Vercelli Solidale: “Perchè le istituzioni sono immobili nei confronti dei migranti che dormono in piazza?”

Con una lettera inviata alla Prefettura il gruppo di associazioni “Vercelli solidale” “stigmatizza il comportamento delle istituzioni vercellesi, comune e Prefettura,  per la mancata assunzione di tempestivi provvedimenti atti a evitare lo stazionamento e il pernottamento di gruppi di migranti richiedenti asilo, nei giardini pubblici cittadini. Tale comportamento – scrivono -, contrario alle norme vigenti che attribuiscono a Sindaco e Prefetto il compito di assumere provvedimenti immediati in materia, non solo viola i diritti umani relativi all’accoglienza , ma mette a repentaglio la salute e la sicurezza dei cittadini, specie riguardo a possibili diffusioni di covid-19 e altre malattie contagiose. Vercelli Solidale auspica che tra le suddette istituzioni e la locale dirigenza Asl si instaurino rapporti tali da consentire immediate analisi della situazione sanitaria delle persone di cui si tratta. Vercelli Solidale rinnova la propria disponibilità a collaborare con le istituzioni locali ma precisa che in nessun caso intende sostituirsi ad esse”.

 

Il riferimento è al nuovo gruppo di migranti  – il terzo in poche settimane – accampato in piazza Mazzini in attesa che si completino le procedure di identificazione e inserimento nel percorso del richiedenti asilo,  si tratta di giovani pakistani che dormono in terra da giorni.

 

Ecco il testo della lettera:

 

Alla cortese attenzione del signor Prefetto e del signor Sindaco della città di Vercelli,

Nel mese di agosto 2020, la rete inter associativa “Vercelli Solidale”, com’è noto, ha operato, e opera tutt’oggi, per fornire una prima assistenza e un ricovero dignitoso a un gruppo di richiedenti asilo che si sono trovati costretti a pernottare e a stanziare in piazza Mazzini in attesa di essere identificati e poter formulare una domanda di protezione internazionale presso la Questura di Vercelli.

Come previsto dal Decreto legislativo 142 del 2015 in materia di accoglienza di richiedenti protezione internazionale, la prima accoglienza finalizzata all’identificazione, la verbalizzazione e l’avvio della procedura di esame della domanda di asilo, oltreché l’accertamento delle condizioni di salute e la sussistenza di eventuali situazioni di vulnerabilità che comportino speciali misure di assistenza, sono disposte dal prefetto il quale, sentito l’ente locale, individua la struttura più idonea. Nel mese di agosto ciò non è tempestivamente avvenuto.

Questo vuoto istituzionale ha pertanto fatto sì che i richiedenti asilo di cui sopra, giunti sul territorio vercellese dopo un lungo percorso migratorio che li ha portati ad attraversare anche alcuni paesi balcanici attualmente considerati a rischio dal punto di vista sanitario, non solo non ricevessero l’accoglienza prevista per coloro che domandano una protezione d’asilo, ma nemmeno venissero ospitati in una struttura che ne garantisse l’isolamento fiduciario fino all’esito del test per la diagnosi di SARS COVID – 2. Ciò ha arrecato un grande rischio non solo per la salute degli stessi, ma per la cittadinanza tutta.

Spinti perciò da una necessità umanitaria e di emergenza la rete di cui sopra si è fatta portavoce delle necessità di questo gruppo di richiedenti asilo occupandosi della loro prima accoglienza, del loro accompagnamento presso la questura per l’identificazione e la compilazione della domanda di protezione, del vitto e della fornitura di abbigliamento fino alla presa in carico dell’ente pubblico.Alla luce di quanto avvenuto fino ad oggi, chiediamo alle istituzioni cittadine di intervenire secondo le proprie competenze con la dovuta urgenza per affrontare i problemi conseguenti alla presenza in città di richiedenti asilo e al fine di evitare il ripetersi di simili situazioni.

Rinnoviamo, inoltre, la nostra disponibilità a collaborare fattivamente con le istituzioni, eventualmente anche con la Protezione civile che dispone di mezzi e personale adeguato, sulla base di una corretta distinzione di ruoli e competenze e di rispetto della normativa attuale, richiedendo l’attivazione il più presto possibile di un apposito tavolo in Prefettura nel quale siano presenti: l’ASL, la Questura, il Comune, i Sindacati, le Associazioni di volontariato, al fine di gestire le problematiche sanitarie, assistenziali e logistiche in situazioni similari e per costruire insieme sul territorio un protocollo d’intesa che preveda l’attivazione di procedure chiare per l’immediata assistenza igienico-sanitaria, per il ricovero temporaneo, per il vitto e per la definitiva allocazione. Con rispetto e collaborazione

 

Gian Carlo Locarni, presidente del Consiglio

Sulla questione poi, noi giorni scorsi, era intervenuto anche il Presidente dei Conisiglio comunale Giancarlo Locarni, che aveva scritto: “Continuerò a ribadirlo fino allo sfinimento se necessario, la triste situazione che continua ciclicamente a crearsi in piazza Mazzini con il bivacco di persone, ribadisco persone, che da giorni non riescono a regolarizzare in un senso o in un altro la propria posizione, rimane frutto di un lassismo governativo. Questo non per rimpallare responsabilità tra enti ed istituzioni, in quanto il comune per quota parte di competenza e per integrità sia morale che sociale dove poteva e può intervenire è intervenuto ma bensì per sottolineare che persone presenti sul suolo nazionale da circa un mese non possono e non dovrebbero essere in tale situazione. Al di là degli interventi sul territorio da parte di cittadini e associazioni che vanno ringraziati e supportati, verrebbe da domandarsi retoricamente come mai questo accada. Sarà nuovamente compito delle politiche sociali farsi carico di tale situazione e se si le risorse economiche disponibili saranno sufficienti per tutti visto che negli anni i tagli verticali si sono fatti sentire su tutti i settori della pubblica amministrazione. L’interrogativo non può e non deve essere quello di sciegliere chi aiutare ma mettere nelle condizioni corrette gli enti locali e le istituzioni in genere di poter agire e sopratutto di avere a livello centrale azioni celeri nello svolgere i propri compiti, politiche migratorie fallimentari portano a situazioni di difficile sostegno alle persone e di difficile attuazione da parte degli enti preposti”.

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2 Commenti

  1. Il vero problema è che, se è pur vero che molti di questi ragazzi africani vengono per motivi di “lavoro” e non sono rifugiati politici, ma comunque il Governo è felice di accoglierli, altri c.d. migranti di Paesi del Nord Africa (e/o partiti da li) sono a tutti gli effetti cittadini del mondo .. contro i quali potremmo essere in guerra .. ma il Ministero non sa esattamente ancora bene da che parte stiamo. Trattandosi di scegliere fra Turchia, Russia, Francia, Usa e Germania, Grecia etc.. contemporaneamente si dovrebbe tenere conto che L’Eni è ancora nostra. Quindi a parte il terrorismo, dovremmo valutare se sparare per difendere i confini (confini?) o riempirli giustamente di coccole e prestare i soccorsi dovuti da ogni Stato Democratico come il nostro, e cercando di farlo Bene perché alla lunga loro non sempre apprezzano.

  2. Non basta un tetto un piatto di panisa. Bisogna garantire a queste nuove risorse una vita dignitosa, intanto che si inseriscano senza problemi nella comunità senza cedere alla tentazione a delinquere che tutti c’assedia e insidia, dovrebbero godere per legge del reddito di cittadinanza, con un plus, dovuto alle difficoltà obiettive per intendere sin da subito l’economia italiana. E poi, tutti a scuola (accesso senza mascherina e tampone, finché non saranno immersi in Dante, Alighieri, e Raffaello, Sanzio) e studino la nostra storia e cultura. Tutto ciò eviterà altrimenti inevitabili e atavici rischi … già ben noti ma non risolti
    https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/parma-marocchino-rapina-stupra-anziana-167429/
    https://www.youtube.com/watch?v=kB-3N1WzWVo&feature=emb_logo

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