Azione Vercelli: contrari sia all’impianto per i pallet sia al sito di compostaggio

Riceviamo e pubblichiamo
In vista del prossimo consiglio comunale di Vercelli, in cui si affronterà la questione relativa alla possibilità di insediare a Vercelli il nuovo impianto proposto da Polioli Bionergy, il Gruppo Azione di Vercelli – che 
anche qui sta lavorando alla costruzione del nuovo soggetto politico – ritiene di svolgere alcune considerazioni.
Da più parti si evidenziano da tempo le note criticità ambientali del nostro territorio (di pochi giorni fa è la notizia dello sforamento dei livelli di Pm10 a Vercelli per ben quattro giorni consecutivi), e una serie di dati sullo stato della salute pubblica in provincia e nel capoluogo, anche se non organici, suggerirebbero un supplemento di cautela in attesa di una loro puntuale interpretazione.

In tale contesto, l’idea di costruire un nuovo impianto per lavorare la parte umida derivata dalla raccolta differenziata dei rifiuti a poche centinaia di metri dalla cinta daziaria di Vercelli, con una stima ipotetica – stando alle cronache – di più di 100 mila tonnellate di rifiuti all’anno, ci pare quindi avventata da un lato, e peregrina dall’altro.

 

Avventata, innanzitutto, perché in questa città, nella stessa area geografica che interessa proprio lo stabilimento ex Polioli, è ancora fresco il ricordo del vecchio inceneritore, e lo stesso stabilimento in questione era stato a suo tempo peraltro dotato di un proprio autonomo impianto di incenerimento.
Si ricordi che per lungo tempo la città ha vissuto nella sensazione di insicurezza che l’inceneritore ha proiettato sull’opinione pubblica; un’incertezza risolta soltanto tre anni fa con l’approvazione del Piano Regionale dei Rifiuti e la definitiva esclusione di ogni ipotesi di nuovo insediamento di quel tipo nella nostra provincia. 
Peregrina, invece, perché da parte nostra non si ritrova un significativo e consistente beneficio pratico per il territorio atto a giustificare una scelta di questo tipo. 
Questa vicenda segue peraltro di pochi mesi quella relativa ad un ulteriore, nuovo insediamento destinato alla produzione di pallet. Per quanto si tratti di questione del tutto differente dalla precedente, anche intorno a questo caso si è registrato un confronto pubblico da subito molto vivace, stante che nella lavorazione l’azienda interessata aveva originariamente previsto di utilizzare un collante a base di formaldeide; ipotesi poi tramontata anche a seguito della forte pressione di alcune associazioni e forze politiche, cui va il nostro plauso.
Pur venendo meno il progetto iniziale, tuttavia, le preoccupazioni sembrano non essere venute meno del tutto, perché da quanto si apprende dagli organi di stampa non parrebbero ancora sussistere, allo stato, chiare e definitive garanzie in ordine al materiale che sarà utilizzato al posto della formaldeide, e su eventuali emissioni di altri composti che potrebbero avere effetti negativi sulla salute pubblica.
Al di là di questo è poi innegabile, come del resto da più parti sottolineato, che il trasporto dei materiali in ingresso e dei pallet e degli scarti in uscita porterà all’incremento degli autoarticolati circolanti sul territorio comunale, visto che anche questo impianto è accosto alla città.
Davvero poco comprensibile, infine, come il Consiglio – lo scorso dicembre – abbia bocciato la proposta di deliberazione con cui le opposizioni chiedevano (con la mera finalità di offrire maggiori garanzie per la salute collettiva) che il progetto in questione fosse sottoposto non solo alla valutazione di Impatto Ambientale, ma anche ad una a procedura, ulteriore, di valutazione di Impatto Sanitario.
C’è da confidare, a questo punto, in una verifica quanto più rigorosa in sede di VIA per quel che concerne l’impianto dei pallet, in modo da fugare ogni eventuale incertezza residua; quanto al progetto del nuovo digestore si auspica invece che l’atteggiamento del Consiglio Comunale sia aperto allipotesi che siano esperite – nel caso – tutte le possibili ed opportune verifiche e tutele, in particolare quando esse vengano invocate da esponenti o gruppi del medesimo organo elettivo comunale. Il che parrebbe, in verità, un normale esercizio di democrazia attraverso il confronto, fatto tutt’altro che riducibile a formalità o circostanza. 
Ciò detto, la nostra contrarietà di fondo a entrambi questi insediamenti, anche e soprattutto per la loro allocazione, ci pare comunque difficilmente superabile: non fosse altro che per l’aumento del traffico accessorio e delle relative emissioni inquinanti (inevitabili, queste, in qualsiasi modo), e per il fatto che davvero allo stato non si scorgono i consistenti vantaggi per la collettività – economici e non solo – che operazioni come queste dovrebbero virtuosamente comportare.  
Il Gruppo Azione di Vercelli
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