Biker da tutto il Piemonte, dalla Lombardia e dalla Liguria per l’addio ad Angelo Santarella

Caro Angelo,

Sono venuti in tanti oggi a salutarti. Sono venuti gli amici biker, almeno da tre regioni d’Italia: dal Piemonte, dalla Lombardia, dalla Liguria, dalla Valle d’Aosta, persino dall’Emilia Romagna. I tuoi biker del “Wehr Celt”, il gruppo di cui eri presidente, ti hanno scortato, con la staffetta della polizia, dal San Salvatore di Casale Monferrato al Duomo. Vercelli non aveva mai visto niente del genere: c’era sei-settecento motociclisti e poi un esercito di amici. Perché volevano esserci davvero tutti a salutare un giovane uomo che sapeva farli divertire, che sprizzava bontà, generosità e buonumore da tutti i pori, che sapeva prendere la vita con leggerezza- che non è banalizzarla – così come tutti dovremmo prenderla, pensando agli altri, occupandoci degli amici, dando e ricevendo tanto.

L’omelia di don Denis Silano

Sono venuti in tanti, in tantissimi perché te lo meritavi e perché questa morte è stata per tutti loro crudele, ingiusta, incomprensibile. Nell’omelia, don Denis Silano ha cercato di trovare le parole giuste, soprattutto per mamma Giusi e papà Carmelo, per Michele, per Elisa, Eleonora e Gabriele. Ma anche lui sa che in questi momenti le parole consolano relativamente. Però quando ci ha detto di ricordarci che “siamo fatti per l’eternità d’amore” il pensiero dei tanti che ti volevano bene è andato alla tua vita, troppo breve. Trentadue anni e l’eternità: come conciliare un numero così piccolo all’infinitamente grande? “”Fidandosi di Gesù – ha detto don Silano -. Fidandosi di lui, e affidandoci a lui perché la morte non scrive l’ultima pagina”.

In questo momento è difficile accettare queste pur nobili parole, anche da parte di coloro che hanno fede. In questo momento c’è un feretro sormontato di girasoli e rose bianche, c’è una moltitudine di biker che salutano questo feretro all’uscita della Cattedrale facendo rombare le loro Harley Davidson le loro Yamaha , le loro Honda e poi riversando verso di te vagoni di applausi: vicino al Duomo c’è anche il tuo Scania. I tuoi cari vengo stretti in un abbraccio colossale, infinito.

Passeranno i giorni, gli anni, e il ricordo di questo abbraccio immane, di una folla mai vista ad un funerale a Vercelli (forse solo per Andrea Raineri ce n’era altrettanta), in qualche modo riuscirà a lenire il dolore della tua bella, cara famiglia, di Elisa e dei suoi figli, di Gabriella, dei tuoi amatissimi biker vercellesi. 

I biker lasciano la piazza del Duomo

Adesso le tue ceneri riposano nella tomba di famiglia del cimitero di Caresanablot, il rombo delle moto è lontano. Adesso c’è il silenzio e, nel silenzio, tutti osiamo pensare (sperando) alle parole di don Denis: la morte non scrive l’ultima pagina.

Ti sia lieve la terra.

Edm

 

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