Gentile Direttore,
Tra due mesi circa terminerà definitivamente il mio mandato di Consigliere Comunale di minoranza. Non mi ricandiderò per problemi strettamente personali. Si chiuderà quindi anche l’Amministrazione del Sindaco Portinaro e, come vuole la tradizione, si traccia un primo resoconto di questi cinque anni, fatti soprattutto di tante promesse e di dichiarazioni rimaste senza seguito.
Molte erano le attese di una Città che anziché guadagnare punti come si direbbe in gergo sportivo, ha invece continuato a perderne quasi a raggiungere la zona retrocessione. Una Città abbandonata a se stessa, senza un piano o una strategia concreta di valorizzazione e di crescita, ovviamente per quanto sta nelle competenze, nelle responsabilita e in particolare nella intraprendenza dell’amministrazione comunale. Una Città che ha solamente recitato con il sipario sempre chiuso. Riunioni, parole, dichiarazioni cui non è seguita alcuna concretezza.
Nessuna prospettiva a Trino, a differenza di molti altri Comuni che invece hanno puntato molto sui loro valori, suscitando interesse sul territorio tanto da essere ormai tra le mete del fine settimana e non solo, con le loro iniziative culturali, sportive, ricreative ecc., richiamano un pubblico sempre più numeroso.
Per Trino invece, anziché puntare sui propri valori che sono molti ma per i quali è necessario lavorare sul piano delle idee; si è optato per la soluzione più comoda e meno impegnativa, quella di saltare sul carro di chi stava già lavorando su progetti che indirettamente coinvolgevano anche Trino. L’esempio più eclatante è la ciclovia VEN.TO, che dovrebbe collegare Venezia a Torino. Il contributo trinese si è limitato a due o tre incontri e basta, tanto da far apparire agli occhi degli spettatori che sul quel carro era salito anche il Sindaco Portinaro ma con nessun merito concreto in termini di progettualità e di prospettive che individuano i èunti di forza trinesi ma anche le potenziali ricadute sul territorio.
Tralascio tutti quelli che sono i grandi patrimoni trinesi che contribuirebbero a fare la differenza ma purtroppo sono lasciati lì, abbandonati, forse nella probabile attesa che qualcun altro sortisca l’idea per rimetterli in vetrina e creare intorno a loro, interessi e magari anche delle opportunità di lavoro per la nostra Città e non solo. L’elenco è lungo e il nulla di fatto di Portinaro è altrettanto lungo, ha concretamente perso occasioni e opportunità sia per la Città che per il territorio. A Trino sembrerebbe che tutto sia difficile e quindi meglio lasciar perdere. Anche le occasioni per finanziare progetti di valorizzazione con i Fondi Europei non sono neppure state tentate, troppo difficile e impegnativo. Eppure nel passato a Trino arrivarono dall’Europa circa dieci milioni di euro attraverso la Regione Piemonte che, politicamente, non sempre è stata in linea con l’Amministrazione comunale del tempo.
Non c’è stata neppure l’iniziativa e la volontà di creare aggregazioni con altri Comuni confinanti per mettere a fattor comune servizi e iniziative utili all’economia e alla finanza, ma anche per sviluppare interessi comuni su un Territorio variegato e significativo per la sua estensione. Una tendenza, quella del Sindaco Portinaro, esattamente contraria di quanto sempre più, in termini di aggregazione, si registra non solo in Piemonte ma in molte altre Regioni d’Italia. Parrebbe proprio che sull’isolamento trinese prevalga ancora l’atavico retaggio della inconciliabilità tra bandiere politiche di colori diversi.
E nonostante lo stesso colore politico, in questi cinque anni Trino non ha ricevuto dalla Regione un solo euro per il suo piano di messa in sicurezza ormai di portata biblica. Eppure la Regione ha ricevuto centinaia di milioni di euro per questi interventi, dirottati e impegnati in tutt’altre direzioni. Viene da pensare che Trino per il Piemonte sia politicamente insignificante o forse il Sindaco non ci ha neppure provato nonostante le tante sollecitazioni. Il risultato è che quel poco che si tenta di fare in termini di sicurezza è ancora finanziato dall’eredità, o dai disastri come li definisce Portinaro, ricevuta da un’amministrazione del passato.
Purtroppo invece la sua eredità dopo cinque anni di promesse e di spot giornalistici è una Città ancora più esposta al rischio idrogeologico, un’edilizia scolastica che anziché valorizzare la scuola, la penalizza seriamente distribuendola in strutture inadeguate e anche inutilizzate nonostante le spese sostenute; la nuova Scuola da costruire non è rimasta neppure sulla carta, bilancio compreso. Una viabilità in molti tratti dissestata, corso Cavour ne è un esempio. Tutto ancora da fare come la decantata pavimentazione dei portici, il completamento dell’impianto di depurazione delle acque e dell’acquedotto di San Genuario, ecc. ecc. ecc. Seguirà la seconda puntata.
Trino, 3 aprile 2018
Giovanni Ravasenga