Test sierologici: alla Camera l’esperienza di Borgosesia raccontata dall’on. Tiramani

Con un intervento di oltre 10 minuti, ieri il Deputato Paolo Tiramani ha raccontato alla Camera, riunita per esprimersi sul decreto legge sugli studi epidemiologici e statistici sulla diffusione del Coronavirus nella popolazione, l’esperienza della città di Borgosesia, dove il 23 e 24 maggio sono stati eseguiti 10800 test sierologici sulla popolazione residente.

 

Nell’aula il Deputato ha sottolineato come lo screening di massa effettuato a Borgosesia abbia fornito dati epidemiologici importanti, che combinati ad altri rilievi effettuati in altre realtà italiane, possono fornire al Governo un panorama epidemiologico importantissimo rendendo inutile effettuare nuove statistiche a livello nazionale: “Nella mia città, Borgosesia,  – ha detto Tiramani – il test, gratuito e volontario, è stato possibile grazie al finanziamento di un privato, ed è stato organizzato secondo un percorso, individuato con l’Asl e l’Università del Piemonte Orientale, che prevedeva anche che i soggetti con determinati valori venissero immediatamente sottoposti a tampone. Le analisi fatte a Borgosesia – ha continuato il Deputato – hanno evidenziato che i soggetti asintomatici positivi derivavano da IGG positivi, mai da IGM come invece si tendeva a pensare. Questa casistica, che l’Università ha razionalizzato sotto forma di indagine epidemiologica, evidenzia tutti quei dati che si andrebbero a rilevare con un ulteriore screening su 150mila italiani, niente di meno”.

 

Sulla scorta di queste informazioni, che si aggiungono a quelle raccolte dalle diverse Asl, Ospedali, aree dove il Covid ha colpito nei mesi scorsi, Paolo Tiramani ha dunque invitato il Governo a ripensare ai propri propositi: “Test sierologici fatti oggi non sono solo tardivi – ha detto – direi che sono addirittura inutili. L’unica cosa sensata sarebbe far convergere tutte le risorse nello studio approfondito delle caratteristiche del virus stesso, e non sulla casistica ad esso legata. In vista dell’autunno, con la riapertura delle scuole e con la possibilità di una secondo ondata, sarebbe molto più utile sapere come curare il Covid, piuttosto che conoscerne le modalità di manifestazione”.

 

 

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