Sanità: le Asl potranno usare medici in pensione per fronteggiare le emergenze delle strutture

Assunzioni e fondi per la sanità piemontese che potrà utilizzare anche i medici già andati in pensione per provare a garantire “l’erogazione dei servizi negli ospedali e nelle strutture della sanità regionale”. Si tratta di una misura straordinaria annunciata oggi in una nota dall’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte.

 

 

Il provvedimento, in dettaglio, consentirà alle aziende sanitarie di stipulare contratti di lavoro autonomo con medici già in pensione e con un’età massima di 70 anni “ma soltanto nel caso in cui siano già state effettuate senza successo tutte le altre forme di ricerca di personale (concorsi, mobilità, ricorso a personale esterno) e solo in situazioni di estrema criticità, qualora la carenza di dipendenti mettesse a rischio immediato l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza. La delibera è stata approvata oggi dalla Giunta regionale”.

 

 

L’assessore regionale alla Sanità sottolinea come si tratti di “uno strumento di urgenza in attesa che il Governo, che ha la competenza sulla formazione dei medici, formuli una vera proposta per affrontare l’emergenza causata a livello nazionale dalla carenza di specialisti negli ospedali del sistema sanitario: la priorità della Regione è di assumere giovani medici, ma al momento occorre scongiurare ogni possibile rischio di chiusura di reparti ospedalieri”.

 

 

Nei prossimi giorni l’assessore incontrerà il sindacato Anaao con l’obiettivo di concordare ulteriori modalità per raggiungere questo obiettivo.

 

 

Nel frattempo, fa notare la Regione “prosegue il piano assunzioni approvato lo scorso anno dalla Giunta regionale per il personale della sanità piemontese, che andrà avanti fino alla fine del 2020 e prevede 1.400 assunzioni aggiuntive con un investimento complessivo di 59 milioni di euro. Dal dicembre 2017 ad oggi il numero dei dipendenti a tempo indeterminato del servizio sanitario regionale è aumentato di 397 unità: sono 54.194 contro i 53.797 di fine 2017. In particolare, se consideriamo il solo personale sanitario, la crescita è ancora più rilevante. Ci sono infatti ben 441 infermieri assunti a tempo indeterminato in più (erano 21.478 e oggi sono 21.919), 47 medici (sono 8.915 contro gli 8.868 di fine 2017) e 304 Oss in più (6.360 rispetto a 6.056). Soltanto negli ultimi quattro mesi, da dicembre 2018, ci sono 127 infermieri, 33 medici e 129 Oss in più, per un totale – considerando anche tutte le altre figure professionali – di 294 dipendenti in più”.

 

Non si fa attendere la replica del sindacato degli infermieri Nursing Up che ci va giù duro, bollando le anticipazione dell’assessore come mere proemsse elettroali.

“Il Nursing Up, sindacato degli Infermieri Italiani e delle professioni sanitarie  si legge in una nota -, apprende del piano “annunciato” dall’assessore Saitta che intenderebbe reclutare i medici pensionati per coprire i buchi nella sanità regionale, buchi creati da anni di immobilismo nelle programmazioni delle assunzioni. Immobilismo nei fatti, ma non nelle parole, che ha portato infermieri e professionisti sanitari ad operare in condizioni più che critiche per la mancanza ormai chiara a tutti di personale, per coprire turni e necessità a tuto discapito dei pazienti e delle liste d’attesa sempre più lunghe”.

“Anche per questo, per questo atteggiamento poco costruttivo dell’assessorato, il sindacato sottolinea la necessità di protestare, con la mobilitazione annunciata ieri e in atto da oggi, con lo slogan #noaldemansionamento. Ragioni che verranno ribadite dalla manifestazione di venerdì 10 in piazza Castello, a due passi dalla Regione” proseguono dal sindacato di categoria degli infermieri.

 

“Leggiamo del piano dell’assessore regionale alla sanità che vuole individuare nel reclutamento dei medici pensionati aggiungendo numeri sulle assunzioni fino al 2020 del tutto insufficienti, la soluzione ai problemi di sovraccarico di chi lavora egli ospedali. Parole che rispecchiano quasi una sorta di “trans pre elettorale” – attacca poi Claudio Delli Carri, segretario regionale del Nursing Up -. La sanità ha necessità di serietà e piani realizzabili. Ma soprattutto di azioni concrete. Da anni ribadiamo la necessità di assumere oggi e subito infermieri e professionisti, per non ridurre gli ospedali al collasso. L’assessore invece preferisce gli annunci a 20 giorni dalle elezioni. La verità è che i numeri, per altro insufficienti, non bastano. Perché bisogna capire le realtà delle aziende sanitarie dove operano gli infermieri. Capire le reali necessità di personale nelle varie singole realtà, approfondire i carichi di lavoro, i volumi di attività e le necessità di turnazione. La verità è che gli infermieri e gli Oss sono ancora ampiamente insufficienti. Delle parole e degli annunci, gli infermieri e soprattutto i cittadini che fruiscono della sanità non se ne fanno nulla”.

 

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