Caos surroghe: il Comune chiede l’intervento della Procura, del Ministero e del Prefetto

Vercelli – Nuovo capitolo nel caos generato dalle non surroghe dei quattro consiglieri dimissionari della maggioranza a Vercelli durante l’ultimo consiglio di mercoledì 21 marzo. Con una nota diffusa nel pomeriggio il Comune ha annunciato di aver inviato una richiesta al Prefetto, al Difensore Civico regionale e al Ministero dell’Interno di trasmettere specifico invito ai Consiglieri Comunali a deliberare la surroga dei Consiglieri dimissionari, e nel caso l’opposizione, come accaduto lo scorso mercoledì, si opponesse nuovamente alle surroghe, potrebbe essere anche nominato un commissario “ad acta” – come spiega il Comune – “che provveda ad assumere gli atti necessari ai fini di consentire la surroga, così da permettere l’operatività dell’ente”. Ma sopratutto il Comune ha annunciato anche di aver mandato una richiesta di intervento alla Procura della Repubblica.

Ciò perché, secondo il Comune, l’opposizione alle surroghe, fatta dai gruppi di minoranza per protesta contro un consiglio comunale aperto con un numero legale più basso e quindi da loro considerato illegittimo, non sarebbe possibile in quanto la surroga di un consigliere dimissionario “non è qualificabile come atto eventuale e discrezionale del Consiglio Comunale, bensì come atto dovuto, la cui mancata adozione si giustifica solo qualora siano rilevati motivi di ineleggibilità o incandidabilità del consigliere surrogante. Un atto espressione di attività amministrativa vincolata e obbligatoria che, in quanto tale, lo sottrae a qualsiasi relazione con la discrezionalità amministrativa e con l’identità politica di ciascun Consigliere Comunale”.

È dunque scontro totale con la minoranza che ha di par suo annunciato un nuovo incontro con il Prefetto e un ricorso al Tar. Come detto però il Comune aggiunge anche che è stata inviata una segnalazione alla Procura della Repubblica per la posizione della minoranza di opposizione alle surroghe, chiedendo alla stessa “di valutare se vi siano comportamenti illegittimi, finalizzati esclusivamente ed intenzionalmente a procurare un danno ingiusto agli organi del Comune e alle loro prerogative”.

Ecco di seguito la comunicazione diffusa oggi dal Comune:

Le dimissioni di quattro consiglieri comunali hanno determinato l’avvio della procedura di cui all’art. 38, comma 8, e all’art. 45, comma 1, del d.lgs. n. 267/2000 (Testo Unico delle leggi sull’ordinamento degli enti locali – TUEL), secondo cui il Consiglio Comunale, entro e non oltre dieci giorni, deve procedere alla surroga dei consiglieri dimissionari con separate deliberazioni, seguendo l’ordine di presentazione delle dimissioni.

La delibera di surroga, per consolidato orientamento dottrinale e giurisprudenziale non è qualificabile come atto eventuale e discrezionale del Consiglio Comunale, bensì come atto dovuto, la cui mancata adozione si giustifica solo qualora siano rilevati motivi di ineleggibilità o incandidabilità del consigliere surrogante. Si tratta, quindi, di un atto espressione di attività amministrativa vincolata e obbligatoria che, in quanto tale, lo sottrae a qualsiasi relazione con la discrezionalità amministrativa e con l’identità politica di ciascun Consigliere Comunale.

Mercoledì 21 marzo è stato convocato il Consiglio Comunale di Vercelli ma le deliberazioni di surroga sono risultate infruttuose per il voto contrario di alcuni Consiglieri, senza che venissero evidenziate cause ostative di ineleggibilità o incompatibilità (peraltro rappresentando i consiglieri stessi in più occasioni l’idoneità dei surrogandi a ricoprire la carica, come si evince dai verbali della seduta stessa).

E’ stato convocato per il giorno 29 marzo un nuovo Consiglio Comunale con all’ordine del giorno le surroghe dei Consiglieri Comunali.

Nel caso dovesse mantenersi una situazione di stallo amministrativo il Comune di Vercelli si troverebbe nelle condizioni di non poter ottemperare ai suoi compiti istituzionali e i surrogandi vedrebbero violato un loro legittimo diritto sancito dalla normativa e dal voto dei cittadini.

Con una nota in data odierna, l’Amministrazione chiede al Prefetto, al Difensore Civico regionale e al Ministero dell’Interno di trasmettere specifico invito ai Consiglieri Comunali a deliberare la surroga dei Consiglieri dimissionari e, in caso di mancata adozione di detta delibera, di nominare un commissario “ad acta” che provveda ad assumere gli atti necessari ai fini di consentire la surroga, così da permettere l’operatività dell’ente.

E’ stato altresì chiesto alla Procura della Repubblica di valutare se vi siano comportamenti illegittimi, finalizzati esclusivamente ed intenzionalmente a procurare un danno ingiusto agli organi del Comune e alle loro prerogative, impedendoli di operare nell’interesse della collettività, costituenti fattispecie penale di reato.

 

 

La prima reazione da parte dell’opposizione all’attacco del Comune arriva da Maurizio Randazzo, capogruppo di Vercelli Amica, che abbiamo raggiunto al telefono: “Più in basso di così non si poteva andare – commenta a caldo -, davvero un livello molto squallido. Non so  che altro si poteva inventare questo sindaco, tra l’altro un sindaco che ha subito tutto quello che ha subito, compreso un procedimento giudiziario nel quale ha avuto la peggio in primo grado, e che invece pensa a fare un esposto contro di noi. Incredibile. Riteniamo assurdo e al limite della diffamazione che il Comune non abbia detto quali siano state le reali motivazioni che hanno portato alla nostra decisione di voto, o meglio al nostro diritto di voto, e cioè che quello di mercoledì è stato per noi un Consiglio illegittimo, aperto senza il numero legale. E poi si ricordi, il Sindaco, che le surroghe non sono passate non per la nostra opposizione, ma perché alla sua presunta maggioranza mancava un consigliere, Manuela Naso, con il voto della quale avrebbero superato i nostri voti senza finire in pareggio. E infine il Tuel, il Testo unico degli enti locali, non dice che la surroga è un atto automatico, ma che essa deve passare da una delibera di Consiglio, ossia deve essere votata. Per questo non capiamo perché dicano che il nostro voto è illegittimo”.

 

Poi, Randazzo, non si lascia sfuggire l’occasione di una affondo finale: “Se questo sindaco avesse messo tutto l’impegno che improvvisamente sta mettendo ora contro di noi, forse a questo punto solo per salvarsi lo stipendio, nell’amministrare la città in questi anni, probabilmente ora staremmo tutti molto meglio”.

Lo scontro dunque è totale, nei prossimi giorni, a partire dal Consiglio di giovedì, si attendono ulteriori sviluppi.

 

l.a.

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