Salone del Seminario gremito per il convegno “Da Cutro a piazza Mazzini: l’accoglienza necessaria”

Maurizio Ambrosini con Enrico De Maria (foto Grepipi)

Il 15 aprile scorso, commentando la proposta del coordinatore della Comunità di Sant’Egidio Paolo Lizzi di consegnare un pubblico riconoscimento (proposta purtroppo caduta nel vuoto) ai profughi pakistani che vivono in piazza Mazzini, i quali avevano sventato un furto al titolare del bal di parco Camana, lanciammo la proposta di dedicare un convegno al problema di questi richiedenti asilo che non trovano qausi mai un tetto sotto cui passare la notte in una città notoriamente civile e accogliente qual è Vercelli.

Il salone del Seminario gremito di pubblico (foto Renato Greppi)

Quel desiderio è stato esaudito oggi perché la Cooperativa sociale Igea, d’intesa con il nostro giornale on line, Tgvercelli.it, quel convegno l’ha organizzato oggi pomeriggio nel Salone Sant’Eusebio del Seminario, messo a disposizione dall’arcidiocesi. In particolare, si è occupato dell’organizzazione pratica dell’evento Piero Volpiano e la riuscita è stata impeccabile: il pur ampio salone del Seminario era esaurito in ogni ordine di posti.

In pratica, si è trattato di una lunga conversazione tra il professor Maurizio Ambrosini, uno dei più autorevoli esperti italiani del fenomeno delle migrazioni, e il nostro vice direttore Enrico De Maria sul tema: “Da Cutro a piazza Mazzini, l’accoglienza necessaria”. Prima del colloquio tra i due, hanno portato il saluto ai presenti il vicario generale dell’arcidiocesi (a nome dell’arcivescovo Anolfo) monsignor Stefano Bedello e il presidente della Igea Roberto Rosas.

Il saluto di monsignor Befello

Innumerevoli gli argomenti trattati da Maurizio Ambrosini, che ha smontato, come periodicamente sta facendo sul quotidiano Avvenire, molti luoghi comuni che vengono utilizzati contro l’arrivo degli immigrati. Ad esempio, quello secondo cui l’Italia, lasciata sola dall’Unione Eueropea, sarebbe “il campo profughi d’Europa”. “Germania, Francia e Spagna – ha detto Ambrosini – accolgono molti più richiedenti asilo di noi”.

E quello di Roberto Rosas

Altro luogo comune smentito quello dell’enormità del fenomeno migratorio nel mondo. Ha detto Ambrosini: “E’ stato calcolato che attualmente stia riguardando 280 milioni di persone. Un numero sicuramente alto, ma che rappresenta il 3,8 per cento della popolazione del globo. Detto in un altro modo, più del 96 per cento della popolazione mondiale non ha alcuna intenzione di migrare, e tanto meno di venire in Italia”.

Entrando poi nel merito del fenomeno vercellese dei richiedenti asilo pakistani che difficilmente riescono a trovare un tetto sotto cui riposare la notte, Ambrosini ha detto che quando uscirono le sue considerazioni riguardanti piazza Mazzini sul nostro giornale (il 18 aprile), l’intervento fu letto anche dal professor Schiavone, di Trieste, che si occupa a sua volta di questi fenomeni migratori, che gli disse: “E’ così dappertutto”.

L’intervento di Claudio Fecchio

A questo proposito, Claudio Fecchio, dell’associazione “Noi con voi”, che  sostiene da sempre questi richiedenti asilo, ha osservato che si ha l’impressione che si faccia poco o niente – da parte delle istituzioni – nell’aiutare queste persone, probabilmente per scoraggiarle, nel tentativo, sinora però fallito,  di evitare ulteriori arrivi grazie ad un passaparola negativo”.

La professoressa Daniela Carlone, il riconosciuto “angelo” di queste persone, dopo aver proposto la riedizione del suo libro “I ragazzi di piazza Mazzini” (andato a ruba), ha rivolto un paio di osservazioni ficcanti al mondo della Chiesa: prima ha ricordato come accada spesso che i pakistani, quando cercano di andare a dormire sotto i portici delle Poste centrali, vengano mandati via dalle forse dell’ordine. E ha detto, indicando il bellissimo cortile del Seminario: “Ma anche qui ci sono dei portici”. Ha quindi aggiunto che una delle due aule magne del Seminario potrebbero essere destinate ad accogliere questa gente, almeno quando piove, nevica, fa caldo o ci sono le zanzare.

Daniela Carlone accanto ai suoi libri

Ha quindi suggerito che ciascuna parrocchia della città potrebbe prendersi in carico almeno l’ospitalità di un paio di persone. Infine, ha poi ribadito  l’sos che giù aveva lanciato sul nostro giornale perché dall’11 giugno sino a fine mese, e dunque per tre settimane, non sarà più disponibile la cucina della parrocchia di San Giuseppe, dove i richiedenti asilo pakistani vanno a cucinarsi il pranzo, perché parte il Centro estivo. “Dobbiamo – ha detto – trovare una  cucina provvisoria”.

Tornando al libro, segnaliamo che la seconda edizione ha avuto la prefazione del professor Ambrosini, e che tutto il ricavato viene destinato dalla professoressa Carlone all’acquisto di biciclette per i migranti.

Nel dibattito sono anche intervenuti Claudio Berlini, della Cooperatva Versoprobo, che era accompagnato da alcuni migranti assistiti dalla Coop, e il presidente provinciale delle Acli, Cesare Daneo. Erano presenti esponenti del Meic, della Caritas e di altre confessioni religiose (ricordiamo il ruolo importante svolto in questo tipo di accoglienza dalla Chiesa Valdese).

A proposito di Paolo Lizzi, da cui in fondo era partito tutto, non poteva essere presente, perché impegnato in una giornata di formazione “programmata da tempo” a Novara. Però il coordinatore della Sant’Egidio, congratulandosi con gli organizzatori del convegno, ha inviato una nota scritta, dove tra l’altro ha detto: “Riteniamo che sia giusto chiedere alle istituzioni cittadine di investire risorse economiche per garantire ai profughi condizioni di vita più dignitose nel periodo (a volte molto lungo) in cui attendono il riconoscimento delle loro istanze di protezione internazionale: è necessario che vengano messi a disposizione dei profughi luoghi idonei per la loro accoglienza, almeno nelle ore notturne”.

Sarebbero tantissimi i temi da approfondire, ma desideriamo concludere con due osservazioni. La prima è che il convegno ha avuto un altro “padre” nel fratello di Ambrosini, Paolo,  che si è speso tantissimo nell’organizzazione. La seconda – pubblicamente espressa da De Maria – è che, su trentatré consiglieri comunali (sindaco compreso) nessuno – di maggioranza e di opposizione – abbia ritenuto di venire ascoltare ciò che veniva detto, eppure non capita  tutti i giorni di avere la possibilità di avere a Vercelli un oratore come Maurizio Ambrosini. Unico presente, ma non è ancora in Consiglio comunale, il candidato sindaco Carlo Olmo (che ha spesso aiutato questi profughi). De Maria ha definito l’assenza dei membri eletti della cittadinanza “un’occasione sprecata”.

Altri momenti del convegno nelle foto di Renato Greppi

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2 Commenti

  1. È grazie all’Italia che il gas russo andrà anche in Pakistan (mentre noi pagheremo 4/6 volte di più quello americano o .. lo stesso gas-russo-camuffato in transito da India o .. più o meno indirettamente .. magari proprio Pakistan .. con la legittima “cresta”). È così che aiuteremo al governo pakistano a mantenere l’alto tasso di sviluppo conseguito in alcuni degli ultimi anni. forse presto emigreremo noi in Pakistan ?!
    https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/03/28/gas-petrolio-e-carbone-russi-mettono-daccordo-cina-india-e-pakistan-corsa-allacquisto-a-prezzi-da-saldo/6539071/

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