Addio a Carlangelo Schaier imprenditore, sportivo provetto ma soprattutto galantuomo

 

A Vercelli era impossibile non conoscere Carlangelo Schaier: se n’è andato questa sera a 85 anni, lasciando nel dolore la moglie, Maria Teresa Borasio, i figli Rodolfo, Vittorio e Davide ed un esercito di amici, che gli volevano bene. I funerali saranno celebrati sabato alle 10,30 in Duomo.

Schaier era un personaggio colto, intelligente, spiritoso. Titolare di un’impresa di Caresanablot per la produzione di materiali metallici, la Ariotti Group (ora passata ai figli) era soprattutto noto in diversi ambiti sportivi. In gioventù fu un eccellente giocatore di basket, al punto di approdare, con la Faini, in serie B, in una indimenticabile annata: la ‘58-‘59.

Ma la sua grande passione era soprattutto la montagna. Sciatore provetto, con l’indimenticabile sorella Marta ed il cognato Franco Ravera, è stato per sei anni – dal 1979 al 1985 – presidente del Cai vercellese. E, grazie ai suoi trascorsi sportivi, era diventato un personaggio di spicco anche nel Panathlon Club, ricoprendo gli incarichi di tesoriere e di vice presidente. Lo ricorda, com affetto, l’attuale presidente Agostino Gabotti: “Carlangelo era una persona squisita, con la quale era inebriante conversare. Ci mancherà tantissimo”.

Inoltre, Carlangelo Schaier era un grande giocatore di bridge, colonna portante della squadra della Pro Vercelli che ha fatto incetta di premi nazionali e internazionali.

Ma soprattutto amiamo ricordare Schaier come un galantuomo d’antico stampo, una “razza” che purtroppo sta scomparendo. Per Vercelli, una perdita molto dolorosa.

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1 commento

  1. E ‘ e vuol essere una piccola e modesta dedica ad un uomo, come voi lo definite”un galantuomo d’antico stampo”, che ha concluso il suo viaggio terreno per volare lassu’ nel Regno dei Cieli e proseguire la sua avventura di sciatore, di escursionista, di cestista, ecc., ecc., ma soprattutto di uomo d’altri tempi: schietto, sincero, a volte “gigione”, sensibile, estremamente umano, ricco d’intelligenza, mai sopra le righe e in particolare sempre pronto ad affrontare con calma e pacatezza tutti i vari problemi che allora si presentavano all’interno del vecchio CAI e… risolvendoli. Si, il vecchio CAI, come io lo definisco, avendolo vissuto per alcuni anni molto da vicino con accanto figure mitiche, come lo era lui. Allora l’informatica non c’era o meglio era agli albori. Ma con carta e penna e tanto sentimento le cose andavano ugualmente avanti e molto bene direi. Lui era uno di questi magici “signori” del CAI di via Stara che tiravano avanti la “baracca” sino a vestire i panni di presidente. Ma indossando sempre quell’abito che lo aveva da subito contraddistinto, fatto con tessuti sani e ricchi di serieta’, calma e tanta saggezza. Ora e’ partito per altri lidi. Un vero peccato, soprattutto quando si perde un grande amico e un uomo appartenente ad una razza ormai in via di estinzione. Grazie carissimo amico Carlangelo Schaier per tutto cio’ che mi hai regalato in quel meraviglioso periodo di vita montana e non. Bastava un tuo semplice ma profondo sguardo per comprenderti ed imparare a volerti bene. E grazie a tutti coloro che ora piangono Carlangelo ( i “veci” del CAI ) e che mi hanno donato immagini di vera vita, talmente forti da superare qualsiasi difficolta’. Vola amico Carlangelo e non fermarti mai. Un grande ed immenso abbraccio.

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