A Vercelli è il giorno del dolore: gli addi a Marco e Loris

Tantissime persone ai funerali di Marco Rova (foto) e di Loris Guzzon

 

Vercelli – Oggi, 5 agosto 2019, a Vercelli è il giorno del dolore e del silenzio. A distanza di una sola ora, l’uno dall’altro, gli addi a due giovani uomini: prima, in Duomo, quello a Marco Rova, 44 anni, morto nel sonno accanto alla moglie incinta di sei mesi; poi, nella chiesa del Concordia (gremita com’era gremita la Cattedrale), quello a Loris Guzzon, che avrebbe compiuto 33 anni fra quattro giorni è spirito dopo lunghe sofferenze.

Marco Rova

Due morti che hanno lasciato una scia di dolore sterminata. E non è un caso che i entrambi i sacerdoti che hanno dovuto ricordarli in chiesa, don Gianfranco Brusa (il parroco di Asigliano) e don Augusto Scavarda (il parroco dell’Isola) siano ricorsi alla stessa considerazione sul “mistero dei disegni di Dio”, su quei progetti a volte “umanamente incomprensibili” che “non comprendiamo, ma che accettiamo”.

Loris Guzzon

Attingendo a due Vangeli diversi (il miracolo della resurrezione di Lazzaro in Giovanni e il discorso delle beatitudini di Matteo), don Gianfranco e don Augusto hanno cercato in qualche modo di lenire il dolore insopportabile, di una moglie in attesa del primogenito, di una madre e del fratello e di due genitori. Don Brusa ha detto che “tra poco la vita rinascerà in quel figlio, voluto e atteso”. Don Augusto ha inquadrato Loris tra le anime dei giusti, che sono nelle mani di Dio”.  “Perché Loris – ha detto – con la sua allegria, la sua sincerità, la sua generosità appartiene senz’altro alla categoria di quei giusti di cui parla il Vangelo”.

Amico di famiglia – in particolar modo della mamma di Marco, Giusi, assidua anche nelle visite alla Grotta di Lourdes organizzate dal sacerdote  – don Gianfranco, che aveva sposato cinque anni fa Marco ed Elena un un paesino sul lago d’Orta, don ha concluso così: “Signore, consegno Marco nelle tue mani, e solo questo dà pace al mio cuore”. E poi, al termine della cerimonia funebre, ha abbracciato a lungo Elena che gli ha detto: “La aspetto al battesimo, perché adesso Marco vive dentro di me”.

Rivolto ai genitori di Loris, Marilena e Giorgio, don Augusto ha invece detto: “Dio vi accompagni nel cammino della vita, che adesso per voi è diventato così difficile”.

Parole di speranza, disperatamente cercate e probabilmente trovate dai due sacerdoti. Ma negli sguardi di tutti – i familiari, i parenti, la moltitudine dei presenti oggi nelle due chiese – c’era solo dolore, dolore e ancora dolore. Quel dolore che solo la fede può attenuare, ma non cancellare. E dev’essere quella fede che smuove le montagne.

edm

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