bassa intensità assistenziale (così era stato annunciato, poi si è verificato altro) nell’ormai dismesso nosocomio di Gattinara oggi Casa della Salute? La Struttura non e’ assolutamente adeguata? I recenti accadimenti lo dimostrano e non è nostra intenzione con questo appello entrare nei singoli episodi. Del resto anche i nosocomi di Vercelli in particolare e anche di Borgosesia non hanno a oggi percorsi dedicati “degni di questo nome” per la gestione emergenziale .

Che senso ha aver acquistato macchinari per i test, dai tamponi ai sierologici, per poi procedere a singhiozzo, con risposte parziali, insufficienti e addirittura localistiche quando si è di fronte a una pandemia? Si e’ donato dal cioccolato al caffè, apprezzabili segni di solidarietà. Però che senso hanno quando non si lavora in sicurezza?  La sicurezza in sanità ha ricadute su tutti i cittadini. Il Covid 19 non ha annullato le altre patologie e quindi indispensabile non fare altri errori per poter tutelare la salute e garantire l’assistenza”.

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