Sindaci valsesiani e vertici Asl: contrasti su come rilanciare l’ospedale di Borgosesia

 

Riunione tesa quella di ieri pomeriggio tra i sindaci della valsesia e i vertici dell’Asl di Vercelli, alla presenza del direttore generale Chiara Serpieri. Sul tavolo le necessità in termini di medici e di personale perché l’ospedale di Borgosesia torni a funzionare con tempi d’attesa meno lungi e maggiori servizi. E a fotografare una situazione non certo rosea i dati indicati dai sindaci: 224 giorni di attesa per una mammografia, 150 per un ecodoppler, 143 per una visita neurologica, 90 per una pneumologica, due anni, come sappiamo, per la logopedia. E, come ciliegina sulla torta, la chiusura di quest’estate con relative proteste e picchetti, del Punto Nascite poi riaperto a settembre.

 

Da un lato i sindaci valsesiani, scontenti e pronti a dare battaglia, hanno esposto le loro ragioni, attaccando la guida attuale dell’Asl descritta come incapace di creare le condizioni per attirare medici e primari necessari ad abbattere i disservizi, con l’onorevole Tiramani, sindaco dei Bogosesia, ed Eraldo Botta, sindaco di Varallo che hanno puntato sulle “scelte sbagliate dell’Asl”. Indicando poi, ad esempio, nella ricerca di adeguate convenzioni una delle strade da perseguire. “La mia non è una guerra politica ha sottolineato anche Paolo Tiramani rivolgendosi direttamente al direttore generale Serpieri -, infatti reputo come uno dei migliori direttori generali che Vercelli abbia avuto Vittorio Brignoglio, divenuto direttore con un governo regionale Pd e dal quale lei, dottoressa Serpieri, dice di essere stata allieva: evidentemente ha imparato male”.

 

Dall’altra la dirigenza Asl con la dottoressa Serpieri che ha spiegato a più riprese la grandi difficoltà nel reperire medici, i quali per scelte personali, di carriera o altro, non paiono ben disposti verso Borgosesia, “e io mica posso obbligarli” avrebbe aggiunto la numero uno dell’Asl. Insomma per l’Asl il problema sarebbe quello di uno “scarso appel” che avrebbe la struttura borgosesiana, benché si tratti di un ospedale di giovanissima realizzazione, la quale verrebbe nella maggior parte dei casi rifiutata quando inserita in una proposta di contratto.

 

La riunione si è dunque conclusa su posizioni distanti, con i sindaci valsesiano però tutt’altro che intenzionati a lasciar cadere la cosa.

 

Giusto ieri, poi, il “Comitato Permanente di Sorveglianza e Proposta a Difesa della Sanità Valsesiana e Vercellese”,il cui portavoce è Daniele Baglione, primo cittadino di Gattinara, era tornato alla carica sui temi della carenza di personale medico specialistico in ginecologia, radiologia, ortopedia, pediatria e medicina generale.

“La carenza di medici disponibili a lavorare sul nostro territorio destabilizza il nostro assetto sanitario – si legge in una nota diffusa in giornata – Questo problema, pur comune ad altri territori, va affrontato e risolto rapidamente ed efficacemente con soluzioni logiche, attuabili e condivise. Per garantire servizi sanitari eccellenti, sostenibili ed equi noi proponiamo di valorizzare le professionalità sanitarie esistenti sviluppando sinergie nell’organizzazione delle attività e dei servizi con aziende sanitarie limitrofe realizzando unioni funzionali tra territori vicini”.

 

Secondo Baglione, ad esempio, gli ospedali di Borgosesia e di Borgomanero trarrebbero beneficio da una integrazione organizzativa di alcune funzioni “e ciò consentirebbe di elevare l’offerta sanitaria di entrambi i territori portando ad un ampliamento dei servizi”. “Ciò che non vogliamo, sono servizi precari, insicuri e insostenibili dal punto di vista dei costi. Pensiamo a Ostetricia – continua il sindaco Baglione – dopo le proteste che hanno permesso di ottenere la riapertura del Punto Nascita di Borgosesia mediante contratti con agenzie interinali, risulta ora necessario trovare una soluzione stabile ed equilibrata. Su questo tema, Noi proponiamo il coinvolgimento diretto del vicino Ospedale di Borgomanero, dove già oggi si recano moltissime future mamme. Anche il reparto di Ortopedia è a rischio, stando alle attuali risorse di personale medico disponibile. In questo caso – prosegue Daniele Baglione – la nostra proposta è quella di rinnovare la tipologia di attività ortopedica che può essere offerta dall’Ospedale di Borgosesia specializzandosi nella chirurgia ortopedica protesica, come hanno fatto ad Omegna tanto per intenderci. Con questa soluzione risolveremmo il problema delle lunghe liste di attesa negli impianti di protesi, ridurremmo la migrazione passiva e i connessi costi per la Regione e si troverebbero molto più facilmente specialisti disponibili a trasferirsi nel nostro territorio. Questa specializzazione consentirebbe di avere un servizio di riabilitazione e fisioterapia di eccellenza e creerebbe le premesse per il potenziamento dei servizi esistenti e per la creazione di posti di lavoro per tecnici e infermieri con ricadute positive anche per l’offerta alberghiera e commerciale del territorio”. “Il Comitato – conclude Baglione – invita le Direzioni Generali delle Asl del territorio a valutare attentamente queste proposte e ad effettuare convenzioni e accordi locali tra aziende sanitarie limitrofe che consentirebbero di superare le attuali criticità, dando risposte immediate e di lungo periodo”.

 

 

Posizione, quella di individuare nuove sinergie per rilanciare l’ospedale, cha alla fine pare incontrare l’interesse dell’Asl visto che in mattinata di oggi, martedì, la stessa azienda ha puntualizzato (rispetto all’incontro di ieri) “Sinergie, nuove assunzioni e specializzazione in alcune aree di attività. Sono questi gli obiettivi principali che l’Asl di Vercelli punta a perseguire per valorizzare l’ospedale di Borgosesia e fronteggiare le difficoltà crescenti, legate alla mancanza – ormai sempre più forte anche a livello nazionale – di medici specialisti. Obiettivi emersi dal confronto avuto ieri sera con i sindaci dei territori della Valsesia”.

“Dopo una analisi dello stato attuale del presidio S.S. Pietro Paolo – prosegue l’Asl in una nota -, che nonostante le difficoltà registrate in questi ultimi mesi ha fatto registrare su più ambiti un incremento di produzione, l’Asl ha ascoltato le considerazioni rappresentate dagli amministratori e accolto con favore alcune proposte. In particolare – oltre che procedere all’assunzione di nuove risorse, in particolare infermieri – è stata condivisa l’idea di una collaborazione più ad ampio raggio con altre realtà territoriali vicine, al fine di mettere a sistema le potenzialità di ciascuno. L’impegno della direzione, sarà dunque, quello di dialogare con altre strutture sanitarie per favorire la creazione di una rete di servizi, incrementando l’offerta di prestazioni”.

 

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