Addio a Giuseppe Vercellino, il ristoratore del “San Giovanni” e del “Lancieri”

Giuseppe Vercellino aveva 90 anni

 

Vercelli – Giuseppe Vercellino, uno dei più noti ristoratori vercellesi (titolare con la moglie Emilia Antoniazzi del “San Giovanni”, de “I Lancieri” e infine del Pub “Oscar Wilde”) si è spento a 90 anni. Lascia appunto la moglie, Emilia, la figlia Mirella, il genero Stefano Avonda, i nipoti Andrea, Paolo e Matteo ed i pronipoti Mattia, Adele, Luca, Federico e Leonardo, tutti legatissimi a nonno Beppe.. I funerali saranno celebrati martedì alle 10,30 nella chiesa di Billiemme, mentre il Rosario verrà recitato lunedì alle 17 nella camera ardente dell’ospedale.

Nipote e figlio dei ristoratori (il nonno era Giuseppe detto Pantera, il padre si chiamava Luigi, detto Paio) che avevano aperto nel 1922 il celebre ristorante di via Trino (proprio di fronte all’attuale collocazione), Giuseppe aveva ereditato l’attività ma inizialmente l’aveva affidata a provetti e anche giovani cuochi (dal popolarissimo Rino, che poi aveva aperto la trattoria Tripoli di corso Prestinari, ad Ernestino Spessa, a sua volta tanto bravo quanto conosciuto in città) e soprattutto alla moglie Emilia, conosciuta a Casalino, vero e straordinario “motore” del locale. Sapendo che il San Giovanni era in buone mani, si era dedicato all’attività di rappresentante del Caffè “Medaglia d’oro”, tenendo sempre però un occhio di riguardo verso il suo ristorante, di cui curava gli acquisti dei prodotti alimentari.

Con Rino e soprattutto con Tino Spessa, grazie alla strepitosa conduzione di Emilia Antoniazzi, il “San Giovanni” si era trasformato in un grande punto di riferimento per tutti coloro che volevano gustare la caratteristica cucina piemontese e vercellese di alta qualità; abbandonata quindi la rappresentanza del caffè, Giuseppe era tornato ad occuparsi direttamente del ristorante, specializzandosi soprattutto in due piatti: la panissa e il frutto misto.

Erano gli Anni Settanta. Il “San Giovanni” divenne il ristorante ufficiale della Pro Vercelli ed ospitò clienti assai noti come, tra gli altri,Tullio De Piscopo, Totò Cutugno, Lola Falana, Gegè Di Giacomo (il popolarissimo batterista e cantante di Renato Carosone). Ricorda Tino Spessa: “Sovente, con Ninì Fabbris, veniva il  campione del mondo di automobilismo Manuel Fangio, che pretendeva la nostra panissa, a qualunque ora del giorno e della notte”.

Nel 1978, la famiglia Vercellino vendette il “San Giovanni” alla famiglia Feo e decise di trasferirsi in Liguria, a Loano, dove aprì una pensione-ristorante, che si chiamava “Splendor” e che divenne meta di quasi tutti i vercellesi che decidevano di andare al mare in Liguria. In cucina alla  “Splendor”, dove intanto aveva incominciato a lavorare anche il genero, Stefano, con Giuseppe, Emilia e Mirella c’era anche Tino Spessa, che li aveva seguiti. E fu proprio Tino Spessa il primissimo cuoco a riavviarli a Vercelli quando i Vercellino tornarono nove anni dopo per aprire un nuovo ristorante, “I Lancieri”, sempre in via Trino, ma più verso il centro, dove ricominciarono a riunirsi le grandi compagnie che affollavano puntualmente il “San Giovanni”.

Successivamente, tornando proprio dove c’era il loro “San Giovanni”, i Vercellino gli Avonda provavano anche l’esperienza del Pub, aprendo l’”OscarWilde”: attività che mantennero fino al 2000.

Giuseppe Vercellino, orgoglioso della sua croce di cavaliere, negli ultimi anni non faceva solo il tra l’altro amatissimo nonno e il bisnonno. Coltivava la passione della pesca, trepidava per la sua squadra del cuore: il Torino. E periodicamente, si metteva ai fornelli. Dice il genero Stefano Avonda: “In famiglia abbiamo la tradizione di fare il pranzo di Natale il giorno dopo, e anche nell’ultimo a Santo Stefano, s’era messo a cucinare per tutti. Noi perdiamo una cara persona che ci rimarrà per sempre nel cuore, ma perde una grande persona anche l’intera città”.

Edm

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