Vercelli – Dopo la bella serata inaugurale con le musiche rossiniane suonate dalla Camerata Ducale e coreografate da EgriBiancoDanza, il XXI Viotti Festival propone sabato al Civico (inizio alle 21) un notevole recital pianistico del giovane, ma già pluriaffermato Filippo Gorini. Possiamo garantirvi che si tratta di un fuoriclasse, di un pianista (ora ha 23 anni) destinato a passare alla storia. Al di là dei Concorsi vinti (ad esempio il Telekom-Beethoven di Bonn, tre anni fa, suonando le Variazioni Diabelli), basta citare ciò che ha detto di lui il grande pianista russo Andrei Gravilov: “Ha intelletto, temperamento, ottima memoria, immaginazione vivida e grande controllo”. E poi, a riprova che Gorini sia davvero un predestinato al ruolo di pianista di razza, il fatto che sia stato preso sotto l’ala protettiva nientemeno che dal pianista austriaco Alfred Brendel, uno dei più grandi musicisti del XX secolo, oggi ottantasettenne. La cosa singolare è che Gorini decise di passare dall’hobby alla professione pianistica proprio dopo aver ascoltato Beethoven interpretato da Brendel (e Schubert suonato da Wilhelm Kempff), come egli ha spiegato nelle interviste concesse ai giornali.
Un’altra cosa che il giovane pianista di Segrate ha detto nel corso delle sue mai banali interviste (l’intelligenza che vi si coglie è palpabile) è la predilezione per l’accostamento, nei programmi, della musica antica alla moderna. Ed il concerto di sabato sera ne sarà una riprova perché il giovane pianista lo aprirà con una pagina del compositore contemporaneo ungherese, di origine rumena, Gyorgy Kurtàg, “Splinters” (Schegge). Il novantaduenne Kurtàg, tra l’altro, è il musicista del momento nel mondo perché proprio il 15 novembre scorso è andata in scena, alla Scala, la prima mondiale della sua prima opera lirica: “Samuel Beckett: Fin de partie, scénes et monolugues, opera en un acte”. Un’opera, tratta appunto dal testo teatrale di Beckett, che la critica ha salutato come un vero capolavoro.
Dopo Kurtàg, Gorini proporrà una pietra miliare del pianismo di ogni epoca: la “Kreisleriana” opera 16, il monumentale omaggio di Schumann a Chopin. Ed infine, nella seconda parte del concerto, un altro “monumento”, celebrato nei secoli e nel mondo: l’ultima Sonata composta da Schubert poco prima di morire e pubblicata postuma: quella in si bemolle maggiore D960.
Un programma semplicemente straordinario eseguito da un pianista straordinario: accorrere per credere.
Il concerto è nella stagione ad abbonamento, ma la Ducale, sempre foriera di sorprese, ha deciso di inserirlo in una sorta di Black Friday del giorno dopo, che difatti si chiama “Black Saturday”. In sostanza, i non abbonati o non abbonate che si presenteranno al botteghino del Civico vestiti di nero avranno il trenta per cento di sconto sul biglietto. Presentandosi in nero, invece, gli abbonati o le abbonate potranno fare entrare gratis un’altra persona.
Seconda sorpresa: mezz’ora prima del concerto, e cioè alle 20,30, Gorini sarà intervistato dal critico e musicologo Attilio Piovano (ormai una colonna portante delle stagioni della Ducale) al Ridotto del teatro.
EDM