Vercelli – Ci sono persone che nobilitano la loro città con l’esempio che sanno dare nella vita privata, nel lavoro e anche negli hobby. Benedetto Martinotti, per tutti “Detto, che si è spento l’altro giorno alla Casa di Riposo di piazza Mazzini, e che aveva 91, era davvero un gran signore.
Trasportatore con l’azienda in via Siracusa, aveva una bellissima famiglia (la moglie Evelina, scomparsa 16 anni fa, i figli Paolo e Cristina) e il suo hobby, anzi una passione, forse addirittura una missione, era per il calcio. Tifosissimo della Pro Vercelli (e del Toro), si è sobbarcato centinaia di trasferte al seguito delle bianche casacche. Perché amava il calcio come sport, ma soprattutto come disciplina sportiva, convinto com’era che il suo sport prediletto dovesse divertirlo, appassionarlo, ma soprattutto insegnare ai giovani la correttezza, la lealtà. I valori trasmessi durante l’epopea delle bianche casacche.
Per passione faceva l’arbitro e, una volta conclusa l’attività nei campionati minori, era andato a fare, da socio del Gruppo Sportivo Canadà, il direttore di gare nelle categorie pulcini dove, più che arbitrare, dispensava consigli ed educazione sportiva ai bambini che si erano appena avvicinati al calcio.
Da qualcje tempo era ospite della Casa di Riposo di piazza Mazzini dove s’era goduto, nei mesi scorsi, uno spettacolo musicale organizzato nella struttura dal consigliere comunale Michelangelo Catricalà, cui aveva partecipato anche chi scrive. Era felice per le canzoni di Celentano e per le poesie in dialetto.
E’ stato sepolto questa mattina e tumulato nel cimitero d Billiemme. La Pro Vercelli, quando questa terribile pandemia sarà cessata, dovrebbe onorarlo come si merita. Con un premio di fedeltà alla memoria: perché un tifoso così è di quelli che fanno rispettare la tua città anche in trasferta. Parola di uno che l’ha visto “fuori le mura” per tanti anni. Addio
