Al Piccolo Studio Gianluca Mercadante presenta la nuova edizione del suo manuale di sopravvivenza per aspiranti scrittori

Appuntamento giovedì 26 ore 18 al Piccolo Studio del Sant’Andrea con il vercellese Gianluca Mercadante che presenterà la nuova edizione rivista e ampliata del libro Caro scrittore in erba… (Las Vegas Edizioni). Mercadante dialogherà con il collega Alberto Odone.

«Molto si dice sull’arte della scrittura, molto poco invece sul mestiere di scrittore – così l’autore – Su come trovare l’editore giusto e quali siano i rituali da superare nel momento in cui un editore finalmente decide di puntare sulla tua storia. Sapori e dissapori che uno scrittore in erba deve ingoiare, per sbucciarsi per benino le ginocchia nello sforzo teso a raccontare una verità, la sua, la tua».

Il manuale di sopravvivenza per aspiranti scrittori uscì nel 2013, oggi torna con alcuni nuovi capitoli che arricchiscono un libro che già nove anni fa aveva colpito per il suo stile fatto di frasi asciutte e dialoghi serrati che si leggono tutti di un fiato.

E non parliamo solo di scrittura in senso stretto, ma anche e soprattutto di lettura, consumata avidamente in ogni ritaglio di tempo. Pagine che paragonate a dei fari hanno aiutato l’autore a mantenere la rotta, senza il pericolo di andare a sbattere sugli scogli. Qui siamo distanti anni luce dalle logiche usa e getta delle major editoriali che continuano a pubblicare libri al pari di una catena di montaggio.

La letteratura si scrive sempre con la L maiuscola e oggi non viene più prodotta, è narrativa di consumo. Passando ai contenuti è proprio quella appena citata la critica più feroce che si riscontra leggendo Caro scrittore in erba. Mercadante è prodigo di consigli nei confronti di chi vorrebbe seguire i suoi passi. Non crede all’ispirazione fine a se stessa, al contrario è strenuo fautore dell’arte del cesello e del ripensamento.

Ma di preciso cosa bisogna fare per scrivere? Avere una storia da raccontare tanto per incominciare. E qui iniziano i problemi visto che una volta messa nero su bianco ci si accorge non essere più la medesima che era stata pensata. Passo successivo evitare l’errore di agire solo per diventare famosi, magari perché abbagliati dallo stereotipo dell’intellettuale circondato da belle donne, sempre invitato alle feste e al quale vengono i crampi alla mano a furia di firmare autografi. Se questo è il motivo principale meglio smettere subito ancor prima di impugnare la penna o accendere il computer.

Un altro aspetto sul quale si insiste parecchio è il rispetto dovuto allo scrittore, quasi nullo come si evince dai dialoghi del libro. Nelle telefonate in particolar modo – intrise di sarcasmo e tutte plasmate su fatti realmente vissuti – chi sta dall’altra parte della cornetta, sia editore vero o farlocco, giornalista o amico, il più delle volte è una persona che lo tratta con superficialità, che nemmeno si presenta e che gli usa confidenze non richieste.

Per fortuna c’è un barlume di speranza. Infatti l’ultima indicazione di Mercadante è di sbucciarsi le ginocchia, di lanciarsi, di sbagliare al fine di mantenere vivo il bambino che c’è in ognuno di noi, «quel bambino ancora capace – nonostante il mutuo, le bollette, le tasse, la disoccupazione, la crisi economica – di stupirsi davanti a una storia raccontata con voce autentica».

m.m.

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