Vercelli – Talvolta, anzi assai spesso, quando si dà l’addio ad un personaggio famoso o amato, si usa scrivere: l’addio della città. Stavolta, non è stato un modo di dire. In tanti anni, da cronisti e da amici, abbiamo visto decine di funerali di vercellesi illustri: mai, però, c’era accaduto di vedere una cattedrale eusebiana così colma di gente da non potersi muovere. Né alle esequie di personaggi famosi, della società civile, della cultura, dello sport, e neppure durante gli ingressi degli arcivescovi. Forse, ma non eravamo ancora nati, tanta gente in Duomo c’era (ma ripetiamo: forse) agli scoprimenti del “Cristo” di tanti anni fa, quando i fedeli si muovevano anche dal Contado, la mattina di Pasqua.
Oggi il grande Cristo dell’Anno Mille era “scoperto” e, sotto, c’era il feretro di un giovane uomo che, nei quarantun anni della sua esistenza generosa, aveva saputo dispensare soprattutto una cosa: il Bene. Quel giovane uomo era Andrea Raineri, cappuccinatto doc, simbolo del volontariato vercellese e, dal 2014, assessore comunale alle Politiche sociali. Si è spento all’improvviso, la notte tra domenica e lunedì, stroncato da un malore: era solo in casa con il suo Greg, il cane che l’ha vegliato tutta la notte, prima che i disperati genitori, Chiara e Pino, avvisati dai suoi vicini di casa, tentassero di soccorrerlo e poi dessero l’allarme.
Le “avvisaglie” di quello che sarebbe stato l’ultimo saluto a Raineri s’erano evidenziate fin dalla sera di quel lunedì, purtroppo, incancellabile nella memoria di tutti noi: un Rosario organizzato in poco tempo e pubblicizzato solo dai giornali on line, dal Web e da tam tam del rione aveva radunato così tanti fedeli alla Beata Vergine Assunta dei Cappuccini da suggerire il Duomo per le esequie. E così è stato. A celebrare il rito funebre in suffragio dell’amico, anzi, di un vero fratello, l’ex parroco del rione oggi vescovo di Saluzzo, monsignor Cristiano Bodo. Con lui, l’arcivescovo Marco Arnolfo e l’arcivescovo emerito padre Enrico Masseroni che, pur sofferente e in carrozzella, non è voluto mancare e ha trovato persino la forza di alzarsi per leggere l’Offertorio.
E’ stata una cerimonia lunga, commovente, scandita musicalmente dal Coro dei Cappuccini, che, diretto da Francesca Borsetti, tante volte aveva fatto dispiegare la stupenda voce di Raineri. La commozione di monsignor Bodo era palpabile. Per Andrea, il vescovo di Saluzzo ha scelto il Vangelo di San Giovanni che narra la resurrezione di Lazzaro. Poi, nell’omelia ha detto: “Sei stato il mio primo animatore nella parrocchia dei Cappuccini, abbiamo vissuto con gioia tante avventure; poi, adulto, hai segnato la vita di tante persone. Ci siano sentiti l’ultima volta il 4 gennaio, il giorno del tuo compleanno, ripromettendoci di vederci a Saluzzo, per scambiarci i regali di Natale. Ma adesso il dono più bello è la consolazione di sapere che tu ora sei in Paradiso”. Il presule ha poi concluso dicendo: “Arrivederci, fratello: Andrea, il sorriso della carità”. Finita l’omelia, monsignor Bodo si è girato per asciugarsi le lacrime.
Poi, al termine della funzione religiosa, prima della benedizione, hanno parlato di Andrea in tanti, nella commozione e nel silenzio assoluto, rotto solo dagli applausi dopo ciascun intervento (interminabile quello per il fratello Lorenzo). Ha incominciato la sindaca Maura Forte, con la fascia tricolore e in prima fila in Duomo, a rappresentare la città, con il prefetto Tortora, il presidente della Provincia Riva Vercellotti e il procuratore della Repubblica Pianta (accanto a loro la giunta comunale e il Consiglio comunale pressoché al completo, con i dirigenti municipali). Poco più in là anche il Questore, Molino, e il Comandante dei Carabinieri, Ronchey, assieme alle altre decine di autorità, civili, militari delle associaizoni e del territorio, tutte presenti, tutte strette e commosse attorno al feretro di questo giovane vercellese.
Ha detto la Forte: “La tua dedizione per il bene comune l’abbiamo respirata ogni giorno. Sei stato generoso con i colleghi , sempre disponibile a sostenere chi si avvicinava all’attività amministrativa, senza mai risparmiarti”. Poi la sindaca messo in rilievo l’impegno di Raineri verso il mondo dei giovani. “Il Consiglio comunale dei ragazzi è stata una tua preziosa creatura. I giovani ti adorano e in tanti sono venuti a salutarti . Hai trasmesso qualcosa di eccezionale in tutti loro”. E ha concluso: “Siamo qui con il cuore a pezzi e gli occhi intrisi di lacrime, increduli di non potere più vederti, ma convinti che ci sarai sempre vicino e ci guiderai lungo il nostro cammino”.
Quindi è stata la volta dei degli amici più cari dell’oratorio e di quelli del cuore come Vittoria Baltaro (la sua Majot) e Massimo Petruzziello. “Per noi -ha detto Vittoria – ci sei sempre stato, anche quando non avevi tempo”. “Eri, sei la linfa – ha aggiunto Massimo – che ha tracciato il sentiero dei nostro cuori”. E quindi il Bicciolano, Luca Vannelli: “Ho ammirato la finezza della tua intelligenza, mai una parola fuori posto, mai toni esagerati. In ogni incarico che hai ricoperto, sei stato speciale”. La dirigente scolastica Fulvia Cantone, a nome degli altri colleghi responsabili degli istituti compresivi e di Elisabetta Milazzo, dirigente del servizio territoriale scolastico, ha ringraziato Raineri per la sua opera a favore del mondo della scuola vercellese.
E poi, è toccato al fratello minore Lorenzo chiudere, anche a nome di papà Pino, di mamma Chiara e della nonna Anna. “Siamo dei Raineri – ha detto – e siano forti. Siamo stati educati nella Fede e ci hanno insegnato a credere nella libertà, l’idea che ci ha trasmesso nostro zio. Vi dico semplicemente, sotto questo Crocifisso glorioso che Andrea amava moltissimo, che tutti dovremmo mettere la sua passione in ciò che facciamo”. E poi, rivolto al fratello, ha ricordato che amava cantare e che gli piaceva soprattutto una canzone ‘La cura’ di Battiato, in cui si riconosceva. Quindi ha ringraziato tutto il mondo accorso in Duomo per onorare il fratello, rivolgendo un pensiero particolare ai tre vescovi, al sindaco Forte e all’assessore Daniela Mortara, collega, ma soprattutto amica fraterna di Andrea.
Per quanto ci riguarda, per prima volta non riusciamo a citare tutti i labari, le associazioni, gli enti, i club presenti. Ci è impossibile. Facciamo poche e significative eccezioni per la Croce Rossa, per i carnevalanti accorsi da Santhià (e stretti agli amici del Comitato manifestazioni vercellesi e al Comitato carnevalesco dei Cappuccini, con le maschere in costume) e per i ragazzi diversamente abili o della Rosablù guidati da Nicoletta Storchio.
“Ciascuna vita è soltanto una via- recita una famosa e bellissima frase di Carlos Castaneda -, ma una volta che l’hai scelta fa sì che essa sia una via che ha un cuore. Se no, non serve a niente”.
Andrea Raineri aveva imboccato non una via, ma una superstrada del cuore, a otto, sedici corsie. E verso quella superstrada ha dirottato centinaia di persone.
Da oggi pomeriggio – dopo una seconda funzione religiosa nella “sua” Beata Vergine Assunta – riposa nel cimitero dei Cappuccini, ed è consolatorio pensare, come monsignor Bodo ha detto esplicitamente, che in questo piccolo cimitero rionale ci siano adesso le spoglie di un giovane buono al punto da far pensare a tutti i fedeli che si possa pregare, lì, un nuovo Pier Giorgio Frassati.
EDM
Di seguito vi proponiamo una gallery di immagini della cerimonia funebre di oggi.