Riceviamo e pubblichiamo
Siamo abituati da ormai quattro anni agli improvvisi ribaltoni, alle situazioni che sembrano inspiegabili, a quelle cose che lasciano a bocca aperta perché contrarie alla logica e al buon senso. Poi, quando le guardi più da vicino, quando non fai dietrologia ma semplicemente osservi con disincanto, ecco che anche le vicende che sembrano più strane e misteriose rispondono alla logica del contraccambio e della grettezza legata al personalismo ora di uno, ora dell’altro.
Dicevamo: siamo abituati. Ma non riusciamo a non stupirci, a non rimanerci male quando si mette davanti la propria piccolezza di vedute e il proprio ego rispetto al bene comune e al lavoro di tutti. Questo è quello che è successo ieri, durante la riunione dei capigruppo del consiglio comunale, in cui si doveva firmare l’accordo circa le surroghe e la nuova composizione delle commissioni consiliari. Un accordo costruito, non senza fatiche, la settimana precedente. Faticosamente, perché qualcuno si era opposto fermamente, forse per troppa affezione allo scranno da presidente di prima commissione. Quello che sorprende maggiormente è, ancora una volta, la posizione del Partito Democratico. Michele Gaietta, ex presidente del Consiglio, che ben dovrebbe conoscere l’etica politica e il peso e l’importanza degli accordi dei capigruppo, sconfessando lo stesso capogruppo del PD, fa saltare tutto il lavoro svolto dai gruppi consiliari. Zappino aveva, infatti, garantito il suo appoggio e la sua partecipazione all’accordo, si era spinto anche oltre dicendo che in prima commissione il PD avrebbe votato per la tanto sospirata presidenza a favore di un membro della minoranza, con buona pace di Adriano Brusco, che a quella presidenza tiene come se si trattasse di un’investitura divina.
Mancava solo la sigla su quell’accordo che gli uffici hanno preparato con velocità e con l’animo di chi fa qualcosa che serve, che ha valore. Ebbene, no, fermi tutti: il Pd si schiera a sostegno del capogruppo di Cambia Vercelli. E con una nonchalance da far invidia ai personaggi del teatro dell’assurdo pirandelliano, cambia idea.
Ci sarebbe da ridere, se non ci fosse da piangere.
Grazie agli uffici, ai funzionari, al segretario generale, al Presidente del consiglio Manuela Naso, per la pazienza e per la volontà di far funzionare qualcosa, di lavorare davvero. Ma qui, per l’ennesima volta, si è dimostrato che Pd e Cambia Vercelli non vogliono questo, vogliono vivacchiare, navigare a vista nella speranza che ‘tutto cambi perché nulla cambi’, parafrasando Tomasi di Lampedusa.
Possiamo lasciar stare la maleducazione, la grettezza e i toni usati nei confronti di chi voleva solo mediare e cercare di non far naufragare il lavoro di tutti, ma, sicuramente, non possiamo lasciar perdere la volontà di fermare tutto per tenere i pezzi (pochi ormai a dir la verità) uniti in vista dello scatto finale che più che scatto sembra il passo, anche un po’ titubante, del gambero.
Per il Gruppo Misto
Paolo Campominosi