Sulla Processione delle Macchine l’incognita Meteo

Un’immagine della Processione dello scorso anno: il passaggio in piazza Cavour (foto Greppi)

Sulla Processione delle Macchine in programma stasera, Venerdì Santo, a partire dalle 20,30, incombe l’incognita pioggia. Da giorni infatti, si aspettava la pioggia come manna dal cielo, ma purtroppo il Meteo – tranne aggiornamenti dell’ultimissima ora – la prevede solo e proprio stasera e le “Macchine”, che sono fatte di legno policromo, con la pioggia non possono proprio sfilare. 

La grandi stature lignee raffiguranti la Passione di Cristo raggiungeranno la basilica di Sant’Andrea già questo pomeriggio, provenienti dalla Confraternite dove sono custodite tutto l’anno. Se ci sarà il via libera per la Processione lungo le vie del centro, saranno quindi portate all’aperto, davanti a Sant’Andrea per poi sfilare – tutte portate a braccia – lungo il percorso stabilito: via Galileo Ferraris, via Guala Bicchieri, piazza Sant’Eusebio, piazza d’Angennes, via Duomo, via Gioberti, piazza Cavour e ritorno in Sant’Andrea da via Galileo Ferraris. In caso contrario, la processione, ovviamente in forma ridotta, si svolgerà all’interno della basilica.

Un’altra immagine suggestiva delle “Macchine” (foto Greoppi)

Così come è avvenuto lo scorso anno, anche per ragioni di un allarme Covid non ancora del tutto rientrato, anche stasera l’arcivescovo Marco Arnolfo (che chiude sempre la Processione con il Santissimo) parlerà ai fedeli prima della Processione, limitandosi dopo agli auguri e alla benedizione.

Ricordiamo che rito fu istituito ufficialmente nel 1759 dal vescovo Broglia dopo una riunione nella chiesa di Santa Caterina e che in origine veniva compiuto il Giovedì Santo e non il Venerdì, secondo l’Ordinatio delle Venerande Confraternite di Vercelli. Tuttavia da un inventario della Confraternita di San Bernardino sappiamo che già nel 1622 una «croce granda di legno che si porta zobia santo» sfilava in processione per le vie della città, ma bisognerà aspettare appunto il 1759 per vederla più o meno come lo è oggi. Dal 1833 venne posticipato al Venerdì Santo, e da allora è sempre stato così, con parecchie variazioni sul percorso e sulle modalità di trasporto delle “Macchine” che in tempi tutto sommato recenti  venivano collocate su automezzi: adesso si è tornati a portarle sulle spalle: ci pensano i volontari delle Confraternite, ma anche i Vigili del fuoco.

Nei giorni scorsi abbiamo più volte sottolineato i legami strettissimi tra le “Macchine” e la “Fontione dell’Entierro”, rappresentata mercoledì sera in Sant’Andrea, che si svolgeva inizialmente in San Marco (oggi sede dell’Arca) e che poi venne trasferita in basilica: era proprio l’Entierro a venire messi in scena il Venerdì Santo e, dopo la sua soppressione, nel 1796, è poi stato progressivamente sostituito – appunto dal 1833 – dalla Processione.

Come ha sottolineato Massimiliano Muraro sul nostro giornale on line, per oltre sessant’anni le Macchine non furono nove, ma cinque: il Cristo nell’orto della Confraternita di Santa Caterina, il Cristo alla colonna di San Nicola da Tolentino, la Coronazione di spine di San Bernardino, l’Ecce Homo di Sant’Anna, il Cristo che porta la croce di Sant’Antonio Abate.

Dal 1825 si aggiunsero il Cristo tra i carnefici di Santo Spirito, il Cristo morto di San Giuseppe; più avanti la Mater dolorosa della Compagnia di San Vittore. Fu in quegli anni che l’arcivescovo Alessandro D’Angennes volle che questi otto gruppi si unissero alla processione del Venerdì Santo, organizzata con il Santissimo Crocifisso di Sant’Andrea, la nona “Macchina”.

L’appena restaurata Macchina di San Bernardino, ieri sera durante la visita ai “Sepolcri”

Ricordiamo che, causa Covid, la Processione venne annullata nel 2020 e, l’anno successivo, sempre a causa delle restrizioni imposte dalla pandemia, si svolse in modo virtuale attraverso i canali Facebook e YouTube del Comune.

Intanto, ieri, molti vercellesi hanno celebrato un altro rito antichissimo: quello della cosiddetta “visita ai Sepolcri”, vale a dire agli altari della Reposizione allestiti in gran parte delle chiese e delle Confraternite. Chi è andato a visitare San Bernardino, in via Duomo, ha potuto ammirare la “Macchina” della Coronazione di Spine, forse la più famosa, appena ritornata da un accurato restauro (con un opportuno recupero dei colori) compiuto a Dormelletto. Per tradizione, le visite ai “Sepolcri” devono essere  in numero dispari e l’ideale sarebbe il numero sette.

Tornando a stasera se c’è incertezza sula possibilità o meno del reale svolgimento del rito, in ogni caso occorre prestare attenzione ai divieti di sosta e di transito installati in questi giorni, sul percorso, dal Comune.

Edm

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7 Commenti

  1. Mi permetto una correzione: il restauro della macchina Incoronazione di spine è stato eseguito da Carola Ciprandi e Daniela Morosi a Parabiago (MI), e non a Dormelletto.

  2. Mi associo al commento che mi ha preceduto, essendo la restauratrice che ha eseguito il restauro della macchina processionale incoronazione di spine insieme alla collega Daniela Morosi. Ma da quali fonti prendete le notizie?! Mi stupisco della vostra assoluta mancanza di professionalità!!!

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