Addio a Roberto Binaschi, leggenda della pallavolo vercellese: aveva 77 anni

Il giovanissimo Roberto Binaschi (21 anni) nell’Olimpia più forte di tutti i tempi . L’immagine è tratta dal libro di Alberto Bertone “Verde Ramarro”

Dopo una lunghissima malattia, a 77 anni, si è spento Roberto Binaschi, che, con Mario Pastore e Giacomo Roveglia, ha costituito il più forte terzetto di giocatori vercellesi di tutti i tempi della grande Olimpia di Nino Piacco.

Binaschi, che è stato amatissimo insegnante di ginnastica in diverse scuole vercellesi (lo ricordiamo soprattutto alla media Verga), lascia la moglie Sandra Brunetti, a sua volta docente molto conosciuta di lettere alla media “Avogadro”, il figlio Luca, con Carlotta, Pietro e Carolina, la sorella Maria Carla e il fratello Riccardo. Quindi i cognati ed i nipoti, ed i cari parenti liguri Silvana, Antonella e Franco Paniati.

I funerali saranno celebrati domani, venerdì, alle 9,30, nella chiesa di San Cristoforo, dove oggi alle 17 sarà celebrato il Rosario.

Nella sua monumentale storia della pallavolo vercellese, “Verde Ramarro”,  una sorta di vangelo del volley targato Olimpia, Alberto Bertone pone Binaschi – tenendo conto di diversi fattori, dalle presenze in Nazionale a quelle in campionato al livello dei campionati stessi  – al terzo posto nella classifica dei più grandi pallavolisti vercellesi di sempre, appunto dietro a Pastore e Roveglia. In Nazionale Binaschi ha totalizzato 13 presenze (tra formazione A e B), andando a disputare, giovanissimo, i Mondiali di Praga; mentre le presenze nell’Olimpia sono state 490, tra serie A e B.

Egli fece parte del “mitico” sestetto dei sogni, il vero “dream team” dell’Olimpia, che raggiunse il quarto posto assoluto in campionato nel 1967, dopo aver fatto addirittura a lungo sognare lo scudetto. Questo sestetto: Scarenzio, Pastore, Binaschi, Roveglia, Martini, Grillenzoni. Allenatore Cesare Filippone e consulente speciale il mister degli juniores e della squadra femminile, Cesare Losa. Palleggiatore di elevatissima qualità, era ripetutamente considerato dalla “Gazzetta dello Sport”, tra i migliori in campo nelle partire dei “ramarri”.

Questo come atleta. Nella vita di tutti i giorni, Binaschi, grande tifoso milanista, era uomo di enorme simpatia, intelligente e spiritoso, cui era impossibile non voler bene.

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