Questa mattina sì è svolta la tradizionale, doppia cerimonia di commemorazione per il 32° anniversario della morte dell’Appuntato Salvatore Vinci, ucciso il 28 gennaio 1989 da rapinatori, che poi purtroppo si era scoperto essere carabinieri, proprio perché Vinci, fermandoli per un controllo dopo una rapina ad un furgone porta valori nei pressi di San Giacomo Vercellese, li aveva riconosciuti e si era insospettito.
Il Comandante Provinciale di Vercelli, Tenente Colonnello Andrea Ronchey, unitamente al Vice Prefetto Vicario Mariano Savastano e al Comandante della Compagnia dei carabinieri di Vercelli tenente colonnello Walter Cappelli hanno dapprima deposto una corona d’alloro alla lapide a ricordo dell’omicidio sul tratto Villarboit –San Giacomo Vercellese dove Vinci fu vigliaccamente colpito a morte; quindi si sono recati al monumento a lui dedicato posto nel piazzale di fronte al Tribunale di Vercelli, per rendere omaggio alla memoria di Vinci, alla presenza di una delegazione della locale Associazione carabinieri in congedo.
Ricordiamo che alla memoria dell’appuntato Vinci, che quando è stato ucciso aveva 36 anni, una moglie (Wanda Rege) ed una figlia piccolina, nel 1990 è stata assegnata dal Presidente della Repubblica la medaglia d’oro al valor civile. Inoltre, nel 2014 io Comune gli ha intitolato la via dove ha sede la caserma dei carabinieri Ganu Gadu.






Il riconoscimento all’appuntato Salvatore Vinci, la medaglia d’oro al valor civile, è stato attribuito proprio dal Presidente Cossiga, colui che più d’ogni altro seppe riconoscere, e qualificare come tali, i fedeli servitori dello Stato distinguendoli dai più vili traditori del Popolo italiano; purtroppo ancora oggi se ne trovano nei più vitali gangli dello Stato.