Caleb resta in carcere, la Procura: delitto premeditato

Caleb Merlo resta in carcere. Per lui il giudice per le indagini preliminari del tribunale di Vercelli Giulia Pravon ha convalidato il fermo e confermato la custodia cautelare in carcere.

Un delitto che sarebbe stato premeditato. Il 38enne di origine camerunense, era stato fermato dalla Squadra mobile nella notte tra sabato e domenica, con l’accusa di omicidio aggravato della madre adottiva Paola Merlo. Lui durante l’interrogatorio in carcere, seguito dall’avvocato Alberto Cattaneo, si è detto estraneo ai fatti. E davanti agli investigatori ha confermato la sua versione sostenendo di essere rientrato in casa martedì 10 luglio e di aver trovato la donna morta in un lago di sangue. ”E’ caduta da una scala mentre faceva le pulizie” avrebbe detto agli operatori del 118.

Ci sarebbero i vicini di casa a provare la colpevolezza dell’uomo. Alcuni lo avrebbero sentito urlare contro la donna quella sera. Sequestrato il soffione della doccia, che potrebbe essere l’arma del delitto. Ad uno dei soccorritori Caleb avrebbe anche raccontato di aver staccato il doccino in un momento d’ira e disperazione. L’autopsia, svolta da Roberto Testi,fa risalire il decesso, non compatibile con la caduta, ad almeno due ore dopo l’ultimo pasto non digerito della donna, presumibilmente il pranzo.

Con la donna ultimamente c’erano dei rapporti tesi: lei non voleva più dargli soldi per il gioco. Gli aveva detto di trovarsi un lavoro. Per quello secondo la Procura l’uomo avrebbe premeditato il delitto di quella mamma che tanto lo aveva voluto aiutare.

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