Il Sap: “Le leggi aiutano i colpevoli, tanto i pugni in faccia li prendiamo noi”

Vercelli – “Noi il nostro lavoro continuiamo a farlo e lo continuiamo a fare nonostante la giustizia ci ripaghi, nella maggior parte dei casi, con pene irrisorie, depenalizzazioni o indagati in stato di libertà. Ma questa è un’altra storia, una storia scritta da chi, legiferando, promuove il ‘favor rei’ perché tanto i pugni in faccia li prendiamo noi”.

E’ durissimo il comunicato emesso poco fa dalla segreteria provinciale del sindacato d polizia Sap in merito agli ormai famosi fatti avvenuti la notte del 29 e 30 aprile in prossimità del sottopasso di viale Torricelli, con alcuni agenti della Volante e della Polstrada di Varallo picchiati da due ubriachi, poi processati per direttissima, ma rimessi subito in libertà. Il ‘favor rei’ contestato dal Sap è il trattamento più favorevole al reo applicato nella circostanza, in dipendenza di leggi che il sindacato di polizia considera evidentemente inadeguate. “Come abbiamo più volte detto e spiegato – scrive il Sap – non si tratta di cercare e avere privilegi, ma di lavorare in condizioni migliori, nella maggiore sicurezza, per il bene degli operatori e, di conseguenza per quello della collettività, che è il fine del nostro operato”.

“Ovviamente – aggiunge il comunicato – non è che ci svegliamo oggi. E’ da anni, da molti anni, che è iniziato un gioco al ribasso che ha visto protagoniste tutte le forze politiche di questo Stato, portando ad un numero sempre minore il personale delle forze dell’ordine, e in special modo, della Polizia di Stato. Tutto questo a discapito della collettività”. 

E a questo punto la dura analisi del Sap si restringe sulla nostra città. “Vercelli – dice il sindacato di polizia – ne è un esempio, poche le volanti su strada, quasi costantemente nel numero di una. Uffici, sia amministrativi che  operativi, con un sempre più esiguo numero di personale. Forse è il caso di dire che Vercelli non è più quella di un tempo, di tanto tempo fa. Infatti c’era una Vercelli che aveva l’organico come quello mostrato in un filmato risalente all’anno scorso e intitolato ‘Una notte in volante’. Un filmato che purtroppo non può definirsi attuale. Sappiamo da quanti anni non esiste più l’ufficiale di polizia giudiziaria alla guida della Centrale Operativa Telecomunicazioni, o l’ispettore che guida un turno della Squadra Volante, e così via. Oggi la realtà è ben altra, e questo la collettività lo deve sapere”.

E quindi le amare considerazioni suoi fatti dell’altra notte: “I fatti accaduti in quest’ultimo fine settimana, noti ormai alle cronache, sono la conseguenza di questo gioco al ribasso. Un gioco di cui si paga il prezzo. Un prezzo pagato da chi è in strada. Pagato paradossalmente da chi, in quel filmato, ha messo la faccia in nome di tutti i poliziotti di Vercelli, dimostrando amore e spirito di sacrificio per il lavoro che svolge tutti i giorni, nonostante le carenze di risorse già esistenti”.

E dunque “C’è bisogno di uomini, per colmare i vuoti insanati di questa amministrazione. C’è la necessità di inquadrare Vercelli a Questura di di rango superiore. E’ ormai un azzardo pensare che una sola pattuglia, che sia Volante, che sia Stradale di Vercelli e Varallo Sesia, con due sole persone a bordo, possa essere la soluzione”.

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