Alla Monte Rosa Sky Marathon anche otto atleti amputati

Saranno otto le squadre speciali che parteciperanno a una sfida parallela alla Monte Rosa Sky Marathon il 22 giugno ad Alagna Valsesia. Un viaggio, ribattezzato “Ama-bilmente” che avrà una valenza particolare per otto uomini che hanno deciso di fare una scommessa con se stessi, andando oltre i propri limiti fisici: protagoniste saranno infatti persone senza una gamba.

Un gruppo suddiviso a sua volta in due: quattro transfemorali (amputati cioè da sopra il ginocchio) Moreno Pesce che farà coppia con Alessio Alfier, Gianluigi Rosa in cordata con Veronica Pedrò, Loris Miloni e infine la guida alpina Michele Maggioni; quattro transtibiali (amputati sotto il ginocchio) Andrea Lanfri accompagnato da Natascia Pasqualoni, Heros Marai con Gabriele Boni, Lino Cianciotto con Luigia Marini e Massimo Coda con Massimo Vialardi.

Per loro a fare da supervisione per la sicurezza ci saranno le guide alpine Michele Cucchi, Stefano Perrone, Luca Montanari, Lio De Nes e Paolo Della Valentina. A seguirli anche gli accompagnatori Luca Acerbi, Maria Luisa Acerbi, Alessandro Ceffa, Gildo Cecchin, Pier Paolo Comello, Barbara Cristiani, Stefano Franceschi, Alberto Francescut, Ugo Gaggero, Manuel Minola Violino e Luca Pesce.

“Ama-bilmente Crazyidea”, che nella prima parte del nome si rifà all’acronimo con cui è conosciuta la Monte Rosa Sky Marathon, avrà un programma ad hoc: per gli otto protagonisti il viaggio inizierà infatti già venerdì 21 giugno con il pernottamento alla Capanna Gnifetti a 3647 metri di altitudine, da qui nella notte tra venerdì e sabato 22 giugno, intorno alle 2, ci sarà la partenza di quella che non sarà una gara con classifica finale ma una sfida che avrà come vittoria l’arrivo alla Capanna Margherita (4554 metri) da cui transiteranno i concorrenti normodotati in squadra a coppie dell’Ama e della gara individuale Ama VK2.

L’anima di questo progetto è del veneto Moreno Pesce, classe 1975, amputato alla gamba sinistra dopo un incidente in moto nel 1997, che nonostante la protesi in fibra di carbonio e titanio è letteralmente sempre in movimento e un vulcano di idee.

«Ho già tentato per tre volte la salita al Monte Rosa ma per un cedimento della gamba “buona” al Cristo delle Vette non sono ancora riuscito a portarla a termine giungendo alla Capanna Margherita – ha spiegato Pesce – Nei mesi scorsi ho quindi avuto modo di parlare con uno degli organizzatori dell’evento, Manuel Gambarini, che a sua volta mi ha messo in contatto con Michele Cucchi e da lì è nata concretamente l’iniziativa in piena sicurezza. Che rappresenterà anche un modo per creare un precedente interessante: per le persone come noi con problemi fisici e per le stesse guide alpine che potranno capire meglio come gestire la salita di un amputato».

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